Con la legge n. 132/2025, l’Italia introduce un primo quadro organico nazionale sull’intelligenza artificiale. Una disciplina che non si limita a recepire l’A.I. Act europeo, ma si pone come norma di sistema, incidendo direttamente su editoria, broadcasting, telecomunicazioni e digitale. Diritto d’autore, deepfake, risorse umane, cybersicurezza e governance: i capitoli chiave di una riforma che segna uno spartiacque.
Sintesi
Con la legge 132/2025 l’Italia inaugura un vero e proprio spartiacque nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Non si tratta di un semplice recepimento dell’A.I. Act europeo, ma di una norma di sistema che interviene direttamente su editoria, broadcasting, telecomunicazioni e digitale.
La legge, in vigore dal 10/10/2025, definirà regole precise: le opere generate interamente dall’I.A. non potranno godere di tutela autoriale, a meno che non vi sia un apporto creativo umano riconoscibile; viene introdotto un nuovo reato per la diffusione di deepfake, con obblighi per media e telco di adottare strumenti di watermarking e sistemi di autenticazione; nelle relazioni di lavoro, l’uso dell’I.A. dovrà essere dichiarato apertamente ed ogni decisione automatizzata dovrà restare sotto il controllo umano.
Il legislatore ha voluto inoltre rafforzare la governance, affidando ad AgID (Agenzia per l’Italia Digitale)il compito di promuovere innovazione e all’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale) quello di vigilare e sanzionare, includendo media e telco nel perimetro cibernetico.
Per le imprese il messaggio è chiaro: non è più il tempo delle sperimentazioni senza regole, ma quello della compliance immediata e dei processi trasparenti. Allo stesso tempo, però, la legge apre spazi di sviluppo, dalla sicurezza informatica ai nuovi modelli di business fondati sulla personalizzazione e sull’analisi avanzata dei dati.
È un passaggio che segna la fine dell’era pionieristica dell’I.A. e l’inizio di una fase di regolazione matura e strutturata.
Delle previsioni della L. 132/2025 si accennerà anche al Radio Meeting 2025 del 15/10/2025.
Dall’Europa all’Italia: recepimento rafforzato
Il Regolamento UE 2024/1689 (AI Act) ha delineato il quadro comunitario. L’Italia, con la L. 132/2025, ha scelto di andare oltre: non un semplice atto di adeguamento, ma una legge nazionale “onnicomprensiva”. Pubblicata in Gazzetta il 25/09/2025 ed efficace dal 10/10/2025, la norma anticipa i tempi di recepimento europeo ed integra obblighi specifici. Lo strumento scelto è la legge ordinaria, e non un decreto legislativo, a conferma della volontà del Parlamento di esercitare un controllo politico diretto sulla materia.
Impatto per il settore dei media e delle telco
Per le imprese del settore media e telco significa un’immediata esigenza di adeguamento: compliance, revisione dei workflow, formazione interna e risk management diventano priorità. Non si tratta di un framework astratto, ma di un “corpus” di regole destinate a incidere subito sui modelli operativi.
Creatività e diritto d’autore
Uno dei nodi più delicati è quello del copyright. La legge stabilisce che le opere generate interamente dall’I.A. non godono di protezione autoriale. La tutela scatta solo se vi è un apporto creativo umano “determinante”, che può consistere nella selezione, adattamento o composizione del materiale generato.
La linea di confine resta umana
In pratica: se un editore utilizza un algoritmo per produrre testi, immagini o audio, la protezione sarà riconosciuta solo se l’opera finale porta la traccia di una scelta creativa umana. Una regola che intende salvaguardare l’originalità intellettuale, evitando una proliferazione di contenuti “anonimi” giuridicamente non tutelabili.
Text and data mining
La legge consente invece il text and data mining a fini di addestramento, purché i dataset siano legittimamente accessibili. Questo significa che gli operatori dovranno definire policy chiare per distinguere contenuti protetti da quelli liberamente riutilizzabili. Per gli editori, si apre il tema delle licenze, mentre broadcaster e piattaforme dovranno attrezzarsi con sistemi di tracciabilità per evitare contenziosi.
Deepfake e nuove fattispecie penali
Altro fronte strategico è quello dei deepfake. La L. 132/2025 introduce un reato specifico per la diffusione di contenuti manipolati digitalmente idonei a trarre in inganno. È un passaggio dirompente: non si tratta più di reprimere la diffamazione o la truffa con strumenti tradizionali, ma di riconoscere la manipolazione sintetica come autonoma fonte di illecito.
Watermarking, verifiche di autenticità e sistemi di detection
Per telco, OTT e broadcaster significa dover implementare watermarking, verifiche di autenticità e sistemi di detection. Le concessionarie pubblicitarie dovranno a loro volta garantire che gli spot non contengano manipolazioni ingannevoli. Chi non si adegua rischia sanzioni e, soprattutto, danni reputazionali incalcolabili.
