Mercato pubblicitario: giù tutti i mezzi. Si salva solo il web e anche Mediaset è costretta a contare sui canali storici

Il rapporto “Comunicare domani 2011”, presentato da AssoComunicazione (associazione di 150 imprese italiane del settore della comunicazione), parla chiaro: in un quadro di sostanziale staticità – con previsioni che parlano di un – 0,7 % a fine anno – gli investimenti si spostano decisamente dal settore dei media tradizionali al digitale, e soprattutto verso internet (+ 18%).

Il rapporto “Comunicare domani 2011”, presentato da AssoComunicazione (associazione di 150 imprese italiane del settore della comunicazione), parla chiaro: in un quadro di sostanziale staticità – con previsioni che parlano di un – 0,7 % a fine anno – gli investimenti si spostano decisamente dal settore dei media tradizionali al digitale, e soprattutto verso internet (+ 18%).

Il rapporto “Comunicare domani 2011”, presentato da AssoComunicazione (associazione di 150 imprese italiane del settore della comunicazione), parla chiaro: in un quadro di sostanziale staticità – con previsioni che parlano di un – 0,7 % a fine anno – gli investimenti si spostano decisamente dal settore dei media tradizionali al digitale, e soprattutto verso internet (+ 18%).

Colpisce la flessione del mercato televisivo, che sconta una certa perdita di appeal dei canali generalisti, solo parzialmente compensata dalla crescita del digitale terrestre. Tra i principali player italiani si salva solo Telecom Italia Media, con La7 e La7D in crescita, mentre RAI, Mediaset e Sky lasciano diversi punti percentuali sul tappeto. Proprio Mediaset ha recentemente registrato un calo del 2-2,5 % nella raccolta pubblicitaria nel primo semestre, con previsioni ugualmente negative per la fine dell’anno in corso. Piersilvio Berlusconi, però, ha denunciato la presenza di un generale disorientamento degli investitori, causato anche dalle vicende politiche che, a suo dire, danneggiano l’azienda introducendo elementi di valutazione che nulla hanno a che fare con il business. Il vicepresidente di Mediaset non ha mancato inoltre di rimarcare il ruolo comunque decisivo della TV generalista, che in Italia detiene ancora di gran lunga il primato assoluto degli ascolti. Una posizione non esattamente proiettata nel futuro, sulla quale probabilmente pesano i risultati non proprio brillanti raggiunti finora nel settore pay-TV, che non riesce a togliere spazio al concorrente satellitare (peraltro anch’esso in perdita: -5,5 %) nonostante lo sbarco su internet con Premium Net-TV. Così la strategia del Biscione sul versante dei nuovi media sembra essere per ora affidata solo all’annuncio del canale all-news TgCom 24, che arriverà sulle TV digitali ma anche sui dispositivi mobili “intelligenti”(smartphone e tablet) con una specifica app. Il settore mobile sembra essere tra l’altro, sempre secondo le previsioni di AssoComunicazione, l’unico attraverso il quale si intravede una speranza di sopravvivenza per le testate giornalistiche tradizionali. Nel quadro generalmente assai poco confortante della stampa, infatti, si registra qualche timido successo solo per le iniziative editoriali che puntano sulla fruizione multipiattaforma in mobilità. Futuro incerto per tutti gli altri, a partire dalle TV locali, soffocate dalla moltiplicazione dei canali digitali dei superplayer, fino ad arrivare alle radio e al cinema che, nonostante i tentativi di innovazione, riescono sempre meno ad attrarre investimenti in un mercato completamente rapito dai nuovi orizzonti della rete. Una rete che, dice il rapporto, “paradossalmente” integra e fa propri i modelli comunicativi dei vecchi media, attirandone inesorabilmente gli utenti. Probabilmente, chissà, anche quelli finora inchiodati davanti alle tanto care TV generaliste… (E.D. per NL)

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