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(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

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Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

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Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

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Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Contenuto liquido<\/h3>\r\n

I riassunti di Particle fanno parte di un'offerta di \"contenuto liquido\" che si adatta alle tue esigenze. C'\u00e8 una versione che sintetizza gli elementi essenziali, una versione \"spiegamelo come se avessi cinque anni\" che fornisce un linguaggio semplificato e un formato pi\u00f9 articolato \"chi, cosa, dove, quando e perch\u00e9\" per semplicit\u00e0. La funzione \"parti opposte\" prende prospettive diverse da varie fonti e le organizza in due lati, mostrando gli argomenti a favore e contro. Potrebbe essere politico, rappresentando diversi partiti, o per un film, potrebbe essere ci\u00f2 che \u00e8 piaciuto alle persone in contrapposizione a ci\u00f2 che non \u00e8 piaciuto. Organizza la storia in modo che tu possa capire come le persone hanno reagito.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) - Una caratteristica che sembra particolarmente innovativa \u00e8 quella delle Opposite Sides<\/em> ossia le opinioni opposte<\/em> e quella delle domande, che ci ricorda i tempi in cui si compravano due giornali, magari uno politicamente di sinistra ed uno di destra, per leggere entrambi i punti di vista. Dettagliamo queste funzionalit\u00e0 e spieghiamo come selezionate le visioni opposte.
(S.B) - La ricerca di comparazione acquistando due giornali con prospettive diverse \u00e8 esattamente ci\u00f2 che stiamo cercando di soddisfare. Oggi \u00e8 difficile trovare prospettive alternative. Se vedi qualcosa sui social media, potresti chiederti se quella \u00e8 l'unica visione, ma trovarne altre richiede molto lavoro di ricerca: leggere commenti, cercare sui siti dei giornali o ricercare contenuti non correlati. La maggior parte delle persone non lo fa. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Contenuto liquido<\/h3>\r\n

I riassunti di Particle fanno parte di un'offerta di \"contenuto liquido\" che si adatta alle tue esigenze. C'\u00e8 una versione che sintetizza gli elementi essenziali, una versione \"spiegamelo come se avessi cinque anni\" che fornisce un linguaggio semplificato e un formato pi\u00f9 articolato \"chi, cosa, dove, quando e perch\u00e9\" per semplicit\u00e0. La funzione \"parti opposte\" prende prospettive diverse da varie fonti e le organizza in due lati, mostrando gli argomenti a favore e contro. Potrebbe essere politico, rappresentando diversi partiti, o per un film, potrebbe essere ci\u00f2 che \u00e8 piaciuto alle persone in contrapposizione a ci\u00f2 che non \u00e8 piaciuto. Organizza la storia in modo che tu possa capire come le persone hanno reagito.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Le informazioni che cerchi nel tempo che hai<\/h3>\r\n

Il nostro obiettivo \u00e8 incontrarti dove sei. Se sei occupato ed hai solo il tempo di scorrere qualche titolo, ci pensiamo noi. Se hai pi\u00f9 tempo e vuoi approfondire, Particle funge da mappa per navigare tra diverse fonti, fare domande e comprendere appieno cosa sta accadendo. Per le persone che sono impegnate, con poco tempo disponibile, ma che vogliono tenere sempre il passo con le notizie, ci\u00f2 pu\u00f2 essere estremamente impegnativo, anche per chi \u00e8 motivato. Particle ti fornisce le informazioni che cerchi nel tempo che hai disponibile.<\/em><\/p>\r\n

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Opinioni opposte<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Una caratteristica che sembra particolarmente innovativa \u00e8 quella delle Opposite Sides<\/em> ossia le opinioni opposte<\/em> e quella delle domande, che ci ricorda i tempi in cui si compravano due giornali, magari uno politicamente di sinistra ed uno di destra, per leggere entrambi i punti di vista. Dettagliamo queste funzionalit\u00e0 e spieghiamo come selezionate le visioni opposte.
(S.B) - La ricerca di comparazione acquistando due giornali con prospettive diverse \u00e8 esattamente ci\u00f2 che stiamo cercando di soddisfare. Oggi \u00e8 difficile trovare prospettive alternative. Se vedi qualcosa sui social media, potresti chiederti se quella \u00e8 l'unica visione, ma trovarne altre richiede molto lavoro di ricerca: leggere commenti, cercare sui siti dei giornali o ricercare contenuti non correlati. La maggior parte delle persone non lo fa. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Contenuto liquido<\/h3>\r\n

I riassunti di Particle fanno parte di un'offerta di \"contenuto liquido\" che si adatta alle tue esigenze. C'\u00e8 una versione che sintetizza gli elementi essenziali, una versione \"spiegamelo come se avessi cinque anni\" che fornisce un linguaggio semplificato e un formato pi\u00f9 articolato \"chi, cosa, dove, quando e perch\u00e9\" per semplicit\u00e0. La funzione \"parti opposte\" prende prospettive diverse da varie fonti e le organizza in due lati, mostrando gli argomenti a favore e contro. Potrebbe essere politico, rappresentando diversi partiti, o per un film, potrebbe essere ci\u00f2 che \u00e8 piaciuto alle persone in contrapposizione a ci\u00f2 che non \u00e8 piaciuto. Organizza la storia in modo che tu possa capire come le persone hanno reagito.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL) - Tornando a Particle.<\/em> In un articolo precedente su Newslinet<\/em>, abbiamo cercato di spiegare cos'\u00e8 la piattaforma e come funziona. Abbiamo tralasciato qualche dettaglio importante?
(S.B.) - Ho letto l'articolo, in ogni caso permettetemi di descriverlo per i lettori ed ascoltatori. L'obiettivo di Particle \u00e8 aiutare a comprendere pi\u00f9 rapidamente le notizie e gli eventi che interessano. Particle genera riassunti di notizie da varie fonti e li presenta in un feed personalizzato. Puoi mantenere la personalizzazione leggera, concentrarti su tecnologia o politica, o essere molto dettagliato ed affinare i tuoi interessi. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Le informazioni che cerchi nel tempo che hai<\/h3>\r\n

Il nostro obiettivo \u00e8 incontrarti dove sei. Se sei occupato ed hai solo il tempo di scorrere qualche titolo, ci pensiamo noi. Se hai pi\u00f9 tempo e vuoi approfondire, Particle funge da mappa per navigare tra diverse fonti, fare domande e comprendere appieno cosa sta accadendo. Per le persone che sono impegnate, con poco tempo disponibile, ma che vogliono tenere sempre il passo con le notizie, ci\u00f2 pu\u00f2 essere estremamente impegnativo, anche per chi \u00e8 motivato. Particle ti fornisce le informazioni che cerchi nel tempo che hai disponibile.<\/em><\/p>\r\n

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Opinioni opposte<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Una caratteristica che sembra particolarmente innovativa \u00e8 quella delle Opposite Sides<\/em> ossia le opinioni opposte<\/em> e quella delle domande, che ci ricorda i tempi in cui si compravano due giornali, magari uno politicamente di sinistra ed uno di destra, per leggere entrambi i punti di vista. Dettagliamo queste funzionalit\u00e0 e spieghiamo come selezionate le visioni opposte.
(S.B) - La ricerca di comparazione acquistando due giornali con prospettive diverse \u00e8 esattamente ci\u00f2 che stiamo cercando di soddisfare. Oggi \u00e8 difficile trovare prospettive alternative. Se vedi qualcosa sui social media, potresti chiederti se quella \u00e8 l'unica visione, ma trovarne altre richiede molto lavoro di ricerca: leggere commenti, cercare sui siti dei giornali o ricercare contenuti non correlati. La maggior parte delle persone non lo fa. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Contenuto liquido<\/h3>\r\n

I riassunti di Particle fanno parte di un'offerta di \"contenuto liquido\" che si adatta alle tue esigenze. C'\u00e8 una versione che sintetizza gli elementi essenziali, una versione \"spiegamelo come se avessi cinque anni\" che fornisce un linguaggio semplificato e un formato pi\u00f9 articolato \"chi, cosa, dove, quando e perch\u00e9\" per semplicit\u00e0. La funzione \"parti opposte\" prende prospettive diverse da varie fonti e le organizza in due lati, mostrando gli argomenti a favore e contro. Potrebbe essere politico, rappresentando diversi partiti, o per un film, potrebbe essere ci\u00f2 che \u00e8 piaciuto alle persone in contrapposizione a ci\u00f2 che non \u00e8 piaciuto. Organizza la storia in modo che tu possa capire come le persone hanno reagito.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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Influencer<\/em><\/h3>\r\n

Gli influencer hanno continuato a prosperare, ma per le persone comuni non sempre ne comprendevano lo scopo finale. Tuttavia, il modello dei video verticali si \u00e8 evoluto. Ora abbiamo influencer che pubblicano continuamente, a volte in diretta, a volte no. Twitch ha trasmissioni live e si possono anche utilizzare Instagram e v<\/em>arie piattaforme. Ma Periscope \u00e8 stato il primo a portarlo alle masse.<\/em><\/p>\r\n

Particle.news,<\/em> la app<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Tornando a Particle.<\/em> In un articolo precedente su Newslinet<\/em>, abbiamo cercato di spiegare cos'\u00e8 la piattaforma e come funziona. Abbiamo tralasciato qualche dettaglio importante?
(S.B.) - Ho letto l'articolo, in ogni caso permettetemi di descriverlo per i lettori ed ascoltatori. L'obiettivo di Particle \u00e8 aiutare a comprendere pi\u00f9 rapidamente le notizie e gli eventi che interessano. Particle genera riassunti di notizie da varie fonti e li presenta in un feed personalizzato. Puoi mantenere la personalizzazione leggera, concentrarti su tecnologia o politica, o essere molto dettagliato ed affinare i tuoi interessi. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Le informazioni che cerchi nel tempo che hai<\/h3>\r\n

Il nostro obiettivo \u00e8 incontrarti dove sei. Se sei occupato ed hai solo il tempo di scorrere qualche titolo, ci pensiamo noi. Se hai pi\u00f9 tempo e vuoi approfondire, Particle funge da mappa per navigare tra diverse fonti, fare domande e comprendere appieno cosa sta accadendo. Per le persone che sono impegnate, con poco tempo disponibile, ma che vogliono tenere sempre il passo con le notizie, ci\u00f2 pu\u00f2 essere estremamente impegnativo, anche per chi \u00e8 motivato. Particle ti fornisce le informazioni che cerchi nel tempo che hai disponibile.<\/em><\/p>\r\n

