OTT. Vicenda Netflix-Warner: dopo annuncio ufficiale arriva contro-offerta di Paramount. E analisti si chiedono: da dove vengono i soldi?

Lucas Shaw

Popcorn: questo (anzi: questo🍿) è l’emoji con cui l’analista di Bloomberg che segue il settore delle entertainment, Lucas Shaw, ha postato ripetutamente su X lunedì 8 dicembre 2025. Motivo?
Lo stesso per cui abbiamo dovuto riscrivere tre volte questo stesso articolo che state leggendo: la saga dell’acquisizione di Warner Bros Discovery (WBD) da parte di Netflix non è affatto terminata.
Ed è anche la ragione per cui un articolo che volevamo parlasse dell’uso dell’intelligenza artificiale come chiave di lettura dell’operazione di Netflix, da noi descritta in una ampia domenica, ha dovuto essere trasformato in questo, una specie di cronistoria di quanto accaduto lunedì e conseguenti considerazioni sulla capacità finanziaria (a nostro avviso dubbia) degli Ellison.
Della I.A. come motivazione del bid di Netflix parleremo comunque in un articolo successivo.

Sintesi

Lunedì 8 dicembre 2025, l’analista di Bloomberg Lucas Shaw ha postato ripetutamente l’emoji popcorn su X per commentare gli sviluppi frenetici nella saga dell’acquisizione di Warner Bros Discovery (WBD), inizialmente concordata con Netflix, ma ora contestata da un’OPA ostile lanciata dalla famiglia Ellison.
Tramite Paramount Skydance sono stati offerti 30 dollari per azione in contanti per un totale di 108,4 miliardi di dollari, finanziati da equity della famiglia Ellison e RedBird Capital, più 54 miliardi di debito da Bank of America, Citi e Apollo Global Management.
Ma con il coinvolgimento di fondi sovrani arabi come il PIF saudita, QIA qatariota ed ADIA.
Nella serata di ieri (lunedì 8 dicembre 2025) è però emerso che l’offerta potrebbe non essere del tutto ostile, poiché il CEO di WBD David Zaslav si è detto aperto ad alternative ed ha concesso 10 giorni per valutarle.
Però Paramount appare svantaggiata, con una capitalizzazione di soli 15 miliardi rispetto agli oltre 400 di Netflix e la capacità finanziaria degli Ellison per sostenere l’operazione lascia perplessi a causa dell’alto indebitamento di Oracle (debt-to-equity ratio di 4,53, dieci volte superiore a concorrenti come Amazon e Microsoft).
Sul piano politico Trump ha espresso neutralità, elogiando il co-CEO di Netflix Sarandos, ma avvertendo sui rischi monopolistici e smentendo qualsiasi vicinanza agli Ellison. Così, al solito, prendendo tutti in contropiede.

Cronistoria frenetica di lunedì 8 dicembre

Nella mattinata di lunedì (ora californiana) Bloomberg ha annunciato quanto qualcuno aveva già ipotizzato durante il week-end: gli Ellison (David, il figlio del fondatore di Oracle, Larry) hanno fatto sapere su CNBC di aver lanciato una OPA ostile su WBD.
I termini: Paramount presenterà un’offerta in contanti ai soci di WBD a 30 dollari per azione.
Si tratta della stessa proposta che WBD aveva respinto la settimana precedente e che equivale ad un valore di 108,4 miliardi di dollari.

Garanzie

“L’offerta è garantita da un finanziamento azionario da parte della famiglia Ellison e dalla società di private equity RedBird Capital, nonché da impegni di debito per 54 miliardi di dollari da parte di Bank of America, Citi e Apollo Global Management”, ha dichiarato Paramount in un comunicato stampa.

Ostile?

In serata però arriva il primo aggiornamento.
Verso le 20 (ora italiana) un analista ha affermato su X che l’OPA potrebbe non essere ostile: il CEO di Warner, David Zaslav, avrebbe infatti affermato internamente di “essere aperto ad altre offerte”.

10 giorni di tempo

La cosa doveva essere vera, in quanto, in tarda notte, la stessa CNBC ha affermato che in un comunicato ufficiale WBD avrebbe deciso di prendersi 10 giorni per valutare la nuova offerta.

Parola di Zaslav

Ora, Zaslav dev’essere davvero un personaggio tutto di un pezzo: dopo aver stretto un accordo con Netflix ed averlo comunicato ufficialmente alla stampa, anziché difendere le motivazioni della sua scelta, fa subito marcia indietro col sorriso.

Decidono gli azionisti

Ma la realtà è che la valutazione del board di WBD è superflua: l’offerta degli Ellison (vediamo tra poco se sostenibile) è rivolta agli azionisti, che possono decidere autonomamente e senza bisogno del parere di Zaslav.

Lucas Shaw

Lucas Shaw upgrade

Più tardi è nuovamente Bloomberg a pubblicare, in modo semiufficiale, un aggiornamento sul canale X di Lucas Shaw. Il tweet conferma l’ipotesi che avevamo avanzato nella versione precedente (non pubblicata) di questo articolo (fidatevi).

