Tv. Auditel nell’occhio del ciclone. Upa: “Siamo molto preoccupati”

Tempi duri, durissimi per Auditel, che cerca di arginare con difficoltà un errore del sistema su cui la stessa società è imperniata da più di trent’anni.

Ma quale fattore, esattamente, è stato in grado di sovvertire in un secondo la credibilità della raccolta dati? Sarebbe stato auspicabile supporre che solo una manomissione di alto livello o un guasto esulante l’umana capacità potessero sovvertire l’intero complesso della raccolta e gestione dati Auditel, che la società stessa descrive come “un sistema di ricerca severo e trasparente, che fornisce informazioni approfondite sui volumi d’ascolto e sulle scelte dei diversi pubblici”. Si è parlato in questi giorni di bug, un errore nella scrittura di un software, e sappiamo bene che nessun programma è perfettamente esente da imprecisioni. E invece no: si sarebbe trattato di un semplice errore umano, una piccola svista, un messaggio di posta elettronica alle famiglie campione con indirizzi in chiaro (che sono stati messi in “CC” e non in “CCN”, ovvero visibili a tutti) ha compromesso la struttura nella sua interezza. Quell’email condivisa non è certo un “problemino” che si può cancellare con la funzione delete della tastiera: il panel è stato inevitabilmente inquinato, c’è poco da fare. La stessa nota ufficiale Auditel ammette quanto accaduto: “Nessun baco nel sistema, ma un errore nell’invio della posta elettronica ad alcune famiglie del campione di cui sono stati resi noti gli indirizzi e-mail. Siamo stati informati dal nostro fornitore Nielsen che, per un errore, sono state trasmesse comunicazioni di posta elettronica a famiglie del campione rendendo visibili gli indirizzi e-mail. Il nostro Comitato Tecnico si è posto immediatamente al lavoro per individuare valutazioni e proposte che saranno esaminate dal consiglio di amministrazione della Società già convocato per mercoledì 14 ottobre. Auditel intende confermare la propria linea, trentennale, di serietà e trasparenza”. Domani il Cda Auditel deciderà definitivamente la linea da adottare per tamponare l’emergenza, ma sembra che la direzione maggiormente accolta sia la sospensione delle rilevazioni e la sostituzione delle famiglie del panel di cui è stato rivelato l’indirizzo di posta elettronica. In queste ore, nel frattempo, si è riunito urgentemente il board Upa (Utenti Pubblicità Associati, organismo associativo che riunisce importanti aziende industriali, commerciali e di servizi che investono in pubblicità e in comunicazione, nonché, con una quota del 33%, uno tra i maggiori azionisti di Auditel) e non a caso il più agitato è parso Francesco Sassoli De Bianchi, presidente Upa: un panel inquinato equivale a inattendibilità dello share. Inattendibilità dello share comporta rischi su 4 mld di euro circa, ossia il valore dell’industria televisiva in termini di investimenti pubblicitari annui. meter%20nielsen%20box - Tv. Auditel nell’occhio del ciclone. Upa: “Siamo molto preoccupati”In Upa – ha affermato il presidente – siamo molto preoccupati, stiamo cercando di capire a fondo cosa è successo e cosa si debba fare. Bisogna essere rapidi, tempestivi, trasparenti. E’ una vicenda che preoccupa e i primi danneggiati sono gli investitori. E’ stato minato un pilastro dell’Auditel, la segretezza, dobbiamo capire la dimensione del problema e quali saranno le soluzioni. E’ stato un errore materiale, non si deve parlare di errore umano. Che però ci deve far riflettere sulle procedure, perché evidentemente lo hanno permesso. E non è meno grave che gli indirizzi siano stati svelati solo alle altre famiglie: i dati auditel non devono essere condizionabili né da una regia centrale né da una comunicazione fra le famiglie. Questi sono i due pilastri della segretezza”. Finora quella segretezza era stata custodita in maniera apprezzabile, ma ora l’impenetrabile