Dl sicurezza/Ok del governo. Ma Confindustria rimane distante

Sanzioni più severe per fermare la piaga degli incidenti e dei morti sul lavoro. Ecco i punti principali del decreto sicurezza


da Affari Italiani

Primo via libera del governo sul decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro, come largamente annunciato c’è il primo via libera del Consiglio dei ministri. Il testo deve ora passare all’esame delle commissioni parlamentari e della Conferenza Stato-Regioni. Dopodichè dovrà tornare in Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva. Restano tuttavia distanti le posizioni di governo e Confindustria.

LE SANZIONI – “Ci sarà una sorta di redenzione”. Il ministro della Giustizia Luigi Scotti spiega così la parte del decreto sulla sicurezza sul lavoro nella quale si stabilisce che, nei casi in cui è previsto l’arresto, “se l’imprenditore rimette tutte le cose a posto gli si applica una sanzione pecuniaria da 8 a 24 mila euro”. La sanzione più grave fino ad un massimo di 18 mesi di arresto – afferma Scotti – c’è solo in un caso:
quando si contravviene alla mancata elevazione della valutazione di rischio per imprese che svolgono la propria
attività in un contesto pericoloso (sostanze nocive, incendiarie, esplosivi).

Poi c’è una fascia di sanzioni intermedie per condotte intermedie con sanzioni pecuniarie e per i casi più gravi una pena detentiva. Un terzo gruppo di sanzioni prevede solo pene pecuniarie. Un quarto gruppo prevede solo illeciti amministrativi. “Il criterio della sanzione – dice Scotti – è accuratamente proporzionale”.

I COMMENTI – “È stato raggiunto un positivo equilibrio tra le diverse opinioni”, ha detto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che si augura “che tutte le parti apprezzino l’impegno del governo per una lunga trattativa che è durata sei mesi”. Molto soddisfatto il premier Romano Prodi, che al termine del Consiglio dei ministri spiega: “Questo decreto non ha intenti punitivi, non mette nel mirino le imprese ma mette al centro la tutela della persona umana e il suo diritto a un lavoro il più sicuro possibile”. E poi invita a non fare “polemiche o contrapposizioni perchè queste sono un’offesa nei confronti di tutti e soprattutto verso i lavoratori”. Ma Confindustria ha già fatto sapere che sul decreto “resta un giudizio negativo: si è persa una buona occasione per dare un ottimo servizio allo Stato”, ha detto il direttore delle relazioni industriali di Confindustria, Giorgio Usai.

In disaccordo anche Luca Cordero di Montezemolo: “Inasprendo le pene non si salva nemmeno una vita umana, perché la risposta è la prevenzione. Invece il decreto è tutto spostato sulle sanzioni e non sulle regole”

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