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Opinioni opposte<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Una caratteristica che sembra particolarmente innovativa \u00e8 quella delle Opposite Sides<\/em> ossia le opinioni opposte<\/em> e quella delle domande, che ci ricorda i tempi in cui si compravano due giornali, magari uno politicamente di sinistra ed uno di destra, per leggere entrambi i punti di vista. Dettagliamo queste funzionalit\u00e0 e spieghiamo come selezionate le visioni opposte.
(S.B) - La ricerca di comparazione acquistando due giornali con prospettive diverse \u00e8 esattamente ci\u00f2 che stiamo cercando di soddisfare. Oggi \u00e8 difficile trovare prospettive alternative. Se vedi qualcosa sui social media, potresti chiederti se quella \u00e8 l'unica visione, ma trovarne altre richiede molto lavoro di ricerca: leggere commenti, cercare sui siti dei giornali o ricercare contenuti non correlati. La maggior parte delle persone non lo fa. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Contenuto liquido<\/h3>\r\n

I riassunti di Particle fanno parte di un'offerta di \"contenuto liquido\" che si adatta alle tue esigenze. C'\u00e8 una versione che sintetizza gli elementi essenziali, una versione \"spiegamelo come se avessi cinque anni\" che fornisce un linguaggio semplificato e un formato pi\u00f9 articolato \"chi, cosa, dove, quando e perch\u00e9\" per semplicit\u00e0. La funzione \"parti opposte\" prende prospettive diverse da varie fonti e le organizza in due lati, mostrando gli argomenti a favore e contro. Potrebbe essere politico, rappresentando diversi partiti, o per un film, potrebbe essere ci\u00f2 che \u00e8 piaciuto alle persone in contrapposizione a ci\u00f2 che non \u00e8 piaciuto. Organizza la storia in modo che tu possa capire come le persone hanno reagito.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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(NL)\u00a0 - Anni fa, numerosi giornalisti in Italia usavano Periscope<\/em> per raccogliere notizie in tempo reale. Poi quell'app<\/em> \u00e8 scomparsa...
(S.B.) - \u00c8 stato un momento particolare: la prima volta che si poteva scegliere un luogo nel mondo, scandagliare qualsiasi punto del pianeta e vedere cosa stesse accadendo, in diretta dalle persone che trasmettevano. \u00c8 stato un momento speciale che ha focalizzato la percezione del mondo: non sembrava pi\u00f9 cos\u00ec grande. Ma la novit\u00e0 non \u00e8 durata, per svariati motivi.<\/em><\/p>\r\n

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Influencer<\/em><\/h3>\r\n

Gli influencer hanno continuato a prosperare, ma per le persone comuni non sempre ne comprendevano lo scopo finale. Tuttavia, il modello dei video verticali si \u00e8 evoluto. Ora abbiamo influencer che pubblicano continuamente, a volte in diretta, a volte no. Twitch ha trasmissioni live e si possono anche utilizzare Instagram e v<\/em>arie piattaforme. Ma Periscope \u00e8 stato il primo a portarlo alle masse.<\/em><\/p>\r\n

Particle.news,<\/em> la app<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Tornando a Particle.<\/em> In un articolo precedente su Newslinet<\/em>, abbiamo cercato di spiegare cos'\u00e8 la piattaforma e come funziona. Abbiamo tralasciato qualche dettaglio importante?
(S.B.) - Ho letto l'articolo, in ogni caso permettetemi di descriverlo per i lettori ed ascoltatori. L'obiettivo di Particle \u00e8 aiutare a comprendere pi\u00f9 rapidamente le notizie e gli eventi che interessano. Particle genera riassunti di notizie da varie fonti e li presenta in un feed personalizzato. Puoi mantenere la personalizzazione leggera, concentrarti su tecnologia o politica, o essere molto dettagliato ed affinare i tuoi interessi. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Le informazioni che cerchi nel tempo che hai<\/h3>\r\n

Il nostro obiettivo \u00e8 incontrarti dove sei. Se sei occupato ed hai solo il tempo di scorrere qualche titolo, ci pensiamo noi. Se hai pi\u00f9 tempo e vuoi approfondire, Particle funge da mappa per navigare tra diverse fonti, fare domande e comprendere appieno cosa sta accadendo. Per le persone che sono impegnate, con poco tempo disponibile, ma che vogliono tenere sempre il passo con le notizie, ci\u00f2 pu\u00f2 essere estremamente impegnativo, anche per chi \u00e8 motivato. Particle ti fornisce le informazioni che cerchi nel tempo che hai disponibile.<\/em><\/p>\r\n

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Opinioni opposte<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Una caratteristica che sembra particolarmente innovativa \u00e8 quella delle Opposite Sides<\/em> ossia le opinioni opposte<\/em> e quella delle domande, che ci ricorda i tempi in cui si compravano due giornali, magari uno politicamente di sinistra ed uno di destra, per leggere entrambi i punti di vista. Dettagliamo queste funzionalit\u00e0 e spieghiamo come selezionate le visioni opposte.
(S.B) - La ricerca di comparazione acquistando due giornali con prospettive diverse \u00e8 esattamente ci\u00f2 che stiamo cercando di soddisfare. Oggi \u00e8 difficile trovare prospettive alternative. Se vedi qualcosa sui social media, potresti chiederti se quella \u00e8 l'unica visione, ma trovarne altre richiede molto lavoro di ricerca: leggere commenti, cercare sui siti dei giornali o ricercare contenuti non correlati. La maggior parte delle persone non lo fa. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Contenuto liquido<\/h3>\r\n

I riassunti di Particle fanno parte di un'offerta di \"contenuto liquido\" che si adatta alle tue esigenze. C'\u00e8 una versione che sintetizza gli elementi essenziali, una versione \"spiegamelo come se avessi cinque anni\" che fornisce un linguaggio semplificato e un formato pi\u00f9 articolato \"chi, cosa, dove, quando e perch\u00e9\" per semplicit\u00e0. La funzione \"parti opposte\" prende prospettive diverse da varie fonti e le organizza in due lati, mostrando gli argomenti a favore e contro. Potrebbe essere politico, rappresentando diversi partiti, o per un film, potrebbe essere ci\u00f2 che \u00e8 piaciuto alle persone in contrapposizione a ci\u00f2 che non \u00e8 piaciuto. Organizza la storia in modo che tu possa capire come le persone hanno reagito.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

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Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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Connettere le persone alle notizie rilevanti<\/h3>\r\n

Ho trascorso la maggior parte della mia carriera pensando a come le persone si relazionassero con ci\u00f2 che accade nel mondo e come vengono collegate e connesse alle cose che le interessano. Questa approccio ha ispirato me e il mio co-fondatore a realizzare Particle, con una missione: collegare le persone con ci\u00f2 che sta accadendo e aiutarle a capire cosa succede intorno a loro.<\/em><\/p>\r\n

Vine e Periscope<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL)\u00a0 - Anni fa, numerosi giornalisti in Italia usavano Periscope<\/em> per raccogliere notizie in tempo reale. Poi quell'app<\/em> \u00e8 scomparsa...
(S.B.) - \u00c8 stato un momento particolare: la prima volta che si poteva scegliere un luogo nel mondo, scandagliare qualsiasi punto del pianeta e vedere cosa stesse accadendo, in diretta dalle persone che trasmettevano. \u00c8 stato un momento speciale che ha focalizzato la percezione del mondo: non sembrava pi\u00f9 cos\u00ec grande. Ma la novit\u00e0 non \u00e8 durata, per svariati motivi.<\/em><\/p>\r\n

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Influencer<\/em><\/h3>\r\n

Gli influencer hanno continuato a prosperare, ma per le persone comuni non sempre ne comprendevano lo scopo finale. Tuttavia, il modello dei video verticali si \u00e8 evoluto. Ora abbiamo influencer che pubblicano continuamente, a volte in diretta, a volte no. Twitch ha trasmissioni live e si possono anche utilizzare Instagram e v<\/em>arie piattaforme. Ma Periscope \u00e8 stato il primo a portarlo alle masse.<\/em><\/p>\r\n

Particle.news,<\/em> la app<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Tornando a Particle.<\/em> In un articolo precedente su Newslinet<\/em>, abbiamo cercato di spiegare cos'\u00e8 la piattaforma e come funziona. Abbiamo tralasciato qualche dettaglio importante?
(S.B.) - Ho letto l'articolo, in ogni caso permettetemi di descriverlo per i lettori ed ascoltatori. L'obiettivo di Particle \u00e8 aiutare a comprendere pi\u00f9 rapidamente le notizie e gli eventi che interessano. Particle genera riassunti di notizie da varie fonti e li presenta in un feed personalizzato. Puoi mantenere la personalizzazione leggera, concentrarti su tecnologia o politica, o essere molto dettagliato ed affinare i tuoi interessi. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Le informazioni che cerchi nel tempo che hai<\/h3>\r\n

Il nostro obiettivo \u00e8 incontrarti dove sei. Se sei occupato ed hai solo il tempo di scorrere qualche titolo, ci pensiamo noi. Se hai pi\u00f9 tempo e vuoi approfondire, Particle funge da mappa per navigare tra diverse fonti, fare domande e comprendere appieno cosa sta accadendo. Per le persone che sono impegnate, con poco tempo disponibile, ma che vogliono tenere sempre il passo con le notizie, ci\u00f2 pu\u00f2 essere estremamente impegnativo, anche per chi \u00e8 motivato. Particle ti fornisce le informazioni che cerchi nel tempo che hai disponibile.<\/em><\/p>\r\n

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Opinioni opposte<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Una caratteristica che sembra particolarmente innovativa \u00e8 quella delle Opposite Sides<\/em> ossia le opinioni opposte<\/em> e quella delle domande, che ci ricorda i tempi in cui si compravano due giornali, magari uno politicamente di sinistra ed uno di destra, per leggere entrambi i punti di vista. Dettagliamo queste funzionalit\u00e0 e spieghiamo come selezionate le visioni opposte.
(S.B) - La ricerca di comparazione acquistando due giornali con prospettive diverse \u00e8 esattamente ci\u00f2 che stiamo cercando di soddisfare. Oggi \u00e8 difficile trovare prospettive alternative. Se vedi qualcosa sui social media, potresti chiederti se quella \u00e8 l'unica visione, ma trovarne altre richiede molto lavoro di ricerca: leggere commenti, cercare sui siti dei giornali o ricercare contenuti non correlati. La maggior parte delle persone non lo fa. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Contenuto liquido<\/h3>\r\n

I riassunti di Particle fanno parte di un'offerta di \"contenuto liquido\" che si adatta alle tue esigenze. C'\u00e8 una versione che sintetizza gli elementi essenziali, una versione \"spiegamelo come se avessi cinque anni\" che fornisce un linguaggio semplificato e un formato pi\u00f9 articolato \"chi, cosa, dove, quando e perch\u00e9\" per semplicit\u00e0. La funzione \"parti opposte\" prende prospettive diverse da varie fonti e le organizza in due lati, mostrando gli argomenti a favore e contro. Potrebbe essere politico, rappresentando diversi partiti, o per un film, potrebbe essere ci\u00f2 che \u00e8 piaciuto alle persone in contrapposizione a ci\u00f2 che non \u00e8 piaciuto. Organizza la storia in modo che tu possa capire come le persone hanno reagito.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