IA e lavoro: trasparenza e supervisione
Un altro asse portante riguarda le relazioni di lavoro. La norma prevede che l’utilizzo di I.A. nei processi HR – selezione, valutazione, gestione delle performance – debba essere dichiarato ai lavoratori. Non solo: ogni decisione automatizzata deve restare sotto la supervisione di un responsabile umano.
Doppio livello di compliance
Questo obbligo spinge le imprese ad un doppio livello di compliance: da un lato, audit sugli strumenti già adottati (ATS, algoritmi di profilazione, analisi predittive); dall’altro, garanzia di “human in the loop” in ogni fase decisionale.
Obblighi di trasparenza
Per il settore media e telco, che impiega sistemi di machine learning per scouting di talenti, analisi di produttività o pianificazione turni, la norma si traduce in obblighi immediati di trasparenza. Chi non adeguerà policy e contratti si espone a rischi di contenzioso in sede giuslavoristica.
Giustizia: I.A. come ausilio, non come giudice
Sul fronte giuridico, la legge delimita chiaramente i confini: l’I.A. potrà supportare il lavoro giudiziario come strumento organizzativo, ma non potrà mai sostituire la decisione umana. La giurisdizione sulle controversie legate all’I.A. è attribuita ai tribunali italiani, segnale di specializzazione e centralità nazionale.
Riflessi sui media
Questa impostazione si riflette indirettamente anche sul settore media: chi utilizza I.A. in contesti editoriali e pubblicitari sa che eventuali contenziosi troveranno sede naturale in tribunali nazionali già preparati alla materia.
Governance e cybersicurezza: doppio presidio AgID-ACN
La governance del nuovo perimetro è affidata a due soggetti distinti. AgID, per la promozione dello sviluppo e delle politiche di innovazione; ACN, con poteri di vigilanza e sanzione. È una scelta che punta a bilanciare innovazione e controllo.
Difesa cibernetica
Sul piano operativo, la legge attribuisce all’ACN un ruolo cruciale nella cybersicurezza: l’.I.A diventa strumento di difesa cibernetica, con obbligo per gli operatori strategici di implementare misure specifiche. Per telco e broadcaster significa rientrare in pieno nell’alveo cibernetico, con nuovi obblighi di audit e reporting.
Decreti attuativi e prospettive future
La legge prevede deleghe al Governo per adottare, entro 12 mesi, decreti attuativi su dati, algoritmi e metodi di addestramento. Qui si giocherà una partita decisiva: stabilire chi potrà usare cosa, con quali dataset ed in quali condizioni di licenza.
Gold plating
Non solo: sarà necessario coordinare la disciplina nazionale con l’A.I. Act UE, evitando sovrapposizioni e conflitti. Il rischio di “gold plating” (eccesso di regolazione nazionale rispetto al diritto comunitario) è concreto. Per le imprese, significa che il quadro non è ancora definitivo: occorrerà monitorare costantemente l’evoluzione dei decreti e i futuri indirizzi regolatori.
Media e telco: vincoli ed opportunità
Per il comparto media e telco, la L. 132/2025 segna un cambio di paradigma. Obblighi di trasparenza nei rapporti di lavoro, vincoli in materia di copyright e nuove responsabilità sui deepfake richiederanno investimenti significativi in compliance, formazione e governance.
Opportunità
Ma la norma apre anche a nuove opportunità. L’esplicito riconoscimento dell’I.A. come leva per la cybersicurezza spalanca spazi a progetti pilota, partenariati pubblico-privati e nuovi modelli di business. Anche sul fronte editoriale e pubblicitario, l’I.A. potrà diventare strumento di analisi avanzata, personalizzazione ed ottimizzazione, purché nel rispetto delle regole.
Oltre il testo normativo
La legge italiana sull’I.A. non è un semplice atto di recepimento, ma un vero e proprio cambio di scenario. Per i player delle telecomunicazioni e dei media digitali significa regole più stringenti, ma anche maggiore certezza giuridica. Chi saprà leggere in anticipo il quadro normativo e trasformare la compliance in leva strategica potrà conquistare un vantaggio competitivo.
Finita la parentesi della sperimentazione senza rete di protezione
L’era dell’intelligenza artificiale “regolata” è iniziata: il tempo delle sperimentazioni senza rete di protezione è finito.
Il testo normativo
Qui il testo integrale della L. 132/2025. Delle previsioni della L. 132/2025 accennerà nel proprio intervento al Radio Meeting 2025 del 15/10/2025 il direttore di Newslinet, avv. Massimo Lualdi. (G.M. per NL)