Internet e i ragazzi: l’ottimismo dell’incoscienza?

Da una ricerca Demoskopea commissionata dal Co.Re.Com Liguria emergono luci e ombre del rapporto sempre più stretto tra i giovanissimi e la rete.

Il 7 di giugno, presso la sede del Comitato regionale per le comunicazioni della Liguria, sono stati presentati i risultati della ricerca "Media e minori – minori e internet" che si proponeva di esplorare le modalità e gli atteggiamenti con cui i ragazzi liguri dai 10 ai 17 anni si rapportano con la rete delle reti. Sono intervenuti rappresentanti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), dell’Università di Milano – Bicocca e dell’Osservatorio di Pavia sui media audiovisivi. A livello locale erano presenti esponenti del Compartimento di Polizia postale e delle comunicazioni e dell’Ufficio scolastico regionale, così come il Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La ricerca ha evidenziato che i ragazzi liguri hanno una discreta disponibilità dei mezzi che consentono di collegarsi alla rete (il 42% possiede un pc personale, il 91 % una connessione a larga banda) e sono in grado di utilizzarli con grande competenza tecnica. Più carente sembra essere la consapevolezza dei rischi. Internet viene infatti esaltata come mezzo impareggiabile nella ricerca di informazioni, nello studio, nel divertimento e nella comunicazione, ma non sembra esserci il necessario approfondimento sui "lati oscuri" della rete. Anzi, il 43% dei giovani intervistati non individua aspetti negativi nella sua esperienza di "navigazione". Aspetti che invece sono emersi in modo evidente dagli interventi dei relatori, in particolare da quelli di Danilo Bisio della Polizia postale e delle comunicazioni e del prof. Marco Castiglioni, psicologo dell’Università di Milano-Bicocca. Adescamento online, pedopornografia, download illegali ma anche isolamento, asocialità, incoraggiamento a comportamenti violenti o di esclusione sociale, acriticità nei confronti del bombardamento dell’informazione non gerarchizzata e non filtrata in arrivo dal web. Un quadro fosco, mitigato solo parzialmente dall’intervento di Stefano Mosti dell’Osservatorio di Pavia, che ha cercato di evidenziare comunque gli aspetti positivi (tanti, e spesso sottovalutati) della rete e del nuovo modello di accesso alla cultura, all’informazione e alle relazioni sociali che essa rappresenta. Grande responsabilità nel far pendere la bilancia dal lato giusto rimane in capo alle famiglie e alla scuola, come hanno evidenziato nei loro interventi Maria Pia Caruso di Agcom e Mariapina Acquarone dell’Ufficio scolastico regionale. Spesso proprio questi soggetti sono afflitti da un "digital divide generazionale" che impedisce loro di aiutare i più giovani ad assumere i comportamenti corretti nei confronti della rete.  Il Co.re.com ligure, con il suo progetto "Media e minori" che prevederà altre ricerche incentrate sul rapporto dei giovani con cellulari e videogiochi, tenta quindi di ritagliarsi un ruolo di promotore e coordinatore di iniziative nel campo della tutela dei minori nei mezzi di comunicazione, al di là dei propri compiti di vigilanza e controllo sui media locali. Sembra però persistere una scarsa volontà politica locale di dare poteri e strumenti di intervento concreti a questo organismo, che resta ormai uno dei pochi in Italia a non avere attivato le nuove deleghe funzionali da parte di Agcom, come puntualmente evidenziato dalla stessa rappresentante dell’Autorità. (E.D. per NL)

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