Arrivano gli arabi

Larry Ellison, sbandierato dalla stampa come il secondo uomo più ricco al mondo, non avrebbe la capacità finanziaria di offrire 30 dollari ad azione. E infatti – nascosto sotto i nomi altisonanti da noi riportati poco sopra – si nasconderebbero soldi arabi (definiti “Middle East SWF“).

Middle East SWF

Middle East SWF si riferisce infatti ai fondi sovrani dei paesi del Medio Oriente, in particolare al Public Investment Fund (PIF) dell’Arabia Saudita, la Qatar Investment Authority (QIA) e l’Abu Dhabi Investment Authority (ADIA). Ma non solo.

Petrolio

Si tratterebbe di veicoli di investimento di proprietà governativa che gestiscono vaste ricchezze derivate dal petrolio per finanziare operazioni globali. Nel contesto dell’offerta ostile di Paramount per acquisire WBD – un’offerta interamente in contanti da 108,4 miliardi di dollari – questi fondi sovrani risulterebbero dunque i principali finanziatori.

Netflix vs Paramount

Due i motivi di questo presunto ricorso ai soldi arabi.
Il primo è la dimensioni degli attori in gioco, un dato che non ci pare in molti lo abbiano sottolineato. Mentre Netflix ha una capitalizzazione in borsa superiore a 400 miliardi – e dunque non avrebbe problemi a sborsarne 80 per WarnerParamount Skydance, al confronto, appare un nano: non solo vale meno di WBD (il che, di per sé, già sembra paradossale), ma il suo valore è di soli 15 miliardi.

Ellison

Certo, occorre anche considerare l’investimento della famiglia Ellison (grazioso termine per dire David con i soldi del padre Larry). Ma qui è necessaria una diversione verso Stargate (non il film, ma il progetto annunciato da Ellison insieme a Sam Altman e Masayoshi Son).

Stargate

Il progetto Stargate (Stargate LLC) è un’ambiziosa joint venture annunciata il 21/01/2025 alla Casa Bianca dal presidente Donald Trump, in presenza di Sam Altman (OpenAI), Larry Ellison (Oracle) e Masayoshi Son (SoftBank). Si tratta di un’iniziativa privata per investire fino a 500 miliardi di dollari entro il 2029 in infrastrutture IA negli USA, con l’obiettivo di creare “dieci gigawatt (GW) di capacità di data center dedicati all’allenamento di modelli IA avanzati”.

Elon dixit

Il giorno stesso dell’annuncio, Elon Musk aveva twittato:non hanno i soldi”. Ed era vero: ben lontani da avere i fondi in cassa, gli strateghi di Oracle avevano pensato di andare, come nel caso di lunedì, sul mercato.

Dubbi del mercato

Ma già ad ottobre 2025 il mercato stesso si era accorto che qualcosa non andava.
J.P. Morgan, ad esempio, aveva fatto notare come il rapporto debito/patrimonio netto del quasi 500% di Oracle segnalasse un indebitamento massiccio. Un livello molto più alto rispetto ai concorrenti dell’IA.

Confronto

Per fare un paragone, questo rapporto – Debt-to-equity ratio in inglese – è pari a 4.53 per Oracle, ma solo 0.43 per Amazon e 0.33 per Microsoft (società che abbiamo scelto in quanto nell’ambito della IA fanno lo stesso mestiere: acquistare hardware ed affittarlo alle varie OpenAiAnthropic, ecc.).
E considerato che 4.53/0.43 = 10.55, possiamo affermare che il debito di Oracle è già 10 volte superiore agli altri attori.

La borsa

Inevitabilmente, dopo l’annuncio Oracle aveva perso 374 miliardi di capitalizzazione, con i CDS (le assicurazioni contro i default, vedere il film “The Big Short per una spiegazione) ai massimi a causa del debito della società (aumentati di 50 miliardi in 18 mesi).

Bolla

Per ora, però, come abbiamo visto, tutto fila liscio: il titolo Oracle ha riguadagnato terreno nelle ultime settimane. D’altronde siamo in una bolla finanziaria e il solo Michael Burry (il protagonista, appunto di The Big Short) ne è per ora certo.

Donald Trump

Resta l’incognita Donald Trump. Chi predilige la Casa Bianca?
Tornando ancora una volta a quanto scrive Bloomberg, Trump si è inizialmente limitato a dire che il co-CEO di Netflix Sarandos “è una persona fantastica”, ma anche che un possibile gruppo Netflix+WB “disporrebbe di una grande fetta del mercato e che questo potrebbe essere un problema”. Salvo concludere con un “Warner Bros dovrebbe essere venduta al miglior offerente“.

Shaw: gli Ellison vicini

La stampa mainstream ha invece insistito per tutto il week-end su una possibile predilezione del presidente per la soluzione Paramount. Queste le parole esatte che abbiamo letto – in modalità copia incolla – in tanti articoli come questo di Reuters : “Ellison and his billionaire father, Larry, are close with the U.S. president”, David Ellison e il padre miliardario sono vicini al Presidente USA.

Reality Check

Tuttavia, sul finire della giornata di lunedì, esattamente verso le ore 23.15, un’ennesima Breaking News su CNBC stravolge tutto. Parla il Presidente Trump, che dice: “Sarandos o Ellison? Non so, nessuno dei due mi è particolarmente vicino“.

Popcorn

Popcorn, come avevamo detto in apertura (M.H.B. per NL)

 

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