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Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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L'intervista<\/h3>\r\n

(Newslinet)\u00a0 - Grazie per essere qui con noi oggi. Qualche parola su esperienze precedenti a Particle..<\/em>.
(Sara Beykpour) <\/a>\u00a0- Grazie anzitutto per avermi invitata. Prima che io ed il mio co-fondatore avviassimo Particle, ho trascorso la maggior parte della mia carriera in Twitter, pre X. Sono stata in Twitter per oltre un decennio, lavorando in vari team di prodotto e ingegneria, inclusi quello Conversazioni, Periscope, l'app di streaming live, Vine, l'app di video brevi, il team pubblicitario e Twitter Blue, che \u00e8 stato il primo prodotto in abbonamento di Twitter. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Connettere le persone alle notizie rilevanti<\/h3>\r\n

Ho trascorso la maggior parte della mia carriera pensando a come le persone si relazionassero con ci\u00f2 che accade nel mondo e come vengono collegate e connesse alle cose che le interessano. Questa approccio ha ispirato me e il mio co-fondatore a realizzare Particle, con una missione: collegare le persone con ci\u00f2 che sta accadendo e aiutarle a capire cosa succede intorno a loro.<\/em><\/p>\r\n

Vine e Periscope<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL)\u00a0 - Anni fa, numerosi giornalisti in Italia usavano Periscope<\/em> per raccogliere notizie in tempo reale. Poi quell'app<\/em> \u00e8 scomparsa...
(S.B.) - \u00c8 stato un momento particolare: la prima volta che si poteva scegliere un luogo nel mondo, scandagliare qualsiasi punto del pianeta e vedere cosa stesse accadendo, in diretta dalle persone che trasmettevano. \u00c8 stato un momento speciale che ha focalizzato la percezione del mondo: non sembrava pi\u00f9 cos\u00ec grande. Ma la novit\u00e0 non \u00e8 durata, per svariati motivi.<\/em><\/p>\r\n

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Influencer<\/em><\/h3>\r\n

Gli influencer hanno continuato a prosperare, ma per le persone comuni non sempre ne comprendevano lo scopo finale. Tuttavia, il modello dei video verticali si \u00e8 evoluto. Ora abbiamo influencer che pubblicano continuamente, a volte in diretta, a volte no. Twitch ha trasmissioni live e si possono anche utilizzare Instagram e v<\/em>arie piattaforme. Ma Periscope \u00e8 stato il primo a portarlo alle masse.<\/em><\/p>\r\n

Particle.news,<\/em> la app<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Tornando a Particle.<\/em> In un articolo precedente su Newslinet<\/em>, abbiamo cercato di spiegare cos'\u00e8 la piattaforma e come funziona. Abbiamo tralasciato qualche dettaglio importante?
(S.B.) - Ho letto l'articolo, in ogni caso permettetemi di descriverlo per i lettori ed ascoltatori. L'obiettivo di Particle \u00e8 aiutare a comprendere pi\u00f9 rapidamente le notizie e gli eventi che interessano. Particle genera riassunti di notizie da varie fonti e li presenta in un feed personalizzato. Puoi mantenere la personalizzazione leggera, concentrarti su tecnologia o politica, o essere molto dettagliato ed affinare i tuoi interessi. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Le informazioni che cerchi nel tempo che hai<\/h3>\r\n

Il nostro obiettivo \u00e8 incontrarti dove sei. Se sei occupato ed hai solo il tempo di scorrere qualche titolo, ci pensiamo noi. Se hai pi\u00f9 tempo e vuoi approfondire, Particle funge da mappa per navigare tra diverse fonti, fare domande e comprendere appieno cosa sta accadendo. Per le persone che sono impegnate, con poco tempo disponibile, ma che vogliono tenere sempre il passo con le notizie, ci\u00f2 pu\u00f2 essere estremamente impegnativo, anche per chi \u00e8 motivato. Particle ti fornisce le informazioni che cerchi nel tempo che hai disponibile.<\/em><\/p>\r\n

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Opinioni opposte<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Una caratteristica che sembra particolarmente innovativa \u00e8 quella delle Opposite Sides<\/em> ossia le opinioni opposte<\/em> e quella delle domande, che ci ricorda i tempi in cui si compravano due giornali, magari uno politicamente di sinistra ed uno di destra, per leggere entrambi i punti di vista. Dettagliamo queste funzionalit\u00e0 e spieghiamo come selezionate le visioni opposte.
(S.B) - La ricerca di comparazione acquistando due giornali con prospettive diverse \u00e8 esattamente ci\u00f2 che stiamo cercando di soddisfare. Oggi \u00e8 difficile trovare prospettive alternative. Se vedi qualcosa sui social media, potresti chiederti se quella \u00e8 l'unica visione, ma trovarne altre richiede molto lavoro di ricerca: leggere commenti, cercare sui siti dei giornali o ricercare contenuti non correlati. La maggior parte delle persone non lo fa. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Contenuto liquido<\/h3>\r\n

I riassunti di Particle fanno parte di un'offerta di \"contenuto liquido\" che si adatta alle tue esigenze. C'\u00e8 una versione che sintetizza gli elementi essenziali, una versione \"spiegamelo come se avessi cinque anni\" che fornisce un linguaggio semplificato e un formato pi\u00f9 articolato \"chi, cosa, dove, quando e perch\u00e9\" per semplicit\u00e0. La funzione \"parti opposte\" prende prospettive diverse da varie fonti e le organizza in due lati, mostrando gli argomenti a favore e contro. Potrebbe essere politico, rappresentando diversi partiti, o per un film, potrebbe essere ci\u00f2 che \u00e8 piaciuto alle persone in contrapposizione a ci\u00f2 che non \u00e8 piaciuto. Organizza la storia in modo che tu possa capire come le persone hanno reagito.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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\r\n\"Particle\" Sara Beykpour[\/caption]\r\n

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L'intervista<\/h3>\r\n

(Newslinet)\u00a0 - Grazie per essere qui con noi oggi. Qualche parola su esperienze precedenti a Particle..<\/em>.
(Sara Beykpour) <\/a>\u00a0- Grazie anzitutto per avermi invitata. Prima che io ed il mio co-fondatore avviassimo Particle, ho trascorso la maggior parte della mia carriera in Twitter, pre X. Sono stata in Twitter per oltre un decennio, lavorando in vari team di prodotto e ingegneria, inclusi quello Conversazioni, Periscope, l'app di streaming live, Vine, l'app di video brevi, il team pubblicitario e Twitter Blue, che \u00e8 stato il primo prodotto in abbonamento di Twitter. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Connettere le persone alle notizie rilevanti<\/h3>\r\n

Ho trascorso la maggior parte della mia carriera pensando a come le persone si relazionassero con ci\u00f2 che accade nel mondo e come vengono collegate e connesse alle cose che le interessano. Questa approccio ha ispirato me e il mio co-fondatore a realizzare Particle, con una missione: collegare le persone con ci\u00f2 che sta accadendo e aiutarle a capire cosa succede intorno a loro.<\/em><\/p>\r\n

Vine e Periscope<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL)\u00a0 - Anni fa, numerosi giornalisti in Italia usavano Periscope<\/em> per raccogliere notizie in tempo reale. Poi quell'app<\/em> \u00e8 scomparsa...
(S.B.) - \u00c8 stato un momento particolare: la prima volta che si poteva scegliere un luogo nel mondo, scandagliare qualsiasi punto del pianeta e vedere cosa stesse accadendo, in diretta dalle persone che trasmettevano. \u00c8 stato un momento speciale che ha focalizzato la percezione del mondo: non sembrava pi\u00f9 cos\u00ec grande. Ma la novit\u00e0 non \u00e8 durata, per svariati motivi.<\/em><\/p>\r\n

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Influencer<\/em><\/h3>\r\n

Gli influencer hanno continuato a prosperare, ma per le persone comuni non sempre ne comprendevano lo scopo finale. Tuttavia, il modello dei video verticali si \u00e8 evoluto. Ora abbiamo influencer che pubblicano continuamente, a volte in diretta, a volte no. Twitch ha trasmissioni live e si possono anche utilizzare Instagram e v<\/em>arie piattaforme. Ma Periscope \u00e8 stato il primo a portarlo alle masse.<\/em><\/p>\r\n

Particle.news,<\/em> la app<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Tornando a Particle.<\/em> In un articolo precedente su Newslinet<\/em>, abbiamo cercato di spiegare cos'\u00e8 la piattaforma e come funziona. Abbiamo tralasciato qualche dettaglio importante?
(S.B.) - Ho letto l'articolo, in ogni caso permettetemi di descriverlo per i lettori ed ascoltatori. L'obiettivo di Particle \u00e8 aiutare a comprendere pi\u00f9 rapidamente le notizie e gli eventi che interessano. Particle genera riassunti di notizie da varie fonti e li presenta in un feed personalizzato. Puoi mantenere la personalizzazione leggera, concentrarti su tecnologia o politica, o essere molto dettagliato ed affinare i tuoi interessi. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Le informazioni che cerchi nel tempo che hai<\/h3>\r\n

Il nostro obiettivo \u00e8 incontrarti dove sei. Se sei occupato ed hai solo il tempo di scorrere qualche titolo, ci pensiamo noi. Se hai pi\u00f9 tempo e vuoi approfondire, Particle funge da mappa per navigare tra diverse fonti, fare domande e comprendere appieno cosa sta accadendo. Per le persone che sono impegnate, con poco tempo disponibile, ma che vogliono tenere sempre il passo con le notizie, ci\u00f2 pu\u00f2 essere estremamente impegnativo, anche per chi \u00e8 motivato. Particle ti fornisce le informazioni che cerchi nel tempo che hai disponibile.<\/em><\/p>\r\n

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Opinioni opposte<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Una caratteristica che sembra particolarmente innovativa \u00e8 quella delle Opposite Sides<\/em> ossia le opinioni opposte<\/em> e quella delle domande, che ci ricorda i tempi in cui si compravano due giornali, magari uno politicamente di sinistra ed uno di destra, per leggere entrambi i punti di vista. Dettagliamo queste funzionalit\u00e0 e spieghiamo come selezionate le visioni opposte.
(S.B) - La ricerca di comparazione acquistando due giornali con prospettive diverse \u00e8 esattamente ci\u00f2 che stiamo cercando di soddisfare. Oggi \u00e8 difficile trovare prospettive alternative. Se vedi qualcosa sui social media, potresti chiederti se quella \u00e8 l'unica visione, ma trovarne altre richiede molto lavoro di ricerca: leggere commenti, cercare sui siti dei giornali o ricercare contenuti non correlati. La maggior parte delle persone non lo fa. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Contenuto liquido<\/h3>\r\n

