Elettrosmog. Decreto Galletti (Min. Ambiente): stop wi-fi negli edifici pubblici

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Le connessioni via cavo e la tecnologia Powerline Comunication (PLC) dovranno essere preferite come sistemi di trasferimento dati e sostituire il wi-fi nella costruzione, ristrutturazione e manutenzione degli edifici pubblici.
E’ quanto stabilisce la norma anti-elettrosmog inserita (e passata in sordina) nel decreto del Ministero dell’Ambiente contente il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione (G.U n.23 del 28 gennaio 2017). antenna202020ridotta1 225x300 - Elettrosmog. Decreto Galletti (Min. Ambiente): stop wi-fi negli edifici pubbliciL’obiettivo della disposizione del decreto Galletti (dal nome del Ministro) è “di ridurre il più possibile l’esposizione indoor a campi magnetici ad alta frequenza (RF)”: data l’enorme diffusione di linee elettriche e telefoniche, elettrodomestici, diversi tipi di dispositivi elettronici e molte altre sorgenti di campi elettromagnetici, l’esposizione sembra quasi inevitabile, ma potrebbe essere possibile ridurla almeno negli ambienti chiusi. Così facendo le istituzioni si conformano alle indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e recepiscono le richieste che da tempo arrivano da associazioni di genitori e dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) preoccupate per gli effetti nocivi sulla salute dell’esposizione prolungata ai c.d. “campi elettromagnetici non ionizzanti”. Da un punto di vista medico, mentre è accertata la correlazione tra l’esposizione acuta a radiazioni ad alta frequenza e l’insorgenza di tumori, non vi sono studi che attestino in modo univoco gli effetti negativi sulla salute di esposizioni prolungate a bassi livelli di intensità, situazione tipica della vita quotidiana. Secondo la ricerca “Interphone” di AIRC esisterebbe un legame tra l’aumento di gliomi e l’uso intensivo del telefono cellulare; dello stesso avviso anche il Triunale di Ivrea che con una sentenza del 30 marzo scorso ha riconosciuto il nesso causale tra l’uso protratto e quotidiano del cellulare e l’insorgere di un tumore al cervello – nel caso di specie, benigno ma invalidante. Cambiando prospettiva, la norma si scontra con il futuro prossimo dell’Internet Of Things, il mondo iper-connesso – in cui privati e governi stanno investendo le proprie risorse – dove l’umanità è inevitabilmente immersa in fluidi elettromagnetici persistenti, ma anche con le nostre abitudini più difficili da scardinare: scagli la prima pietra chi non dorme con il telefonino sul comodino accanto al letto o chi non preferisce un albergo con il wi-fi. La norma del decrewifi eu 300x172 - Elettrosmog. Decreto Galletti (Min. Ambiente): stop wi-fi negli edifici pubblicito Galletti interviene dunque su un tema dove il legislatore ha il difficile compito di bilanciare l’espansione del progresso tecnologico e la tutela della salute. In altri Paesi, europei e non, ci sono già stati interventi anti-elettrosmog: in Francia e a Cipro, ad esempio, negli asili e nelle scuole primarie è vietato l’uso del w-fi; in Belgio e Israele i governi hanno adottato diverse misure per ridurre l’esposizione delle eprsone alle onde elettromagnetiche (soprattutto dei bambini), mentre in Taiwan l’ingerenza del legislatore invade anche la sfera privata sanzionando i genitori che non vigilano su un uso moderato dei dispositivi mobile da parte dei propri figli. La disciplina italiana appare coniata sul modello francese, ma è lecito chiedersi se sarà altrettanto effettiva considerato che – nascosta com’è la norma di riferimento – in pochi si sono accorti della sua esistenza. Da notare, infine, che proprio ieri il Governo ha ufficializzato il lancio di WIFi°Italia°it, che consentirà già da questa estate a cittadini e turisti di connettersi  e navigare in rete in modo semplice. Progetto aperto a soggetti privati ed a “enti pubblici dotati di una propria rete“. Un po’ schizofrenico, no? (V.D. per NL)

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