Esce “Censored 2008”: la censura, in tutte le lingue del mondo

Edito dal gruppo “Project Censored”, il libro analizza la censura e le notizie più nascoste dai media nel 2007, tra minimizzazione, Video News Release e spettacolarizzazione. Partendo dal caso americano per estendersi, sino al duopolio Rai-Mediaset.
 
La censura: cos’è, come funziona, quali sono gli strumenti per applicarla. Quali sono le notizie più censurate dai mass media, quali gli ambiti e quali i modi in cui lì informazione di massa si è trasformata in uno strumento per convincere tutti della stessa idea. Tenta di spiegarcelo “Censored 2008”, il libro, edito da “Project Censored” che spiega quali sono le notizie più censurate del 2007 e perchè, partendo dal caso americano per spostarsi poi verso altri orizzonti, inclusi quelli di casa nostra. Si scopre, così, che non tutte le censure hanno le stesse caratteristiche, così come le bugie in Pinocchio. L’ì alcune avevano le gambe corte ed altre il naso lungo, qui alcune sfruttano la minimizzazione altre la spettacolarizzazione o lo sciacallaggio emozionale. “Censored 2008” traccia una panoramica, costellata di esempi esplicativi, e spiega la ripercussioni di questo modo di fare informazione sulle generazioni future.
Si parte dagli Stati Uniti, dicevamo. Negli USA, come da noi, il potere politico, che dovrebbe essere tenuto d’occhio dai media e denunciato quando non funziona, in realtà controlla e gestisce il flusso d’informazioni, deformandolo a propria immagine e ad immagine degli enormi interessi economici delle corporations. Gli strumenti maggiormente utilizzati sono due: la minimizzazione e le Vieo News Release. Il primo modo per “negare la notizia”, la minimizzazione è una forma di non-censura, che in realtà camuffa la notizia. Consiste nel dare un peso rilevante, o conseguente spazio su giornali, tg e quant’altro, ad una notizia dalla bassa rilevanza sociale, della quale si potrebbe benissimo fare a meno, decorandola con altre notizie, queste sì importanti e “notizia bili”, cui viene invece dedicato poco spazio, presentandole in modo parziale ed, appunto, minimizzato. Questo espediente è un modo per plasmare le menti dell’opinione pubblica, pur senza poter essere tacciati di censura tout court. Altra “furberia” censoria americana, che da noi in realtà non è molto diffusa (al contrario della prima, che si può riscontrare benissimo anche in Italia) sono le Video News Release. Le Video News Release sono servizi sullo stile giornalistico, girati da società di Pubbliche Relazioni, senza nessuna annotazione di carattere pubblicitario, che sostituiscono la notizia e spesso forniscono notizie false su un piatto d’argento.
Il libro tratta, inoltre, dell’effetto che il mondo della comunicazione di massa, la comunicazione per convincere tutti della stessa idea, ha sulle plasmabili menti dei bambini, alterandone i comportamenti sociali. Ma, nel concreto, quali sono le notizie più censurate? Anzitutto, i “comportamenti bancari scorretti nei confronti del mercato internazionale, l’erosione dei diritti dei cittadini al fine di garantire al governo un potere maggiore, copertura degli interessi delle multinazionali”,come si legge in un articolo su peacereporter.net. E, inoltre, le notizie dei freelance e studi provenienti da istituti di ricerca non collegati alle lobby. Ma non solo. Anche notizie istituzionali, ma di per sé, scomode vengono viepiù taciute. Un esempio su tutti: dopo anni di indagini, restrizioni delle libertà individuali negli USA, due guerre logoranti, l’FBI ha dichiarato Osama Bin Laden non collegato agli attentati aerei dell’11 settembre, in mancanza di prove che dimostrino il contrario. Qualcuno l’ha letto o sentito in televisione? Silenzio.
Passando, infine, in rassegna il nostro paese, scopriamo un modo peculiarmente differente di censurare l’informazione. Da noi niente Video News Release, da noi l’informazione è notoriamente “di parte”. Tra i finanziamenti politici ai mezzi d’informazione e il duopolio imperfetto Rai-Mediaset, è possibile (anzi, probabile) vedere un’informazione letta in modo assolutamente differente a seconda del medium che la divulga. Inoltre, da noi, oltre alla minimizzazione, esiste la spettacolarizzazione delle situazioni cruente e lo sciacallaggio emozionale. È proprio questo sciacallaggio emozionale, che gioca sulla paura della gente e sui loro bisogni che poi, improvvisamente, il giorno di Natale, rende il mondo un posto migliore, più vivibile e più buono. E via con gli auguri. (G.M. per NL)
 
 

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