Gruppo L’Espresso: bene radio e tv, ma è internet a tirare la volata

Confermando la tendenza evidenziata dai dati del primo semestre, i conti 2010 del gruppo editoriale di Carlo De Benedetti sono in netta ripresa, con un utile netto di 50,1 milioni di euro contro i 5,8 dell’anno precedente.

Dopo l’annuncio, il titolo ha preso il volo in borsa. E pensare che la crisi del 2009 aveva colpito duramente, con un calo generalizzato di diffusione, fatturato e raccolta pubblicitaria, quest’ultima decisamente in picchiata. Proprio negli ultimi mesi del 2009 aveva cominciato a dispiegarsi il piano di ristrutturazione, con due parole d’ordine: ridurre i costi e puntare decisamente sull’online. Il primo imperativo si è tradotto tra l’altro in una drastica riduzione del personale, pari a circa il 10% in un anno. Il secondo invece ha prodotto la radicale riprogettazione di tutta la presenza del gruppo sul web, da Repubblica.it a L’Espresso passando per Deejay. La presenza dell’advertising su tutti i siti è stata intensificata e resa decisamente più evidente, suscitando reazioni non sempre entusiastiche tra i lettori “storici”, ma i risultati non si sono fatti attendere: la raccolta pubblicitaria su internet è aumentata di una percentuale superiore al 20%. Anche radio e TV hanno fatto segnare risultati positivi (rispettivamente +7,7% e +4,5%), con una performance del comparto sat, coi prodotti myDeejay, Onda latina e Sky Music, aumentata del 28,8% e con il notevole successo di Deejay TV che si è affermata rapidamente. La stampa, invece, è risultata ancora in calo (-4,3%), sia sui quotidiani che sui periodici. "La flessione dei quotidiani, in particolare, è dovuta principalmente all’andamento negativo della pubblicità locale e rubricata (-5,7%), direttamente riconducibile alle persistenti difficoltà economiche che hanno interessato il mondo delle piccole imprese e attività; la pubblicità nazionale si è attestata su valori simili a quelli dell’esercizio precedente", recita il comunicato ufficiale. Sulla base degli ultimi dati pubblicati da ADS ed Audipress, La Repubblica si conferma però come il primo quotidiano italiano d’informazione sia per numero di copie vendute in edicola che per numero di lettori. "Le vendite in edicola hanno registrato una flessione dell’1,2% rispetto all’anno precedente, laddove il mercato dei quotidiani (ADS a novembre) ha perso il 5,7%; inoltre, a fronte di un numero totale di lettori di quotidiani sostanzialmente stabile (-0,1%), i lettori medi giornalieri de la Repubblica sono risultati in crescita in corso d’anno (+2,5%), raggiungendo i 3,3 milioni (Audipress 2010/III) e portando il vantaggio sul secondo quotidiano a più del 10%", spiega la nota del gruppo.  "L’Espresso registra una diffusione in calo del 2,8% rispetto all’esercizio precedente (ADS a novembre), mentre il mercato ha perso il 3,3%, e mantiene 2,5 milioni di lettori medi settimanali – precisa il comunicato del gruppo multimediale –  Infine, la diffusione dei quotidiani locali del Gruppo mostra una flessione del 3% riconducibile al contesto di crisi economica; il calo risulta comunque significativamente più contenuto del mercato ed i risultati della rilevazione Audipress confermano un numero di lettori medi giornalieri pari ad oltre 3,3 milioni. I ricavi pubblicitari, €528,4mn, hanno registrato una crescita del 6,3% rispetto al 2009". Per il 2011 le previsioni rispettano la medesima tendenza: sempre meno carta e sempre più rete, con i media di broadcasting che continuano in ogni caso a rappresentare, almeno in Italia, un mercato da presidiare. (E.D. per NL)

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