I riassunti di Particle fanno parte di un'offerta di \"contenuto liquido\" che si adatta alle tue esigenze. C'\u00e8 una versione che sintetizza gli elementi essenziali, una versione \"spiegamelo come se avessi cinque anni\" che fornisce un linguaggio semplificato e un formato pi\u00f9 articolato \"chi, cosa, dove, quando e perch\u00e9\" per semplicit\u00e0. La funzione \"parti opposte\" prende prospettive diverse da varie fonti e le organizza in due lati, mostrando gli argomenti a favore e contro. Potrebbe essere politico, rappresentando diversi partiti, o per un film, potrebbe essere ci\u00f2 che \u00e8 piaciuto alle persone in contrapposizione a ci\u00f2 che non \u00e8 piaciuto. Organizza la storia in modo che tu possa capire come le persone hanno reagito.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio. Edison Research: in 10 anni media center auto irriconoscibili. Chi ha Android Auto o Apple CarPlay prima o poi li usa. E poi non cambia pi\u00f9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-edison-research-in-10-anni-media-center-auto-irriconoscibili-chi-ha-android-auto-o-apple-carplay-prima-o-poi-li-usa-e-poi-non-cambia-piu","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:50","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:50","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120132","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_1o3","class":"epic_block_3"};

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\r\n\"Particle\" Sara Beykpour[\/caption]\r\n

<\/p>\r\n<\/figure>\r\n\r\n\r\n\r\n

L'intervista<\/h3>\r\n

(Newslinet)\u00a0 - Grazie per essere qui con noi oggi. Qualche parola su esperienze precedenti a Particle..<\/em>.
(Sara Beykpour) <\/a>\u00a0- Grazie anzitutto per avermi invitata. Prima che io ed il mio co-fondatore avviassimo Particle, ho trascorso la maggior parte della mia carriera in Twitter, pre X. Sono stata in Twitter per oltre un decennio, lavorando in vari team di prodotto e ingegneria, inclusi quello Conversazioni, Periscope, l'app di streaming live, Vine, l'app di video brevi, il team pubblicitario e Twitter Blue, che \u00e8 stato il primo prodotto in abbonamento di Twitter. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Connettere le persone alle notizie rilevanti<\/h3>\r\n

Ho trascorso la maggior parte della mia carriera pensando a come le persone si relazionassero con ci\u00f2 che accade nel mondo e come vengono collegate e connesse alle cose che le interessano. Questa approccio ha ispirato me e il mio co-fondatore a realizzare Particle, con una missione: collegare le persone con ci\u00f2 che sta accadendo e aiutarle a capire cosa succede intorno a loro.<\/em><\/p>\r\n

Vine e Periscope<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL)\u00a0 - Anni fa, numerosi giornalisti in Italia usavano Periscope<\/em> per raccogliere notizie in tempo reale. Poi quell'app<\/em> \u00e8 scomparsa...
(S.B.) - \u00c8 stato un momento particolare: la prima volta che si poteva scegliere un luogo nel mondo, scandagliare qualsiasi punto del pianeta e vedere cosa stesse accadendo, in diretta dalle persone che trasmettevano. \u00c8 stato un momento speciale che ha focalizzato la percezione del mondo: non sembrava pi\u00f9 cos\u00ec grande. Ma la novit\u00e0 non \u00e8 durata, per svariati motivi.<\/em><\/p>\r\n

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Influencer<\/em><\/h3>\r\n

Gli influencer hanno continuato a prosperare, ma per le persone comuni non sempre ne comprendevano lo scopo finale. Tuttavia, il modello dei video verticali si \u00e8 evoluto. Ora abbiamo influencer che pubblicano continuamente, a volte in diretta, a volte no. Twitch ha trasmissioni live e si possono anche utilizzare Instagram e v<\/em>arie piattaforme. Ma Periscope \u00e8 stato il primo a portarlo alle masse.<\/em><\/p>\r\n

Particle.news,<\/em> la app<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Tornando a Particle.<\/em> In un articolo precedente su Newslinet<\/em>, abbiamo cercato di spiegare cos'\u00e8 la piattaforma e come funziona. Abbiamo tralasciato qualche dettaglio importante?
(S.B.) - Ho letto l'articolo, in ogni caso permettetemi di descriverlo per i lettori ed ascoltatori. L'obiettivo di Particle \u00e8 aiutare a comprendere pi\u00f9 rapidamente le notizie e gli eventi che interessano. Particle genera riassunti di notizie da varie fonti e li presenta in un feed personalizzato. Puoi mantenere la personalizzazione leggera, concentrarti su tecnologia o politica, o essere molto dettagliato ed affinare i tuoi interessi. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Le informazioni che cerchi nel tempo che hai<\/h3>\r\n

Il nostro obiettivo \u00e8 incontrarti dove sei. Se sei occupato ed hai solo il tempo di scorrere qualche titolo, ci pensiamo noi. Se hai pi\u00f9 tempo e vuoi approfondire, Particle funge da mappa per navigare tra diverse fonti, fare domande e comprendere appieno cosa sta accadendo. Per le persone che sono impegnate, con poco tempo disponibile, ma che vogliono tenere sempre il passo con le notizie, ci\u00f2 pu\u00f2 essere estremamente impegnativo, anche per chi \u00e8 motivato. Particle ti fornisce le informazioni che cerchi nel tempo che hai disponibile.<\/em><\/p>\r\n

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Opinioni opposte<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Una caratteristica che sembra particolarmente innovativa \u00e8 quella delle Opposite Sides<\/em> ossia le opinioni opposte<\/em> e quella delle domande, che ci ricorda i tempi in cui si compravano due giornali, magari uno politicamente di sinistra ed uno di destra, per leggere entrambi i punti di vista. Dettagliamo queste funzionalit\u00e0 e spieghiamo come selezionate le visioni opposte.
(S.B) - La ricerca di comparazione acquistando due giornali con prospettive diverse \u00e8 esattamente ci\u00f2 che stiamo cercando di soddisfare. Oggi \u00e8 difficile trovare prospettive alternative. Se vedi qualcosa sui social media, potresti chiederti se quella \u00e8 l'unica visione, ma trovarne altre richiede molto lavoro di ricerca: leggere commenti, cercare sui siti dei giornali o ricercare contenuti non correlati. La maggior parte delle persone non lo fa. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Contenuto liquido<\/h3>\r\n

I riassunti di Particle fanno parte di un'offerta di \"contenuto liquido\" che si adatta alle tue esigenze. C'\u00e8 una versione che sintetizza gli elementi essenziali, una versione \"spiegamelo come se avessi cinque anni\" che fornisce un linguaggio semplificato e un formato pi\u00f9 articolato \"chi, cosa, dove, quando e perch\u00e9\" per semplicit\u00e0. La funzione \"parti opposte\" prende prospettive diverse da varie fonti e le organizza in due lati, mostrando gli argomenti a favore e contro. Potrebbe essere politico, rappresentando diversi partiti, o per un film, potrebbe essere ci\u00f2 che \u00e8 piaciuto alle persone in contrapposizione a ci\u00f2 che non \u00e8 piaciuto. Organizza la storia in modo che tu possa capire come le persone hanno reagito.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori e intelligenza artificiale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Gli editori italiani (e non solo) stanno lottando per sopravvivere in un mondo dominato da SEO<\/em> e Google <\/em>e temono che l'intelligenza artificiale peggiori le cose<\/a>. Stiamo scrivendo una serie di articoli<\/a> su queste sfide. Qual \u00e8 il sentimento tra gli editori americani con cui hai parlato? Sono altrettanto preoccupati? Qual \u00e8 la vostra visione su questo argomento?
(S.B) - Non voglio parlare per gli editori, ma discutiamo con loro spesso ed abbiamo un'idea del loro sentimento. C'\u00e8 sicuramente paura e molte domande su come funzioner\u00e0 in futuro. Questo sentimento si \u00e8 evoluto negli ultimi due anni proprio mentre lavoravamo su Particle.<\/em><\/p>\r\n

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Nuovi modelli di business<\/h3>\r\n

Gli editori stanno iniziando ad immaginare modelli di business futuri in un mondo di intelligenza artificiale in cui gli agenti leggono contenuti e gli utenti cercano informazioni in modo diverso. Tutto si muove velocemente ed \u00e8 una sfida tenere il passo. Particle mira ad essere parte della soluzione, armonizzando tra gli utenti che cercano contenuti e gli editori che cercano di capire come distribuire i loro contenuti. Stiamo intraprendendo questo viaggio insieme ai nostri partner, accogliendo feedback da tutte le parti per costruire un modello che funzioni per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Contenuti in licenza e syndacation<\/em><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Un punto chiave \u00e8 la remunerazione dei creatori di contenuti. In un articolo su Medium<\/em> sull'espansione delle partnership<\/em> di Particle<\/em> con editori e contenuti visivi, avete annunciato cinque nuove fonti, tra cui Agence France-Presse<\/em>, ma non ci sono informazioni su come vengono compensate. Possiamo fornire agli editori italiani una panoramica generale del funzionamento, non degli importi, ma del meccanismo?
(S.B) - I nostri termini iniziali, specialmente con i primari editori, assomigliano a contratti tradizionali di licenza e syndacation di contenuti, come quelli con servizi di agenzie di stampa come AFP, AP e Reuters. \u00c8 cos\u00ec che abbiamo iniziato; ma abbiamo chiarito che questo \u00e8 solo per partire, non necessariamente il modello a lungo termine.<\/em><\/p>\r\n

\"\"<\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Marketplace<\/h3>\r\n

Molti editori sono lungimiranti ed aperti a sperimentare con noi in questo nuovo mondo. Stiamo lavorando con partner consolidati e mercati emergenti come Tollbit...
<\/em>(NL) - ...Tool<\/em>...? Come si scrive, di cosa si tratta?
(S.B) - <\/strong>Si scrive
T-O-L-L-B-I-T.<\/a> Abbiamo stabilito una partnership con loro per sviluppare un modello commerciale sostenibile, redditizio e allineato agli interessi basato sull'uso dei contenuti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n

Un internet<\/em> senza siti web<\/em><\/h3>\r\n

(NL) - Leggiamo sul loro sito: Tollbit<\/em>, infrastruttura per un'internet<\/em> senza siti web;<\/em>\u00a0nientemeno!
(S.B.) - Toollbit funge da scambio tra fornitori di contenuti e aziende come Particle, gestendo i flussi di pagamento e la conseguente misurazione con dashboard per entrambe le parti. Sono stati un partner fantastico, e ti invieremo ulteriori informazioni su di loro.<\/em><\/p>\r\n

