La vera verità è questa: se il cliente di Sky genera in media 45 euro di ricavi al mese, quello di Mediaset, abbonato a Premium Gallery, ne paga solo 15 nello stesso periodo. E proprio perché la crescita di Mediaset sul dtt (che sta galoppando nell’implementazione della diffusione) si dimostra ogni giorno più interessante, offrendo tra l’altro tivù a costi presumibilmente più convincenti, gli abbonamenti di Sky non starebbero aumentando più con il trend di qualche anno fa. Forse l’impero di Murdoch, almeno in Italia, si è seduto sugli allori. Oppure si tratta di uno stop fisiologico, accentuato anche dalla crisi internazionale (ma negli USA non è così: nonostante la recessione il mercato della pay tv non ha subito flessioni).
Arrivata sulla penisola nel 2003, Sky oggi ha 4,5 milioni di clienti (+ 9% dello scorso anno), ha raggiunto il 10% di share nel giorno medio (ascolti in continua crescita) e il giro d’affari è aumentato del 22% rispetto al 2007, raggiungendo quota 3749 milioni di dollari. Tuttavia – come rileva anche il Corsera in un ampio articolo dedicato a Sky nell’insertio Economia di ieri – la tv di Newscorp inizierebbe a mostrare microscopici segni di cedimento del gradimento da parte del pubblico. A suo favore non avrebbero infatti giocato l’aumento dei prezzi mensili da 2 a 4 euro per cliente (si dice mirato a compensare la riduzione della crescita degli abbonamenti) e l’attribuzione di un costo alla rivista per programmi mensilmente distribuita in tutte le case degli abbonati (fino all’anno scorso era gratuita). Certamente, quest’ultima, un scivolone di stile che non ci sarebbe aspettati da un attento osservatore delle abitudini dei propri clienti qual è Murdoch. I telespettatori di Sky, pur fidelizzati, inizierebbero poi a mostrarsi insofferenti verso una progressiva trashizzazione del palinsesto, che a programmi di spessore sembra sempre più spesso lasciare posto alla commedia sexy italiana. Vero è che la tv di Murdoch, al di là dei risultati, delle strategie commerciali, delle supposizioni, è ancora la più innovativa, la più ricca in Italia e allo stesso tempo la più generalista, la più settoriale, la più costosa e la più desiderata. Tuttavia il campanello d’allarme è suonato e crediamo che Murdoch non sia rimasto sordo allo stesso.
Anche perché si avvicinano due scadenze che potrebbero incidere sugli assetti costituiti sul gradimento del pubblico: quella dello switch-off analogico-digitale (che ovviamente rafforzerà la posizione di Mediaset nel mercato della pay tv) e quella del 2010, anno in cui per Sky è stata fissata la scadenza per i diritti del calcio. Difatti, il 50% degli abbonati al satellitare, potrebbero non esserlo senza partite e contenuti esclusivi dedicati allo sport nazionale. Ma questa, come tutti sappiamo, è un’altra storia. (Marco Menoncello per NL)