DTT, LCN: l’eterna contesa delle posizioni 8 e 9 tra carte bollate e palinsesti.

Canali ex analogici, nativi digitali, generalisti e semigeneralisti, un guazzabuglio di voci, pareri, opinioni, consultazioni pubbliche, delibere e notificazioni per pubblici proclami che si rincorrono nella disputa per la conquista delle più appetibili posizioni del telecomando.

La consacrata inamovibilità dei grandi network nazionali – ex concessionari generalisti – Mediaset Rai e La 7 dai numeri da 1 a 7 concentra la battaglia dell’audience in due posizioni: l’8 oggi in mano a Viacom (MTV) ed il 9 assegnato ad All Music (Deejay TV) del gruppo Espresso. Se è vero infatti quanto riferisce il D.G. del Gruppo Discovery Andrea Castellari (Italia Oggi, 7/01/2014, pag. 19) che un punto di share vale 35 milioni di raccolta pubblicitaria l’anno, è facile comprendere come sui LCN ci sia una lotta senza quartiere (non certo tra poveri) tra i gruppi editoriali che in questi anni di digitale terrestre sono nati, cresciuti e proseguono di stagione in stagione nella virtuosa evoluzione della programmazione offerta al pubblico, rosicchiando ascolti (e format) alla corazzata dei grandi vecchi del piccolo schermo. Brilla oramai di luce propria Real Time (per molti il fenomeno televisivo degli ultimi tempi), che ha assestato un colpo gobbo a Canale 5 assicurandosi la striscia pomeridiana del programma cult Amici di Maria De Filippi, e chissà che l’anno prossimo non conquisti anche qualcosa di più. Anche Benedetta Parodi, merito della trasmissione Bake Off, pare si sia presa una bella rivincita da La 7, totalizzando in sei putante in onda al venerdì in prime time una media di share del 3,5%, raggiungendo con la finale del 3 gennaio scorso il 5% grazie alla trasmissione in contemporanea anche su Dmax. Tali risultati sono ottimi – anche se numericamente contenuti – per i nativi digitali e preoccupano i grandi editori nazionali che per fare il minimo sindacale dei 4-5 milioni di spettatori in prima serata sulla “rete ammiraglia” spendono fior di milioni e sono sempre in cerca di tagli a carnet e produzioni. La gara, quindi, attualmente è aperta per il terzo posto del podio degli ascolti, dopo Rai Mediaset, tra Cairo e Discovery , network che si collocano l’uno al 5,4% di share e l’altro al 5,5% (praticamente allineati). La 7 e La 7d vanno nel complesso molto bene nel prime time (fascia molto appetibile per gli investors pubblicitari), dove a spingere il dato d’ascolto ci pensa Servizio Pubblico di Michele Santoro (ed altri 100.000) che totalizza ascolti tali da metterlo in competizione addirittura con l’ammiraglia del Biscione Canale 5 (Italia Oggi, 09/01/2014, p. 19); Real Time, invece, vanta il podio dei nativi digitali, avendo contato nel 2013 su un buon 1,6% di share sul totale giorno (+11% rispetto al 2012), collocandosi nella classifica dei più visti all’8° posto, subito dopo le 7 reti generaliste nazionali. Seguono Dmax con 1,3%, Giallo 0,8% e Focus 0,5%, per citare le realtà che più hanno incontrato il gradimento del nuovo pubblico “tematico”. Nella Tv dei ragazzi fa ancora da padrone Discovery che, per il 2013, può vantare uno share del 7,6% nella fascia 4-14 anni con K2 e Fresbee, lasciandosi dietro De Agostini e Disney. Sarà quindi per le buone performance editoriali che proprio Discovery sembrerebbe voler puntare al tasto n. 9 del telecomando, per il quale si rumoreggia stia trattando con All Music che – dopo perdite per 12 milioni di euro nel triennio 2010-2011-2012 – ben accetterebbe la ricollocazione di Real Time, magari con annesso miglioramento anche della posizione di Dmax che sconta il fardello del LCN 52 (Italia Oggi 07/01/2014, p. 19) in cambio di un po’ di ossigeno. Va da sé che, per operazioni di scambio di LCN tra fornitori di servizi di media audiovisivi, occorre prestare la massima attenzione in relazione alla oramai prossima terza riscrittura del piano di assegnazione, anche se l’oramai intervenuto consolidamento della programmazione DTT dovrebbe orientare l’Agcom ed il MSE-Com (giudici amministrativi permettendo) più che in direzione di un ulteriore stravolgimento degli archi di numerazione (come si verde è il mercato che poi si regola da sé) verso assegnazioni più oculate. (S.C. per NL)
 

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