Accesso dedicato alle fonti primarie<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - La collaborazione con gli editori \u00e8 solo contrattuale o c'\u00e8 anche un lato tecnico, come integrazioni software<\/em> o API<\/em> che devono utilizzare?
(S.B) - C'\u00e8 un lato tecnico perch\u00e9 siamo interessati a un feed digitale crittografato e autenticato. Un accesso API privato autenticato ai contenuti per un accesso ottimizzato in tempo reale. Offriamo anche un'esperienza nativa in-app per i contenuti ospitati e lavoriamo con gli editori per trovare il modo migliore per visualizzarli e interagire con essi. <\/em><\/p>\r\n

Utilizzo multifunzionale<\/h3>\r\n

Alcuni editori sono interessati alla tecnologia che abbiamo creato, che possono utilizzare nelle loro redazioni, non necessariamente mostrata agli utenti finali ma utile per i loro processi. Ad esempio, alcuni giornali potrebbero voler incorporare i loro articoli con la nostra interfaccia, cosa che siamo interessati a supportare.<\/em><\/p>\r\n

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Piccoli editori e meritocrazia<\/strong><\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - State considerando di estendere le relazioni ad entit\u00e0 pi\u00f9 piccole e specializzate? Prendiamo il nostro esempio: in Italia, Newslinet<\/em> \u00e8 piccolo rispetto ai giornali tradizionali come La Repubblica<\/em> o Corriere della Sera<\/em>, ma \u00e8 influente nel settore radio, TV e media.<\/em> Siete aperti a segmenti di nicchia o verticali?
(S.B) -\u00a0S\u00ec, siamo assolutamente aperti a questo. Lavoriamo anche con un paio di editori americani pi\u00f9 piccoli. Il nostro ecosistema di contenuti \u00e8 come una meritocrazia: i contenuti di alta qualit\u00e0 emergono, indipendentemente dal riconoscimento del nome dell'editore o dal suo finanziamento. Se si tratta di un interesse di nicchia con un pubblico ristretto, va bene; vogliamo portare quel contenuto alla persona giusta. La personalizzazione di Particle la rende potente per feed personalizzati. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Editori non tradizionali<\/h3>\r\n

S<\/em>iamo anche interessati a editori non tradizionali, come i giornalisti che si spostano su newsletter o punti vendita auto pubblicati, e al reporting locale, sia da grandi conglomerati che da stazioni indipendenti, per portare quei contenuti nell'app.<\/em><\/p>\r\n

Giornalisti indipendenti<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Alcuni giornalisti sono passati da grandi editori a piattaforme come Medium<\/em>. Quindi non \u00e8 pi\u00f9 solo un mondo di grandi editori, ma anche di fornitori di contenuti indipendenti ed intelligenti. Ottenere i loro contenuti \u00e8 importante quanto trattare con i grandi editori?
(S.B) - \u00c8 davvero interessante come le piattaforme permettano ai singoli giornalisti di costruire i loro marchi. Abbiamo gi\u00e0 risposto a questa domanda: ottenere contenuti di qualit\u00e0 da questi creatori \u00e8 importante quanto, e potenzialmente pi\u00f9 importante di, lavorare con i grandi editori in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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Espansione internazionale<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) -<\/strong> Quanto velocemente potrete espandere l'inclusione di contenuti francesi, italiani e di altri paesi? Lo farete da San Francisco, o stabilirete uffici altrove per gli editori da contattare?
(S.B) - Stiamo partendo da San Francisco, dove si trova il nostro responsabile delle partnership con i media. Anche negli Stati Uniti, viaggiamo a New York, dove hanno sede molti editori. La visione per Particle \u00e8 quella di essere un luogo in cui gli utenti possano accedere a informazioni organizzate e riassunte su qualsiasi argomento, a livello internazionale.<\/em><\/p>\r\n

Questione di presenza<\/h3>\r\n

Per lavorare direttamente con gli editori in Italia o Francia, avremo bisogno di una presenza l\u00ec, alla fine. Se dipendesse da me, sarebbe oggi, ma costruire prodotti software per gli utenti richiede tempo. Abbiamo lanciato otto mesi fa, e tutto si muove velocemente, quindi non posso dare una tempistica precisa, ma spero presto.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Monetizzazione<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Come vedi Particle<\/em> guadagnare e diventare redditizia?
(S.B) -\u00a0Vogliamo provare prima un modello di abbonamento perch\u00e9 si allinea con i nostri obiettivi. Gli annunci fanno parte dell'economia dell'attenzione, il che rende difficile tenere il passo con le notizie perch\u00e9 tutti competono per carpire la tua attenzione. Le informazioni vengono sepolte sotto gli annunci. Con Particle, vogliamo ridarti il tempo per capire ci\u00f2 di cui hai bisogno e andare avanti durante la tua giornata, che si tratti della tua comunit\u00e0, delle celebrit\u00e0 o degli spettacoli televisivi. <\/em><\/p>\r\n

Un modello a subscription<\/em><\/h3>\r\n

Un modello di abbonamento si allinea meglio con questo rispetto agli annunci, che incoraggiano lo scorrimento infinito. Non abbiamo ancora un modello di abbonamento, ma ci stiamo lavorando. In un mondo in cui gli agenti di intelligenza artificiale leggono contenuti, \u00e8 una questione interessante chi vede gli annunci e come appare quel modello. Stiamo prestando attenzione alle tendenze nell'industria pubblicitaria e a come l'IA potrebbe distribuire annunci in futuro.<\/em><\/p>\r\n

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La compensazione degli editori<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Vorremmo capire qualcosa sulla compensazione degli editori. Diciamo che mi abbono su Particle<\/em> alle notizie dalla Francia ottenendo un feed<\/em> composto da articoli basati per esempio su AFP<\/em> e Le Monde<\/em>. Retrocederete denaro a tali editori francesi?
(S.B) - \u00c8 presto, ma ci stiamo pensando attivamente e stiamo parlando con scambi che stanno costruendo modelli simili per vedere se possiamo fare affidamento su di loro o dobbiamo sviluppare qualcosa internamente. Rispetto a due anni fa, c'\u00e8 stato molto progresso perch\u00e9 ora tutti ne parlano. Ovviamente, se un lettore clicca su un articolo, abbiamo modi per tracciare quell'engagement per la compensazione, ma i dettagli sono ancora in fase di sviluppo.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

I modelli I.A.<\/em> utilizzati<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Domanda tecnica. Per ogni articolo, se richiedo le cinque W (when, where, what, who why<\/em>)\u00a0 o altre funzionalit\u00e0, sembra che l'I.A.<\/em> generi contenuti per me in tempo reale. Questo richiede molto tempo di GPU<\/em>: come gestirete il carico con milioni di utenti? Quali modelli usate, li ospitate voi o pagate per chiamate API<\/em>?
(S.B) - L'output non \u00e8 sempre generato in tempo reale. Se non ci sono modifiche alla storia, \u00e8 memorizzato nella cache. Se c'\u00e8 un aggiornamento, viene attivato di nuovo il procedimento. Utilizziamo tutti i principali modelli di intelligenza artificiale, scegliendoli in base ai loro punti di forza per compiti specifici di Particle, considerando costo e latenza. <\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Fact checking<\/h3>\r\n

I costi di inferenza sono alti su larga scala, ma la parte pi\u00f9 costosa \u00e8 il nostro sistema di \"controllo della realt\u00e0\", che verifica i fatti dei riassunti rispetto alle fonti primarie per minimizzare le allucinazioni. Usiamo modelli pi\u00f9 lenti e costosi per questo per garantire precisione e sfumature. Quel riassunto viene poi mostrato agli utenti, quindi non lo rieseguiamo per ogni visualizzazione a meno che non ci sia un aggiornamento.<\/em><\/p>\r\n

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Giornalisti umani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Avete giornalisti che lavorano per voi?
(S.B) - \u00a0Abbiamo effettivamente giornalisti nello staff. Fanno cose come correggere eventuali riassunti fuorvianti o obsoleti. Ad esempio, ieri c'\u00e8 stato un terremoto al largo della costa russa, inizialmente riportato come 8.0. Il nostro riassunto lo rifletteva, ma ore dopo \u00e8 stato aggiornato a 8.7 o 8.8. Il nostro giornalista ha aggiornato il modello con le nuove informazioni, generando articoli corretti.<\/em><\/p>\r\n\r\n\r\n\r\n

Un messaggio agli editori italiani<\/h3>\r\n\r\n\r\n\r\n

(NL) - Qualche consiglio finale per gli editori italiani riguardo al futuro del loro business<\/em> o su come relazionarsi con startup<\/em> di intelligenza artificiale come Particle...<\/em>
(S.B) -\u00a0Le aziende di intelligenza artificiale stanno permettendo agli utenti di consumare contenuti in modo diverso e gli utenti sono chiari su ci\u00f2 che vogliono. Negli ultimi 15-25 anni, con il passaggio dei contenuti online, molte esigenze degli utenti sono state ignorate perch\u00e9 adattare i contenuti agli individui era difficile. L'I.A. offre un'opportunit\u00e0 per soddisfare queste esigenze. Particle ascolta gli utenti e se l'industria\u2014editori, fornitori di contenuti e aziende tecnologiche\u2014ascolta ci\u00f2 che gli utenti dicono, possiamo allineare gli incentivi per aiutare le persone a essere meglio informate, con vantaggi per tutti.<\/em><\/p>\r\n

Audiontervista<\/h3>\r\n

L'audio dell'intervista - in inglese - \u00e8 disponibile a questo indirizzo<\/a>. (M.H.B. per NL)<\/p>\r\n

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 <\/p>\r\n","post_title":"Editoria. Saranno i marketplace ad intermediare i bot delle IA e salvare gli editori? Intervista esclusiva con Sara Beykpour, CEO di Particle","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"editoria-saranno-i-marketplace-ad-intermediare-i-bot-delle-ia-e-salvare-gli-editori-intervista-esclusiva-con-sara-beykpour-ceo-di-particle","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:38:36","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:38:36","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120141","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120160,"post_author":"12","post_date":"2025-08-02 13:35:43","post_date_gmt":"2025-08-02 11:35:43","post_content":"Con la delibera 199\/25\/CONS, l\u2019Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/em> ha avviato un procedimento esplorativo per uniformare la rilevazione delle audience<\/em> su piattaforme digitali, con l'obiettivo di rafforzare la tutela del pluralismo e la trasparenza del mercato pubblicitario.\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ha avviato, con la delibera 199\/25\/CONS, un\u2019istruttoria volta a uniformare le metodologie di misurazione delle audience digitali, con l\u2019obiettivo di garantire trasparenza, confrontabilit\u00e0 dei dati e tutela del pluralismo informativo.\r\nIl procedimento, della durata di 150 giorni, analizzer\u00e0 le metriche adottate da piattaforme digitali e JIC<\/em>, verificandone la compatibilit\u00e0 con l\u2019art. 24 dell\u2019EMFA<\/em>, la delibera 194\/21\/CONS e il Testo unico sui media audiovisivi.\r\nL\u2019Autorit\u00e0 intende contrastare la frammentazione attuale \u2013 tra SDK<\/em>, metodi server-to-server<\/em> e sistemi proprietari \u2013 che produce dati non certificati e distorsioni competitive. L\u2019adozione di un SDK<\/em> unico (come nel caso DAZN-Auditel<\/em>) \u00e8 indicata come modello da estendere.\r\nA livello europeo, i protocolli regolamentari EMFA <\/em>e DMA<\/em> impongono requisiti di trasparenza, audit<\/em> indipendenti e accesso gratuito ai dati pubblicitari per inserzionisti e media.\r\nAgcom auspica l\u2019adozione obbligatoria di standard<\/em> condivisi gestiti dai JIC<\/em>, per evitare metriche sovrapposte e dati non confrontabili che danneggiano l\u2019allocazione degli investimenti pubblicitari.\r\nNel frattempo, Audicom<\/em> lavora a un Osservatorio Platform<\/em> per integrare le piattaforme streaming<\/em> nella misurazione certificata. Ma serve un\u2019accelerazione normativa per includere anche le big tech.\r\n<\/em>Per l\u2019Autorit\u00e0, il dato di ascolto \u00e8 una risorsa strategica per l\u2019efficienza del mercato e il pluralismo: la sua affidabilit\u00e0 \u00e8 ormai una questione di interesse pubblico.\r\n

