Settimana settoriale. Caso soglia Audiradio, attese decisioni Agcom e Agcm. Pubblicità: nel 2008 radio è cresciuta nonostante crisi, ma è insidiata da Internet

Tv, Europa 7: parole al vento. Continua coro no per gestione carbonara migrazione DTT (soprannominato DDT delle locali). Il Trentino si disinteressa. Mediaset-RAI-TIM dichiarano la guerra spaziale a Sky. Che reagisce su contenuti. Nasce alleanza su IPTV


Sul piano radiofonico è ancora in itinere il cd. “Caso soglia Audiradio”. Si attendono, infatti, le decisioni delle autorità dopo che si sono tenute le audizioni di alcune associazioni di categoria. Ma le aspettative delle emittenti sono scarse. E la delusione tanta.
Sempre sull’audience radio, da menzionare i risultati in parte “rivoluzionari” dell’elaborazione dei dati d’ascolto sul quarto d’ora dell’ultimo bimestre 2008.
La Commissione UE prevede che l’economia europea e quella della zona euro perderanno quasi il 2% nel 2009, per poi riprendersi leggermente nel 2010. Ciò nondimeno la pubblicità radiofonica regge pressoché ovunque, mentre gli altri media faticano a tenere il passo. Nel nostro paese, secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio FCP-Assoradio, nonostante la crisi, la raccolta è cresciuta del 2% rispetto al 2007. Però l’antico medium deve fronteggiare un pericoloso concorrente. No, non la tv ma Internet, che in Francia ha già superato la radio sul piano pubblicitario.
Anche il web, tuttavia, soffre la crisi internazionale, tanto che in Italia gli investimenti pubblicitari nel periodo gennaio-novembre 2008 sono risultati pari a 7.922 milioni di euro, con una flessione del 2,1% sul corrispondente periodo dell’anno precedente.
Sul fronte tecnologico, nulla di sostanzialmente nuovo: la radio satellitare boccheggia negli USA (Sirius XM tenta di convincere, senza grande successo, gli azionisti in prospettive di risalita che si concretizzerebbero nel 2012), mentre in Germania dopo il fallimento del DAB si ritenta (senza tanta convinzione, invero) la strada del digitale con il DAB+ ed il DMB.
In ambito tv si parla ancora di Europa 7 e della batosta di Di Stefano, che pensava di portarsi a casa oltre 3 miliardi di euro ed invece si deve “accontentare” di 1 milione di euro. Niente male, comunque, per una televisione “di carta”. Esulta per il “successo” Romani, che, al solito, si fa sentire solo quando c’è da parlare di digitale e di Europa 7.
Al via Tivù, nuovo fronte per la sfida a Sky: una piattaforma gratuita che da giugno porterà l’offerta del digitale terrestre sul satellite attraverso una società costituita dai principali player della tv analogica: Rai, Mediaset e Telecom Italia Media. Una nuova mazzata per le traballanti tv locali, già relegate in fondo alle liste di programmazione sul digitale terrestre e probabilmente sui canali meno appetibili per l’utenza.
Ma Murdoch, al contrario delle tv locali e delle nazionali minori (che sui tavoli per il DVB-T si stanno facendo soffiare tutto il soffiabile), non sta certo a guardare: ad ogni azione spara una reazione uguale e contraria. Così all’aumento dell’IVA sulla pay tv risponde ingaggiando Fiorello ed al progetto Tivù, assoldando Celentano.
Ma gli antagonisti dello Squalo (che nel frattempo si è beccato una multa dall’Antitrust) sono anche le associazioni di consumatori, che si chiedono in tema di pay tv e pubblicità: perché pagare doppio? Quando un programma trasmesso da una tv a pagamento è interrotto dalla pubblicità, viene infatti a cadere uno dei vantaggi principali, forse IL principale vantaggio, derivante dal pagare per vedere un programma. Ecco quindi partire un nuovo fronte di protesta.
E mentre in Italia si litiga, la Televisione Spagnola TVE prolunga l’accordo con Digital+ per continuare a trasmettere i propri canali sulla pay-tv satellitare spagnola presente su Astra e Hispasat.
Si allarga il fronte del no alla modalità di gestione “secretata” del DTT. Non è ovviamente in discussione la tecnologia in sé, sebbene essa andrebbe rivista in forza di una maggiore interazione con le altre tecniche per la trasmissione digitale, quanto le modalità da carbonari adottate dalle istituzioni per trattare un argomento così importante.
Così, da moltissime parti si critica la Quarta Conferenza Nazionale di Roma sul DTT, vista come un gigantesco spot pubblicitario, con molte domande e poche risposte.
