Secondo indiscrezioni odierne, il cda di Audiradio del 24/07/2025 avrebbe deciso di posticipare al 26/09/2025 la pubblicazione dell’attesissimo dato del 1° semestre 2025 della nuova indagine sull’ascolto radiofonico, che ha raccolto il testimone di TER, Tavolo Editori Radio, la rilevazione che ha chiuso il suo ciclo esistenziale il 31/12/2024.
Sintesi
Secondo rumors raccolti da Newslinet, il cda di Audiradio, nel corso della riunione del 24/07/2025, avrebbe deciso di posticipare al 26/09/2025 (data indicativa) la pubblicazione del dato relativo al primo semestre dell’ascolto radiofonico 2025.
Si tratta della prima rilevazione condotta da Audiradio, dopo l’addio ufficiale a TER (Tavolo Editori Radio), che ha concluso il suo ciclo esistenziale il 31/12/2024.
Il rinvio della pubblicazione sarebbe legato a problemi tecnici generati dalla suddivisione in due stream delle interviste telefoniche CATI, che avrebbe comportato difficoltà di allineamento statistico.
Una criticità (quella del doppio stream) che, se da un lato ha causato gli attuali ritardi nella pubblicazione del 1° semestre 2025, dall’altro avrebbe prodotto un effetto positivo sulle radio locali, finalmente valorizzate in una classifica più trasparente rispetto al passato.
Nel primo trimestre 2025 le emittenti locali e le superstation avrebbero infatti registrato aumenti d’ascolto del 30-40%, senza che ciò comportasse un calo per le radio nazionali.
La ragione? Una probabile crescita del numero medio di emittenti ascoltate per individuo, che, per converso, come questo periodico aveva supposto a suo tempo, avrebbe però complicato la normalizzazione per via della sovrapposizione degli ascolti.
Ovviamente, pur nel vincolo della riservatezza, i dati del secondo trimestre 2025, che saranno distribuiti probabilmente lunedì, circoleranno quantomeno come indicatori tra gli operatori, anche se l’assenza di validazione ufficiale non li rende spendibili.
Restano tuttavia irrisolti alcuni nodi: la misurazione dell’ascolto differito attraverso la metodologia SDK, ancora poco chiara nella sua applicazione; la persistente esclusione dei nativi digitali dalle rilevazioni, con un sistema ancora troppo concentrato sugli ascolti analogici; il rischio di marginalizzazione della radio nei piani media, specie in un contesto dove l’intelligenza artificiale pianifica gli investimenti pubblicitari, privilegiando solo le piattaforme che alimentano siti “autoritativi”.
Il settore, in attesa di un cambio di passo nel 2026, richiede oggi dati attendibili, tempestivi e inclusivi, per garantire pari opportunità a tutte le emittenti in un panorama radiofonico ormai profondamente cambiato.
Galeotta (per qualcuno) fu la suddivisione in due stream
La suddivisione in due stream delle interviste telefoniche CATI, avrebbe, secondo quanto risulta a NL, creato problemi di allineamento che necessitano di un tempo superiore per una corretta elaborazione dopo il termine della rilevazione del 2° trimestre 2025 (e quindi del 1° semestre 2025).
A Cesare quel che è di Cesare
Quel che sembra confermato, invece, è che lo split, conformemente alla nostra previsione, avrebbe ridato dignità alle radio locali, fin qui affogate dalla dominanza dei brand nazionali che le oscuravano nella lunga e unica elencazione.
Vincono tutti, banco compreso
Locali, superstation, avrebbero quindi avuto nel 1° trimestre 2025 un exploit (da verificare se confermato nel 2° trimestre), cui non avrebbe, però fatto da contraltare, un calo delle nazionali.
Come è possibile?
Aumenta l’ascolto diffuso
Con ogni probabilità – come aveva supposto sin dall’inizio questo periodico – la suddivisione in due stream potrebbe aver favorito il numero di emittenti ascoltate pro capite, che quindi sarebbe aumentato in sede di dichiarazione dell’intervistato (di qui il problema statistico della sovrapposizione degli ascolti che avrebbe determinato lo spostamento a settembre della pubblicazione del 1° semestre 2025).
Ma le vere premiate sono le locali
E allora, se così fosse, troverebbero conferma le indiscrezioni che vorrebbero, mediamente, le radio locali aumentate con misure nel range 30, 40% e più (è ovviamente da accertare se quanto accaduto nel 1° trimestre sia stato confermato anche nel 2° trimestre 2025).
Effetti dello spostamento del dato
Quel che è certo è che lo spostamento al 26/09/2025 del dato del 1° semestre 2025 Audiradio rende complicata una pianificazione della stagione editoriale autunnale, non conoscendo (ufficialmente) le emittenti i dati dei concorrenti, né essendo i dati Audiradio 2025 sovrapponibili a quelli di TER 2024.
I dati circolano comunque
Poi, si sa, visto che verranno inviati i dati (riservati) del 2° trimestre (lunedì, pare), i valori gireranno comunque, anche se l’assenza di una ufficialità rende tutto piuttosto evanescente.
SDK sullo fondo
Intanto, sullo sfondo, rimane la non ancora chiarita modalità di gestione della componente elettronica SDK, che dovrebbe misurare compiutamente (o quasi) l’ascolto differito, area oscura della stragrande parte delle emittenti radiofoniche italiane.
Analogici sine die
Per parte nostra, speriamo che nel 2026 cessi la pretesa di rilevare l’ascolto solo degli iscritti analogici, che rischia di fotografare solo una parte (non più fortemente rilevante) di un panorama sempre più in rapida trasformazione (con l’affermarsi dei nativi digitali sul DAB+).
Occhio all’I.A. che pianifica…
Quel che è certo, è che dati affidabili ed elaborazioni scientifiche appaiono indispensabili per evitare che il mezzo radiofonico, complice la gestione dei budget da parte dell’I.A., che premia mezzi le cui performance sono presenti massicciamente su siti dalla stessa (I.A.) considerati autorevoli, sia emarginata dai piani di investimento. (M.L. per NL)