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Misurare (bene) per garantire trasparenza e pluralismo<\/h3>\r\nL\u2019avvio dell\u2019istruttoria Agcom<\/em> (di cui alla delibera 199\/25\/CONS) rappresenta un passaggio chiave nella riorganizzazione del sistema nazionale di rilevazione delle audience,<\/em> oggi sotto pressione a causa dell\u2019esplosione delle modalit\u00e0 di fruizione digitale e dell\u2019asimmetrica presenza delle big tech<\/em>.\r\n

Rilevazione audience<\/em> non solo a fini commerciali<\/h3>\r\nCome sottolinea nel provvedimento l\u2019Autorit\u00e0, la misurazione delle audience<\/em> non \u00e8 solo strumento commerciale, ma leva strutturale per la corretta allocazione degli investimenti pubblicitari e, in ultima analisi, per il mantenimento del pluralismo informativo.\r\n

L\u2019istruttoria: contenuto, obiettivi, durata<\/h3>\r\nLa procedura durer\u00e0 150 giorni dalla pubblicazione della delibera (salvo proroghe) e mira ad analizzare ed uniformare le metodologie di misurazione attualmente impiegate dalle piattaforme digitali, comprese quelle proprietarie e quelle sviluppate dai JIC (joint industry committee)<\/em>; formulare indirizzi per il perimetro delle rilevazioni e per la definizione di metriche standardizzate;<\/em> verificare la conformit\u00e0 delle pratiche attuali con l\u2019art. 24 del Regolamento europeo EMFA,<\/em> con la delibera Agcom<\/em> 194\/21\/CONS e con il Testo unico sui media audiovisivi.<\/em>\r\n

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Obiettivo finale<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo finale \u00e8 la formulazione di prescrizioni vincolanti volte a garantire una misurazione trasparente, comparabile e affidabile per tutti gli attori del mercato. In considerazione di ci\u00f2 l'Authority<\/em> rimarca del documento \"La possibilit\u00e0 di affidare la rilevazione dei contatti online a soggetti super partes dotati di un sistema di governance e di metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento assume, soprattutto per il mezzo internet, una particolare valenza per la presenza di altri servizi di web analitycs offerti da operatori internazionali che, allo stato attuale, non partecipano alle indagini condotte dai sistemi nazionali riconosciuti come currency di riferimento, n\u00e9 garantiscono la certificazione indipendente da parte di soggetti terzi del dato prodotto\"<\/em>.\r\n

Una filiera disomogenea: tra SDK, server-to-server <\/em>e blackout<\/em> normativi<\/h3>\r\nIl settore delle metriche digitali \u00e8 oggi caratterizzato da una pluralit\u00e0 di strumenti e approcci che rendono difficile la comparazione dei dati, generando incertezza per editori, inserzionisti e regolatori. Le metodologie censuarie basate su SDK (Software Development Kit)<\/em> convivono con sistemi server-to-server<\/em> e strumenti proprietari adottati unilateralmente da OTT<\/em> e piattaforme globali\r\n

Frammentazione distorsiva<\/h3>\r\nNel proprio provvedimento, Agcom<\/em> sottolinea delle criticit\u00e0 riconducibili in generale ai numerosi soggetti che offrono servizi di web analytics<\/em> basati su tecniche e metodi di tracciamento differenti. Questa frammentazione produce effetti distorsivi: metriche non allineate, sovrapposizione di dati, impossibilit\u00e0 di costruire benchmark<\/em> condivisi.\r\n

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SDK<\/em><\/h3>\r\nAgcom<\/em> intende intervenire proprio su questo nodo, promuovendo una standardizzazione<\/em> delle metriche e delle procedure, anche attraverso l\u2019adozione di un SDK<\/em> unico, come gi\u00e0 avvenuto nel caso di Auditel.<\/em>\r\n

Il precedente DAZN<\/em> e il modello Auditel<\/em>: un caso di scuola<\/h3>\r\nNella delibera 199\/25\/CONS si d\u00e0 conto di come il caso DAZN<\/em><\/a> sia paradigmatico: la piattaforma di sport<\/em> in streaming<\/em> aveva inizialmente adottato una metodologia di misurazione interna basata sulla componente SDK<\/em> di propriet\u00e0 di Conviva<\/em>, rivelatasi non certificabile secondo i criteri Agcom<\/em>.\r\n

Correzione di rotta<\/h3>\r\nL\u2019intervento dell\u2019Autorit\u00e0 (delibera 18\/22\/CONS) ha imposto una correzione di rotta, portando all\u2019affidamento della rilevazione ad Audite<\/em>l, tramite l\u2019adozione di un modello SDK<\/em> unico condiviso da tutti i broadcaster.<\/em>\r\n

Total audience<\/em> verificabile<\/h3>\r\nIl risultato \u00e8 un sistema di \"total audience\"<\/em> verificabile, che integra i consumi televisivi tradizionali e quelli digitali. Il caso DAZN<\/em> dimostra come l\u2019assenza di certificazione possa compromettere la credibilit\u00e0 del dato e, di conseguenza, la valorizzazione pubblicitaria dei contenuti.\r\n

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EMFA<\/em> e DMA<\/em>: l\u2019Europa impone trasparenza e accountability<\/em><\/h3>\r\nL\u2019istruttoria si inserisce in un contesto regolamentare europeo sempre pi\u00f9 stringente. L\u2019art. 24 dell\u2019EMFA (European Media Freedom Act<\/a>) <\/em>stabilisce l\u2019obbligo, anche per i fornitori di sistemi proprietari, di garantire trasparenza e imparzialit\u00e0; assicurare la verificabilit\u00e0 annuale tramite audit<\/em> indipendenti; fornire informazioni accessibili agli operatori del mercato; utilizzare metriche comparabili e non discriminatorie.\r\n

Gatekeeping<\/em><\/h3>\r\nParallelamente, l\u2019art. 6 del DMA (Digital Markets Act<\/a>)<\/em> impone ai gatekeeper<\/em> digitali di offrire accesso gratuito a strumenti e dati di misurazione agli inserzionisti, a garanzia della verifica indipendente delle prestazioni pubblicitarie.\r\n

JIC<\/em> e certificazione: dalla buona prassi alla necessit\u00e0 regolamentare<\/h3>\r\nAgcom<\/em> ribadisce che i Joint Industry Committee (JIC)<\/em> rappresentano il modello di riferimento per la misurazione crossmediale<\/em>: organismi a rappresentanza paritetica di broadcaster,<\/em> editori, inserzionisti e centri media, in grado di garantire neutralit\u00e0 e autorevolezza. La delibera 194\/21\/CONS aveva gi\u00e0 stabilito: l\u2019obbligo per i JIC<\/em> di disporre della propriet\u00e0 intellettuale su software<\/em>, algoritmi e database; il ricorso ad audit<\/em> tecnici indipendenti; la necessit\u00e0 di rendere replicabili tutte le fasi della rilevazione; la centralit\u00e0 del dato certificato come \u201ccurrency<\/em>\u201d di riferimento per il mercato.\r\n

Obiettivi della Delibera 199\/25\/CONS<\/h3>\r\nL\u2019istruttoria sottesa alla delibera 199\/25\/CONS si pone in continuit\u00e0 con questa impostazione, nella prospettiva di rendere le prassi JIC<\/em> obbligatorie per tutti i player<\/em> del settore, incluse le OTT<\/em> internazionali.\r\n

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Sovrapposizione metrica e rischi per la competitivit\u00e0<\/h3>\r\nUno degli elementi di maggiore preoccupazione evidenziati dall\u2019Autorit\u00e0 riguarda la moltiplicazione di metriche non armonizzate: un fenomeno che produce dati non confrontabili, frammenta il mercato e penalizza gli operatori nazionali rispetto ai colossi globali.\r\n

Efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari<\/h3>\r\nLa presenza di misurazioni alternative, non soggette a verifica indipendente, compromette l\u2019efficienza allocativa degli investimenti pubblicitari, mina la credibilit\u00e0 dei dati e ostacola la pianificazione delle campagne crossmediali.<\/em>\r\n

Osservatorio Platform<\/em> e nuove sperimentazioni: il ruolo di Audicom<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto si inserisce anche il lavoro di Audicom<\/em>, che ha istituito l\u2019Osservatorio Platform<\/em> con l\u2019obiettivo di includere nella misurazione le principali piattaforme streaming<\/em>. Il programma mira a valutare l\u2019omogeneit\u00e0 tra misurazioni SDK <\/em>e server-to-server,<\/em> ma al momento non risultano pubblicati n\u00e9 metodologie ufficiali n\u00e9 un perimetro operativo definito.\r\n

Urgenza di metriche condivise<\/h3>\r\nLa mossa di Audicom<\/em> conferma l\u2019urgenza di trovare metriche condivise che includano anche gli operatori internazionali, superando la logica dell\u2019automisurazione non verificabile.\r\n

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Pubblicit\u00e0 e pluralismo: perch\u00e9 i dati contano<\/h3>\r\nSecondo la Relazione Annuale 2024 Agcom,<\/em> la pubblicit\u00e0 digitale ha ormai assunto una rilevanza sistemica, con oltre il 60% delle risorse allocate online<\/em> e una quota predominante (85%) gestita da piattaforme globali. Di fronte a tale scenario, la disponibilit\u00e0 di dati attendibili \u00e8 decisiva non solo per l\u2019efficienza del mercato, ma anche per la sopravvivenza di un\u2019informazione pluralistica e indipendente.\r\n

