A tavolino il Ministero delle Comunicazioni e quello della Difesa per l’avvio di Wi-Max

Con questo nuovo sistema Internet arriverà nelle case degli italiani senza fili

“Con il nuovo anno anche l’Italia potrà contare sull’introduzione del Wi-Max”, ha dichiarato il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, “Sarà un passo avanti nella strategia del governo per consentire l’accesso ai servizi a banda larga anche nelle aree del paese che oggi rischiano di essere escluse. Ringrazio il Ministro della Difesa per l’ottima collaborazione che ha reso possibile questa nuova notizia”. Il 27 dicembre scorso, infatti, Paolo Gentiloni e Arturo Parisi, a capo del Ministero della Difesa, attuale detentore e potenziale utilizzatore delle frequenze, hanno raggiunto un accordo in base al quale, a partire dal prossimo giugno, saranno resi disponibili più lotti di frequenze per iniziali complessivi 35 + 35 Megahertz, ripartibili anche su più macroaree nazionali e pari al 15-20% delle attuali frequenze utilizzate dalla Difesa per le proprie attività. Quest’intesa ha lo scopo di diffondere il sistema del Wi-Max (Worldwide Interoperability for Microwave Access) nel Belpaese. Il Wi-Max è un sistema di connessione che trae origine dal collaudato metodo del wireless e consente di comunicare a banda larga senza fili grazie all’utilizzo d’onde radio. Con una singola antenna di Wi-Max è, infatti, possibile coprire potenzialmente un’area di 50 kmq utilizzando una velocità fino a 74 Mbit al secondo. Dunque, la velocità della connessione (circa 7,5 volte quella attualmente disponibile su fibra ottica), la possibilità di collegarsi al web senza fili fino a 50 km di distanza con l’utilizzo di pochi ripetitori, nonché gli scarsi costi (proprio perché non sono necessari cavi), sono i vantaggi di questa tecnologia, già diffusa in altri paesi d’Europa. In Italia, in un primo momento, dovrebbe essere diffusa una particolare tipologia, già presente in Francia, che farà uso di connessioni “punto-punto”, in casa o in ufficio, in alternativa a cavi e fili, mentre, in un secondo momento, perverrà il Wi-Max cosiddetto “nomadico”, che sarà utilizzabile nelle zone tecnologicamente appositamente allestite. Infine, quando la copertura sarà totale, approderà il Wi-Max “mobile”. Questo metodo di connessione potrebbe essere d’aiuto al superamento del cosiddetto “divario digitale” italiano: è stato, infatti, rilevato che, riguardo la diffusione di Internet e in particolare della banda larga, l’Adsl è entrata solo nel 13% delle case degli italiani e la copertura geografica del servizio è solo dell’88%. In altre parole, ben il 12% della popolazione vive in zone nelle quali i collegamenti a banda larga possono essere realizzati solo tramite costosi e scomodi allacciamenti dedicati o soluzioni satellitari. In questo quadro, pertanto, l’Italia rimane di gran lunga al di sotto della media degli altri paesi dell’Unione Europea. Peraltro, l’introduzione del Wi-Max potrebbe non essere sufficiente a superare questo generico arretramento nell’utilizzo d’Internet a causa sia della particolare conformazione del territorio, ricco di colline e montagne, che rende difficile il collegamento via etere, sia della scarsa conoscenza informatica di base. Riguardo a quest’ultima problematica, sarebbe opportuno superare, in primo luogo, “l’analfabetismo” di base degli italiani, dotandoli di quelle elementari cognizioni necessarie per utilizzare un computer ed un collegamento di rete; in un secondo luogo, bisognerebbe cominciare ad investire affinché gli utenti possano acquisire una metodologia che consenta un utilizzo critico delle fonti e dei mezzi d’informazione.(D.A. per NL)

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