Ma la macchina del DTT (o come qualcuno ormai lo considera, il “DDT” destinato a sterminare le fastidiose tv locali) non si ferma. Ecco quindi Agcom dare avvio al nuovo sistema interattivo di accesso al database del catasto delle frequenze tv e di trasmissione dei dati.
Esulta (come dicevamo prima) inopportunamente il sottosegretario del MSE-Com Romani: è stato anticipato il calendario dello switch off della tv digitale terrestre con “il sì di tutti i governatori” delle regioni interessate! Evvai! Tutti contenti? Mica tanto. In Trentino, per esempio, letteralmente del DTT se ne fregano: nonostante da metà febbraio Rete 4 e Rai 2 si vedranno solo con il decoder, i trentini non si agitano. Uno su tre anzi dichiara che non ha nessuna intenzione di acquistare quel benedetto decoder per la televisione digitale. Che vuol dire, che rinunceranno alla tv? No: che passeranno al sat. Per la felicità di Murdoch.
Uniche voci fuori del coro le associazioni di emittenti Conna e CNT-Terzo Polo Digitale, che rilanciano, ciascuna con motivi diversi, l’allarme sulla gestione sotterranea della migrazione tecnologica.
E che il digitale terrestre non sarà la sola tecnologia ad ereditare l’analogico si appalesa anche dalla presentazione del DVB-SH, la ricezione dal sat sul palmare. Ma anche questa tecnica non convince.
Più speranze di competere con il satellite pare aver l’IPTV, tanto che Fastweb, Telecom Italia e Wind si alleano per promuoverla in Italia in vista dello switch off (evidentemente consapevoli che molti orfani della tv analogica non passeranno al digitale terrestre alla presenza di valide alternative), dando vita ad un’associazione all’uopo.
E proprio perché intenzionato a sbarcare sull’IPTV, ma al momento giusto, l’ad di Telecom Italia Bernabè fa capire che La7 è importante e utile e che quindi l’idea di cederla non è attualmente all’ordine del giorno. Notare la precisazione ’”attualmente”….
Si parla di ovvietà grazie a Gasparri (Pdl), che, riferendosi al caso francese, ribadisce come sia inutile togliere la pubblicità alla tv di Stato.
E sempre in tema di tv pubblica, paghiamo ancora una volta di tasca nostra le iniziative di Santoro, grazie al quale la RAI è stata sanzionata dall’Agcom per aver violato i diritti fondamentali della persona. Il riferimento è alla messa in onda di filmati nel corso della trasmissione “Anno Zero” del 10 maggio 2008 contenenti interventi di Beppe Grillo con offese rivolte al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al professor Umberto Veronesi
Una nota in questo resoconto non può mancare al caso Villari ed allo scioglimento della Commissione di vigilanza.
Anche questa settimana l’appuntamento con la storia della radiotelevisione privata italiana è stato rispettato. L’esperienza esaminata è stata quella di Emmanuel Television di Ancona nel 1968.
Novità anche a riguardo dei servizi tecnici collaterali all’attività radiodiffusiva: la Screen Service, primario operatore nella progettazione, produzione e commercializzazione di apparati e sistemi per la trasmissione del segnale televisivo, ha acquisito il 100% delle quote di RRD Reti Radiotelevisive Digitali.
Parlando di editoria in senso ampio, meritevole di attenzione è la volontà della Cina di esercitare nel mondo un’influenza equivalente alla sua economia attraverso i media, che rappresentano il migliore strumento a disposizione.
In tema di inquinamento elettromagnetico gli esperti si mostrano ancora divisi sui relativi rischi. Chi s’aspettava le conclusioni dell’indagine internazionale Interphone per sapere se buttar via il cellulare o continuare a tenerlo incollato all’orecchio tutto il giorno, rischia, infatti, una delusione.
Botta e risposta tra Agcom e Telecom Italia: secondo la compagnia telefonica, nessun obbligo essa ha di aprire uno sportello utente in ogni città.
Sul fronte normativo, la privacy si modifica ulteriormente: nuove sanzioni sono state introdotte dal decreto legge 207/2008, cosiddetto “decreto mille proroghe”
Quanto al web, eccoci alla storia infinita di Italia.it, con milioni di euro che se ne vanno: Michela Vittoria Brambilla è ora a capo di un progetto del passato, caratterizzato da continui rinvii e uno spreco senza precedenti.

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