trama dati è stata rovinosamente compromessa. L’Upa rappresenta gli investitori pubblicitari, quindi i maggiori interessati a che la rilevazione degli ascolti sia impeccabile perché è proprio con questi che si decide quanto e dove spendere per gli spot. E, come fa intendere lo stesso Sassoli De Bianchi, non deve esserci nemmeno la possibilità di individuare le famiglie del panel perché non siano influenzabili da nessuno. Tra i membri del Cda di Upa, in corso di svolgimento, c’è chi propende per la richiesta di una temporanea interruzione della raccolta dei dati fino alla formazione del nuovo campione. Se si seguisse questa strada si potrebbe arrivare ad una sospensione di almeno sei mesi. Auditel ha spiegato che è stata la Nielsen (società internazionale che si occupa della raccolta dei dati per conto della stessa Auditel), ad inviare la mail incriminata, ma tecnicamente i nomi dovrebbero essere preservati dall’Auditel stessa mentre Nielsen dovrebbe gestire solo codici non riconducibili all’anagrafe. È vero che esiste un codice famiglia ma le comunicazioni arrivano via posta tradizionale con nome, cognome e indirizzo. In poche parole Nielsen, società privata che visto il proprio business avrebbe anche dei potenziali conflitti di interessi, sa tutto. Uno dei primi commenti a caldo sul ginepraio è stato quello di Campo Dall’Orto, direttore generale Rai (anch’essa azionista Auditel) che, a margine del convegno EY “Digitalexlacrescita” ha dichiarato: “Siamo in fase di raccolta di informazioni. E’ stata una cosa improvvisa, non abbiamo una posizione”. Per il consigliere Rai Franco Siddi “si tratta di una grave turbativa del mercato”. Il controllo sulle rilevazioni d’ascolto spetta per legge all’Agcom, che si è vista costretta ad intervenire inviando una lettera ai vertici di Auditel, della quale non è stato ancora reso noto il testo. “Ritengo indispensabile – sottolinea Antonio Nicita, commissario dell’Autorità – che l’Autorità acquisisca urgentemente tutte le informazioni per una rapida valutazione del caso e dei suoi possibili effetti.meter%20auditel - Tv. Auditel nell’occhio del ciclone. Upa: “Siamo molto preoccupati” La legge istitutiva dell’Agcom – ha ricordato – ci assegna il compito di vigilare sulla correttezza delle indagini di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione effettuati da altri soggetti e sull’operato delle imprese che svolgono le indagini”. “Ancora una volta l’Auditel torna al centro dell’attenzione”, ha dichiarato invece il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ribadendo con forza come già in più occasioni l’associazione dei consumatori abbia espresso i suoi dubbi sulla società di rilevamento degli ascolti tv: “Il sistema Auditel è a nostro avviso superato e non si può garantire terzietà e totale imparzialità quando controllori e controllati sono la stessa persona. Basti pensare che tra i soci dell’Auditel compaiono Rai, Rti e La7”. A questo punto è pacifico chiedersi quali saranno gli accorgimenti che Auditel potrebbe adottare per continuare le rilevazioni con la sicurezza di un sistema (questa volta) incorruttibile: sarà sicuramente l’argomento centrale attorno al quale ruoterà la riunione del consiglio di amministrazione Auditel di domani. E sarà interessante anche capire cosa farà Sky, socio di secondo piano dietro Rai, Mediaset e Upa (associazione degli investitori pubblicitari), che è sempre stato critico nei confronti dei metodi di rilevamento: basti pensare che i dati Auditel non venivano criptati, altrimenti l’errore non sarebbe stato possibile. Lo smart panel di Sky, ad esempio, ha gli indirizzi del panel criptati. Da una ventina di giorni, tra l’altro, Sky diffonde i dati sugli ascolti del suo Smart panel (rileva gli ascolti di un campione dei propri abbonati) dopo aver ravvisato significative differenze sugli ascolti della seconda puntata di X