Effetti misurazione distorta<\/h3>\r\nL\u2019art. 24 EMFA<\/em> e il considerando 69 lo affermano esplicitamente: una misurazione distorta genera asimmetrie informative e favorisce una concentrazione eccessiva del potere economico, a scapito della concorrenza tra fornitori di servizi di media.\r\n

Conclusione: verso una governance<\/em> pubblica della misurazione<\/h3>\r\nCon l\u2019avvio dell\u2019istruttoria, Agcom<\/em> mette un primo, decisivo mattone verso una governance<\/em> pubblica e certificata della misurazione digitale. L\u2019obiettivo non \u00e8 sostituire i player<\/em> esistenti, ma assicurare che tutti operino secondo regole trasparenti e verificabili, nel rispetto del principio concorrenziale di parit\u00e0 delle condizioni di mercato.\r\n

Piani della partita<\/h3>\r\nLa partita si gioca su pi\u00f9 tavoli: tecnico, normativo, competitivo. Ma il risultato atteso dalla delibera 199\/25\/CONS \u00e8 uno solo: garantire al mercato un dato credibile e indipendente, su cui costruire investimenti, contenuti e informazione di qualit\u00e0.\r\nIl dato di audience<\/em> non \u00e8 solo una metrica: \u00e8 una infrastruttura immateriale strategica per il pluralismo. (G.M. per NL)\r\n

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<\/p>","post_title":"Radio e Tv. Del. 199\/25\/CONS: Agcom avvia istruttoria su misurazione audience digitali. Si apre stagione certificazione obbligatoria dati","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"radio-e-tv-del-199-25-cons-agcom-avvia-istruttoria-su-misurazione-audience-digitali-si-apre-stagione-certificazione-obbligatoria-dati","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2025-08-04 08:39:37","post_modified_gmt":"2025-08-04 06:39:37","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.newslinet.com\/?p=120160","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":120132,"post_author":"12","post_date":"2025-07-31 19:12:26","post_date_gmt":"2025-07-31 17:12:26","post_content":"Edison Research:<\/em> in dieci anni i media center<\/em> delle auto sono diventate hub<\/em> digitali, sempre pi\u00f9 complessi.\r\nApple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> dominano, ma Samsung<\/em> prepara l\u2019assalto con Auto DeX <\/em>(o come si chiamer\u00e0 in via definitiva).\r\nLa battaglia per il controllo dell\u2019infotainment<\/em> si gioca sull\u2019integrazione e sulla voce.\r\nLa radio tradizionale rischia l\u2019estromissione definitiva se non adotta strategie tech-native.<\/em>\r\n

Sintesi<\/h3>\r\nNel giro di un decennio, i media center<\/em> delle auto si sono trasformati da semplici autoradio con lettori CD<\/em> inseriti\u00a0 in ecosistemi digitali integrati, dominati da Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto.\r\n<\/em>La loro diffusione \u00e8 in costante crescita, cos\u00ec come l\u2019utilizzo da parte degli automobilisti: l\u201983% degli utenti statunitensi che li ha a bordo li utilizza regolarmente.\r\nMa un nuovo attore si prepara a entrare in scena: Samsung<\/em>, con il progetto Auto DeX<\/em>, potrebbe mirare a proporre un\u2019alternativa indipendente e smartphone-centrica,<\/em> senza passare, pagando pedaggio, per le piattaforme di Google <\/em>o Apple.\r\n<\/em>Questa mossa potrebbe ridisegnare gli equilibri nell\u2019infotainment<\/em> veicolare globale, offrendo un sistema nativo flessibile, orientato alla personalizzazione e al controllo diretto.\r\nIn parallelo, l\u2019ascesa dei comandi vocali e dell\u2019I.A. <\/em>\"conversazionale\" spinge verso interfacce touchless<\/em> e sempre pi\u00f9 predittive.\r\nTuttavia, in questo scenario iper-digitale, la radio lineare resta ai margini: poco visibile, non integrata nativamente e costretta a passare per app<\/em> terze.\r\nPer non essere tagliata fuori, l\u2019industria radiofonica deve ripensare profondamente la sua presenza nelle nuove plance connesse.\r\n

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Media center<\/em> delle auto irriconoscibili in poco pi\u00f9 di 10 anni<\/h3>\r\nSecondo un recente report<\/em> dell'istituto di ricerca americano Edison Reserch<\/em>, i media center<\/em> delle auto sono cambiati radicalmente in poco pi\u00f9 di dieci anni: nel 2014, la maggior parte dei sistemi di infotainment<\/em> a bordo dell'auto presentava gi\u00e0 schermi, ma erano significativamente pi\u00f9 piccoli e soprattutto non integrati con il telefono del conducente. viceversa, erano ancora presenti lettori CD<\/em> ed in qualche caso addirittura quelli di audiocassette.\r\n

Il dominio del cruscotto di Android Auto <\/em>e di Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nOggi non esistono pi\u00f9 lettori CD<\/em> sulle auto, le cassette fanno il paio coi vinili all'interno delle abitazioni domestiche (anzi, questi ultimi hanno avuto un significativo ritorno di fiamma, quand'anche limitato ad una schiera di nostalgici), ma su ogni dashboard<\/em> sono presenti le icone di Android Auto ed Apple CarPlay,<\/em> piattaforme che hanno fatto il loro debutto proprio nel 2014.\r\nE da allora l'ascolto audio in auto non \u00e8 pi\u00f9 stato lo stesso.\r\n

Media center<\/em> innovati<\/h3>\r\nSebbene non possano certamente ancora essere considerati mainstream,<\/em> poich\u00e9 il parco auto impiega anni per essere trasformato, questi sistemi tecnologici di bordo stanno diventando sempre pi\u00f9 popolari nei media center.<\/em>\r\n

Infinite Dial <\/em>attesta penetrazione Android Auto <\/em>ed Apple CarPlay<\/em><\/h3>\r\nLo studio Infinite Dial <\/em>di Edison Research<\/em> attesta come la popolarit\u00e0 di CarPlay e Android Auto<\/em> sia cresciuta nel tempo. nel 2023, il 26% delle auto aveva una di queste tecnologie nel proprio veicolo principale; percentuale salita poi al 32% nel 2024.\r\n

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Anche utilizzo aumenta notevolmente<\/h3>\r\nNon solo la penetrazione di Apple CarPlay <\/em>ed Android Auto<\/em> \u00e8 in aumento nel mercato automobilistico americano: anche l'utilizzo di queste tecnologie \u00e8 elevato. A partire dal 2025, l'83% degli americani 18+ che hanno utilizzato un auto con Apple CarPlay <\/em>od Android Auto<\/em> nell'ultimo mese, hanno sfruttato entrambe le piattaforme.\r\n

Se li hai, li usi<\/h3>\r\nCi\u00f2 significa che coloro che hanno una delle due tecnologie nei media center<\/em> delle loro auto, la usano.\r\n

Integrazione nativa<\/h3>\r\nD'altra parte, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, la disponibilit\u00e0 di queste piattaforme software<\/em> \u00e8 integrata nella maggior parte delle auto nuove. \"Il fatto che cinque persone su sei che possono accedere a CarPlay o Android Auto lo facciano \u00e8 un forte segnale che questi sistemi continueranno a essere un fattore determinante in auto in futuro\"<\/em>, spiega Edison Research<\/em> nel proprio rapporto.\r\n

Aggiungi un posto sul media center<\/em><\/h3>\r\nMa lo status quo<\/em> sui media center<\/em> descritto potrebbe non rimanere tale a lungo.\r\nCome abbiamo gi\u00e0 avuto modo di annotare<\/a>, anche Samsung<\/em>\u00a0si sta muovendo con determinazione per avere un ruolo nei media center delle auto connesse.\r\n

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Auto DeX:<\/em> Samsung<\/em> prova la strada dell\u2019indipendenza?<\/h3>\r\nSecondo diverse\u00a0 fonti, il colosso sudcoreano starebbe infatti lanciando Auto DeX <\/em>(nome di un\u00a0workaround<\/em> che in caso di debutto ufficiale probabilmente cambierebbe), una versione di Samsung Auto<\/em> - software<\/em> nato per fornire funzioni simili ad Android Auto<\/em> in regioni dove i Google Play Services<\/em> non sono disponibili - fuori dal mercato cinese (di cui ci siamo gi\u00e0 occupati ad aprile 2025, proprio ipotizzando come potesse esserci in nuce<\/em> la volont\u00e0 di Samsung<\/em> di estendere il sistema in chiave mondiale<\/a>), come nuova modalit\u00e0 che consente di trasformare l'interfaccia dello smartphone <\/em>in un sistema di infotainment<\/em> completo per auto, senza passare per Android Auto<\/em>.\r\n

Oltre la necessit\u00e0<\/h3>\r\nSe quindi Samsung Auto<\/em> - che funziona abilitando la modalit\u00e0 desktop<\/em> sul telefono, installando un'app<\/em> di ricezione streaming<\/em> e utilizzando un'unit\u00e0 principale riconfigurata, impostata su Cina per attivare il supporto CarLife+<\/em> del motore di ricerca Baidu - <\/em>\u00e8 una soluzione politica studiata col placet<\/em> di Google, <\/em>Auto Dex<\/em> che lo porterebbe fuori dai limiti geografici originari potrebbe essere invece il tentativo di andare oltre la necessit\u00e0 contingente.\r\n

Soluzione nativa indipendente<\/h3>\r\nCon un'interfaccia semplificata, icone di generose dimensioni, supporto alla modalit\u00e0 landscape<\/em> ed accesso diretto a Google<\/a> Maps, Spotify <\/em>e YouTube Music, Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> potrebbe facilmente proporsi come soluzione nativa, indipendente da Google<\/em> e direttamente integrabile con i display<\/em> veicolari compatibili.\r\n

La strategia<\/h3>\r\nLa strategia di Samsung<\/em>, di estendere globalmente Samsung Auto\/Auto DeX,<\/em> se fosse confermata (e per ora non lo \u00e8 stata, stanti probabilmente anche accordi contrattuali cogenti con Google<\/em>) si collocherebbe in un contesto di crescente frizione tra produttori di hardware<\/em> mobile<\/em> e giganti del software<\/em>, dove la differenziazione \u00e8 diventata un valore competitivo e sempre meno legato al device<\/em> a favore dell'ecosistema.\r\n

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Autonomia<\/h3>\r\nL\u2019obiettivo del superplayer<\/em> asiatico potrebbe infatti essere quella di rendere il proprio ambiente mobile<\/em> ancora pi\u00f9 autonomo, consolidando la fedelt\u00e0 dei propri utenti e offrendo loro un'esperienza in auto senza bisogno di infrastrutture esterne, per non subire la prossima disintermediazione dello smartphone<\/em> cui puntano Google<\/em> (con Android Automotive,<\/em> che non necessita dello smartphone<\/em> per funzionare (al contrario di Android Auto<\/em>) ed Apple<\/em> (con CarPlay Ultra, <\/em>versione evoluta di CarPlay<\/em>).\r\n

