Mastella: perquisizione all’agenzia Apcom

Fnsi: adesso basta!


da Franco Abruzzo.it

Roma, 17 gennaio 2007. “Adesso basta, basta e basta”. Lo dice la Federazione nazionale della stampa (Fnsi). “L’ennesima perquisizione, stavolta ai danni della redazione romana dell’agenzia di stampa Apcom, ha – spiega la Fnsi- dell’inaudito. Stanotte, infatti, carabinieri del comando provinciale di Caserta sono venuti nella Capitale ed hanno bloccato il lavoro della redazione per oltre due ore su ordine del Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capuavetere che guida le indagini sull’Udeur in Campania. La Procura ha invitato, inoltre, il caporedattore del servizio politico a comparire negli uffici di Santa Maria Capuavetere questa mattina stessa come persona informata dei fatti”. ” Ci sembra – prosegue il sindacato – che ormai esista un vero e proprio corto circuito tra chi fa informazione ed una parte predominante della magistratura. Il sistema dei media non può essere sottoposto a comportamenti che sembrano essere frutto di problemi interni ad alcune procure. Ricordiamo con forza e con orgoglio che il compito di chi fa informazione è quello di dare le notizie da qualunque parte queste arrivino per il diritto-dovere costituzionale di informare i cittadini. Vogliamo puntualizzare comunque che la responsabilità non è di chi le pubblica ma, semmai, di chi le fa pervenire al giornalista”. La Fnsi rinnova “la richiesta, già più volte avanzata, di un incontro urgente con il Vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, e con i vertici dell’Associazione nazionale magistrati”. (ANSA).

Giovanni Tortorolo invitato dal magistrato a giustificare il fatto di aver dato una notizia.

Un’altra perquisizione, questa volta nella sede dell’agenzia ApCom, un altro giornalista, il collega Giovanni Tortorolo, invitato dal magistrato a giustificare il fatto di aver dato una notizia. Nello scontro fra politica e magistratura, ancora una volta sono i giornalisti a finire nel mirino, spesso di entrambi. L’Associazione Stampa Romana esprime la propria solidarietà ai colleghi che nessun altro torto hanno se non quello di aver fatto il proprio dovere, informando la pubblica opinione su una questione rilevantissima come le indagini sull’ex guardasigilli Clemente Mastella. Ma esprime anche la propria indignazione per l’incapacità della magistratura di prendersela con chi effettivamente può aver commesso il reato di violazione del segreto istruttorio. Tutte le istituzioni dovrebbero collaborare per rendere trasparenti i meccanismi della gestione politica e giudiziaria del nostro Paese. L’unico modo in cui l’informazione può farlo è compiere il proprio dovere dando tempestivamente le notizie delle quali viene in possesso. Un obbligo al quale non possiamo e non vogliamo rinunciare.

UNCI: CRONISTI VITTIME DELLO SCONTRO POLITICO TRA I POTENTI

Come sempre, quando i potenti si scontrano tra loro si sfogano contro i cronisti. Lo schema consueto si sta ripetendo in queste ore con i provvedimenti giudiziari contro Giovanni Tortorolo, caporedattore del servizio politico della agenzia ApCom. Il ruolo professionale esclude che Tortorolo frequenti il Tribunale di S. Maria Capua Vetere che ha disposto gli arresti domiciliari per Sandra Lonardo, moglie del ministro Clemente Mastella, e indaga lo stesso Mastella e molti esponenti dell’Udeur. Il collega, quindi, non ha appreso la notizia da magistrati, cancellieri, esponenti delle forze di polizia, avvocati. Con grande probabilità l’ha appresa in ambienti politici dove la notizia girava e veniva adoperata per le consuete manovre di potere.I provvedimenti della magistratura – che non ha avuto nulla da eccepire quando la signora Lonardo è stata definita dal marito “ostaggio” in un Aula del Parlamento – contro Tortorolo, sono gli stessi che magistrati di tutte le Procure adottano contro i cronisti che svolgono il lavoro al quale sono tenuti dalla legge professionale e dalla Costituzione: scoprire le notizie, verificarle, riferirle ai cittadini. Un compito e un dovere che i giornalisti italiani svolgono e continueranno a svolgere nonostante tutti i tentativi di farli tacere.

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