Factor rispetto a quelli diffusi da Auditel. La soluzione per fronteggiare il problema dovrà essere presentata da Nielsen ed è nell’ordine delle cose che si sospenda la diffusione dei dati (non la rilevazione) e si sostituiscano in tempi brevi le famiglie coinvolte: in realtà non sono stati esposti tutti i 5600 indirizzi delle famiglie campione, ma soltanto alcune centinaia, cifra assolutamente sufficiente per sfasare ugualmente il sistema raccolta dati auditel. Fino alla riunione di domani Auditel ha deciso di continuare a monitorare le abitudini televisive delle medesime famiglie facenti parte del gruppo di studio, e di non variarne la composizione. Non è ancora chiaro quali saranno le linee di intervento e le eventuali conseguenze nei confronti della Nielsen per quanto accaduto. E c’è di più: va assolutamente ricordato che la società di rilevamento, che si prepara alla quotazione in borsa nel 2016 (e che accanto ai tre azionisti forti, Rai, Mediaset e Upa ha visto allargarsi il numero dei componenti del Cda, salito da 22 a 30, dando spazio ai rappresentati di nuovi player di mercato come Sky e Discovery), ha da tempo annunciato l’ampliamento del suo campione di riferimento, che l’anno prossimo dovrebbe essere composto non più da 5.600 ma 10mila famiglie. auditel - Tv. Auditel nell’occhio del ciclone. Upa: “Siamo molto preoccupati”E ci si chiede se, a questo punto, Auditel vorrà ancora allargare il panel delle case rappresentative, considerando che per ora non è stata in grado di mantenerne la gestione. Di grande interesse è poi l’intervista de Il Corriere della Sera ad una delle famiglie del panel, raccontando come funziona il sistema dall’interno, e le risposte non sono state assolutamente confortanti. Secondo il metodo di raccolta dati Auditel ogni membro della famiglia deve segnalare la propria presenza davanti al televisore tramite un particolare telecomando: in questo modo il meter (rilevatore elettronico che traccia, minuto per minuto, l’ascolto della televisione) registra quale programma è visto ed anche da chi è visto. La famiglia intervista non lo ha mai ricevuto. Nessuno ne ha fatto cenno e dalle domande poste dal personale sul numero di componenti del nucleo è facile supporre che il calcolo sia semplicemente frutto di una media: a prima vista potrebbe sembrare un dettaglio di indubbio interesse ma non lo è considerando che la supposta superiorità del sistema Auditel nel calcolare lo share dei programmi, rispetto alle metriche delle tv a pagamento come lo smart panel, è basato proprio su questo numero. Non è escluso che il telecomando sia in possesso di altre famiglie non intervistate, ma resta il fatto che non tutte ne fanno utilizzo. E’ da precisare, poi, che per le famiglie che si prestano alle rilevazioni è previsto un bonus annuo di 40 euro annui e per consentire al personale di montare la necessaria strumentazione è necessario dare disponibilità a far entrare un tecnico dal lunedì al venerdì in orari d’ufficio: le coppie che sono assenti nei suddetti orari per motivi di lavoro risulterebbero sottostimate, per non parlare della fascia più alta della popolazione, di norma poco propensa alla proposta di rilevazione. E sono altri elementi da non sottovalutare perché l’attendibilità dell’audience richiede che il panel riproduca il più esattamente possibile la stratificazione sociale, culturale ed economica delle persone davanti alla tv e, a conti fatti, questo non si verifica nella pratica. In ultimo la famiglia interrogata afferma di essere già stata contattata anni fa per fare parte del panel, una casualità che ha dell’incredibile e rende ancor più intricata la vicenda dell’Audigate. Non ci resta che attendere la riunione Cda di domani, auspicando una rapida risoluzione dell’intricata vicenda. Nell’interesse veramente di tutti. (S.F per NL)

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