Auto DeX<\/em><\/h3>\r\nNel concreto, Auto DeX,<\/em> derivando da Samsung Auto, <\/em>consentirebbe al guidatore di accedere alle principali funzionalit\u00e0 del telefono Samsung<\/em> tramite il display<\/em> dell\u2019auto, purch\u00e9 compatibile, creando un ponte diretto tra dispositivo e veicolo. Non si tratta solo di visualizzare app,<\/em> quanto di avere una visione di un infotainment<\/em> veicolare completamente smartphone-centrico,<\/em> senza livelli intermedi.\r\n

La corsa al controllo delle plance digitali: Apple e Google<\/em> in pressing<\/em><\/h3>\r\nLa mossa della big tech<\/em> di Suwon - se fosse confermata attraverso un lancio effettivo della funzionalit\u00e0 - potrebbe essere letta alla luce del fermento in corso nel settore dell\u2019infotainment, <\/em>con\u00a0Apple <\/em>e Google<\/em> che stanno cercando di assumere il controllo completo delle esperienze digitali in auto, superando l\u2019integrazione superficiale dei primi anni.\r\n

Evoluzioni in corso<\/h3>\r\nLe evoluzioni dei rispettivi sistemi dimostrano che Apple<\/em> con CarPlay Ultra<\/em> si propone di sostituire non solo l\u2019interfaccia dell\u2019infotainment <\/em>(autoradio in testa), ma anche la strumentazione di bordo, climatizzazione inclusa. Un passaggio che trasforma lo smartphone<\/em> nel centro operativo della vettura, con potere decisionale anche sulla priorit\u00e0 delle app<\/em> e delle fonti audio.\r\n

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Google:<\/em> disintermediare (oltre l'autoradio) lo smartphone<\/em><\/h3>\r\nGoogle,<\/em> dal canto suo, \u00e8 ancora pi\u00f9 radicale e spinge sull\u2019adozione di Android Automotive OS,<\/em> un sistema operativo installato nativamente nel veicolo e integrato con l'ecosistema Google (Assistant, Maps, Play Store).<\/em> Una soluzione pi\u00f9 strutturata e invasiva rispetto al pi\u00f9 blando Android Auto<\/em>, che si limita al mirroring<\/em> del telefono.\r\n

Conoscitore di ogni stile ed abitudine sulle quattro ruote<\/h3>\r\nIn sostanza, con la sua strategia, Google<\/em> punta a diventare il controllore assoluto della somministrazione di contenuti sull'auto (nonch\u00e9 profondo conoscitore di ogni abitudine dell'utente, come spostamenti, temperature, stili, comportamenti, ecc.).\r\n

Il terzo incomodo<\/h3>\r\nNel mezzo, Auto DeX<\/em> quale espansione extracinese di Samsung Auto<\/em> potrebbe costituire una terza via pi\u00f9 leggera, ma non meno ambiziosa, pensata per un pubblico che vuole (continuare a) portarsi la \u201cplancia digitale\u201d in tasca. Un'alternativa flessibile, che potrebbe rivelarsi vincente soprattutto nei segmenti medio-bassi del mercato automotive<\/em>, dove i sistemi nativi sono ancora poco diffusi.\r\n

Contro l'emarginazione dei device stand-alone<\/em><\/h3>\r\nMa, soprattutto, una mossa per non finire emarginati da Google<\/em> prima ed Apple<\/em> (oggi Samsung<\/em> ha una penetrazione di quasi il 20% su un universo di quasi 7\u00a0miliardi di smartphone<\/em>) poi.\r\n

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Comandi vocali, I.A. conversazionale<\/em> e infotainment<\/em> sensoriale<\/h3>\r\nUn altro trend<\/em> trasversale ai sistemi in campo \u00e8 la centralit\u00e0 dei comandi vocali. Sia Apple <\/em>che Google<\/em> stanno integrando l\u2019intelligenza artificiale conversazionale<\/em> per rendere le interazioni in auto sempre pi\u00f9 naturali e contestuali. Siri <\/em>e Google<\/em> Assistant<\/em> diventano cos\u00ec non solo esecutori di comandi, ma \"copiloti\" digitali, capaci di anticipare bisogni e fornire suggerimenti proattivi.\r\n

Touchless<\/em><\/h3>\r\nL\u2019interfaccia \u00e8 sempre pi\u00f9 pensata per funzionare in modalit\u00e0 touchless,<\/em> garantendo sicurezza e fluidit\u00e0 nell\u2019esperienza d\u2019uso. L\u2019utilizzo della voce \u00e8 destinato a diventare il nuovo standard,<\/em> soprattutto in un contesto frenetico dove la distrazione alla guida rappresenta sempre un problema significativo.\r\n

AutoDeX <\/em>con Bixby<\/em><\/h3>\r\nSamsung,<\/em> per ora, potrebbe affidare la gestione vocale di Samsung Auto\/Auto DeX <\/em>a Google Assistant<\/em>. Ma non \u00e8 da escludere un rilancio di Bixby,<\/em> l'assistente proprietario, in una versione automotive<\/em>. Un'opzione che consentirebbe di chiudere il cerchio dell\u2019indipendenza tecnologica e aumentare la coerenza dell'esperienza Galaxy.<\/em>\r\n

Smart speaker <\/em>e infotainment<\/em>: le nuove abitudini d\u2019ascolto<\/h3>\r\nLa rivoluzione delle plance digitali non pu\u00f2 essere compresa appieno senza analizzare i cambiamenti in atto nel consumo audio. Secondo i dati del rapporto The Infinite Dial UK 2025,<\/em><\/a> nel Regno Unito il 45% della popolazione possiede almeno uno smart speaker,<\/em> superando il 35% degli USA.<\/em>\r\n

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Amazon<\/em> rileva crescita ascolto lineare radiofonico<\/h3>\r\nTanto che Amazon <\/em>(il suo smart speaker Echo, <\/em>con l'assistenza Alexa <\/em>\u00e8 il pi\u00f9 diffuso), sta prestando sempre pi\u00f9 attenzione ai contenuti radiofonici, imponendo agli editori l'adozione di specifici accorgimenti perch\u00e9 le loro skill<\/em> e flussi siano adeguati agli usi ed a criteri di sicurezza ed intellegibilit\u00e0 sempre pi\u00f9 stringenti.\r\n

Il 38% degli automobilisti inglesi usa CarPlay <\/em>o Android Auto<\/em><\/h3>\r\nMa ancora pi\u00f9 interessante \u00e8 il dato relativo alla fruizione audio in auto degli inglesi: il 38% degli inglesi accede abitualmente a contenuti tramite Apple CarPlay <\/em>o Android Auto.<\/em>\r\n

Gate<\/em><\/h3>\r\nQuesto significa che la porta principale per l\u2019audio digitale passa oggi dalle interfacce smartphone-centriche.<\/em> Musica, podcast<\/em>, notizie e anche contenuti radiofonici sono veicolati da app<\/em> e servizi cloud,<\/em> in ambienti dove la scelta \u00e8 personalizzata, e il ruolo del device<\/em> \u00e8 fondamentale per definire la user experience.<\/em>\r\n

Auto DeX<\/em> potente terzo player<\/em><\/h3>\r\nIn questo contesto, Samsung Auto\/Auto DeX<\/em> potrebbe entrare come un nuovo player,<\/em> offrendo una porta d'ingresso nativa al mondo audio digitale, senza i vincoli imposti da Android Auto<\/em> o CarPlay.<\/em> Una mossa che, se supportata da partnership<\/em> con le principali piattaforme audio, potrebbe modificare significativamente gli equilibri in campo.\r\n

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La radio lineare sotto assedio: tra estromissione e adattamento<\/h3>\r\nIl quadro descritto segna l\u2019ennesimo campanello d\u2019allarme per la radio lineare. L\u2019assenza di compatibilit\u00e0 nativa con FM<\/em> o DAB+<\/em> nei nuovi sistemi (compreso Samsung Auto\/Auto DeX<\/em>) conferma la tendenza alla marginalizzazione della radio tradizionale nei nuovi ambienti digitali automobilistici.\r\n

Streaming<\/em> al primo posto<\/h3>\r\nLe interfacce audio privilegiano lo streaming<\/em>, la personalizzazione algoritmica e l\u2019accessibilit\u00e0 vocale. La radio lineare, invece, resta legata a un paradigma broadcast<\/em> che fatica a inserirsi in questi flussi. L\u2019unico appiglio sembra essere la presenza su aggregatori come TuneIn<\/em><\/a>, ma si tratta di soluzioni subordinate, che non garantiscono priorit\u00e0 n\u00e9 visibilit\u00e0 ed anzi introducono un ulteriore livello di mediazione.\r\n

L'infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 un territorio conteso<\/h3>\r\nLa scelta di Samsung<\/em> di estendere Samsung Auto<\/em> con Auto DeX<\/em> rappresenterebbe, pertanto, molto pi\u00f9 di una semplice novit\u00e0 funzionale. Sarebbe un segnale di ridefinizione degli equilibri nel mercato dell\u2019infotainment<\/em> veicolare, dove il controllo della dashboard<\/em> \u00e8 diventato il nuovo terreno di scontro tra i big tech<\/em>.\r\n

Audio asset<\/em> strategico<\/h3>\r\nIn parallelo, l\u2019audio \u00e8 sempre pi\u00f9 un asset<\/em> strategico: chi controller\u00e0 l\u2019interfaccia avr\u00e0 il controllo anche sull\u2019offerta di contenuti, le metriche e la pubblicit\u00e0. Per gli editori radiofonici, il tempo \u00e8 scaduto: \u00e8 necessario pensare nuovi modelli di distribuzione e presenza sulle piattaforme, o accettare il rischio di una \"esclusione silenziosa\".\r\n

Logiche tech-native<\/em><\/h3>\r\nL\u2019infotainment<\/em> \u00e8 gi\u00e0 uno spazio digitale dominato da logiche tech-native. Samsung Auto\/Auto DeX, CarPlay Ultra <\/em>e Android Automotive<\/em> sono solo le punte affiorate di un iceberg<\/em> in continua emersione. La sopravvivenza dell\u2019audio professionale e della radio in particolare, dipender\u00e0 dalla capacit\u00e0 di adattarsi prima che sia troppo tardi. (M.R. per NL)\r\n

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Registrato al Tribunale di Milano nel 1999, diretto dall’avv. Massimo Lualdi, è edito da Planet s.r.l., società iscritta al Registro Operatori Comunicazioni presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, cui fanno riferimento anche le attività di Consultmedia, prima struttura italiana di competenze a più livelli in ambito editoriale e tlc. NL NewsLinet è distribuito via Internet.

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