Web: in Russia è boom socioculturale. E anche in Siberia si scopre che il mondo è più grande di quel che sembra

Immaginate di essere nel mezzo della steppa siberiana, nel cuore della Russia asiatica, in un villaggio che conta al massimo poche centinaia di anime, e scoprire, un bel giorno, la rete.

E scoprire che il mondo non è quell’entità astratta di cui tutti parlano senza conoscerlo ma che, per quanto astratta possa essere la sua riproduzione su uno schermo, è proprio lì, a portata di clic. In Russia, negli ultimi anni, si sta assistendo ad un vero e proprio boom di internet, con percentuali di utenti sempre più alte, e dati di crescita che superano di gran lunga la doppia cifra: a fronte dei 33 milioni d’utenti odierni, il loro numero è raddoppiato ogni anno dal 2007 ad oggi. Non solo, gli utenti russi sono coloro che, rispetto alla media europea, passano il maggior numero di ore settimanali su internet: ben 8. E la rete viene considerata sempre di più, dacché i solletichi della globalizzazione sono arrivati anche nella terra degli sciamani, lo strumento d’educazione preferenziale per i genitori che, piuttosto che allevare i figli con metodi della tradizione locale, preferiscono sempre di più spingerli verso il viale della conoscenza del mondo. “Anche le famiglie povere nelle zone più remote investono rapidamente in un computer da allacciare alla rete. Perché, se vivi in mezzo al nulla, è il modo più facile per mostrare ai tuoi bambini che il resto del mondo è on line”, ha detto Greg Thain, direttore della società di marketing Ims, intervistato dal sito Business New Europe. Sempre secondo il portale, intanto, lo scorso marzo RuNet, la versione del web in cirillico, ha registrato qualcosa come 1,75 miliardi di ricerche, cifra che solo due anni fa era circa un terzo. E nei prossimi mesi ed anni andrà ad incrementarsi progressivamente, grazie alla parallela crescita della diffusione degli smartphone, altro strumento d’accesso a internet. Certo, però, che date le caratteristiche geografiche del Paese – che si estende abbracciando tutta la dorsale settentrionale del continente asiatico e comprende al suo interno 9 fusi orari differenti – la banda larga non è ancora diffusa capillarmente come in Europa. Si conta, infatti, che ad oggi lo sia soltanto sul 20% del territorio, con prospettive di crescita, però, molto ampie: dovrebbe essere tre volte tanto entro il 2014. Al di là dei privati, anche le aziende sono sempre più presenti sul web, anche se spendono ancora meno dei colleghi europei per la pubblicità online: 9% contro medie europee del 15-25%. Per muoversi in rete in Russia il motore di ricerca preferenziale è Yandex.ru, quello più utilizzato dai ricercatori di contenuti in cirillico e che controlla circa l’80% del mercato russo. Surclassando Google – che col cirillico ancora ha da lavorare – che controlla circa il 10%. Certo è, comunque, che in un Paese come questo, la cui tradizione con la libertà d’espressione non è delle più floride, e dove a tutt’oggi vi sono numerose storie di giornalisti ammazzati perché invisi al potere e di giornali chiusi nelle maglie della censura, la rete è un ottimo mezzo di diffusione delle opinioni non convenzionali, delle critiche al potere costituito e diffusione di tematiche sociali che non trovano spazio sui media mainstream. Molti giornalisti, ritenuti “scomodi” dallo Stato, infatti, hanno inaugurato la stagione della protesta e della diffusione di articoli dai temi scottanti, su internet. Forse in questo modo è più facile far filtrare notizie e temi che sarebbe impossibile far pubblicare su carta stampata. Certo è, comunque, che al contrario degli ex colleghi cinesi, le autorità russe non applicano la censura totale della rete, per cui è semplice la diffusione di un’informazione alternativa. Non solo siti come Putindimettiti.ru, però, popolano il web russo, ma anche le istituzioni del Paese hanno captato le potenzialità della rete. Basti pensare che uno dei blogger più celebri è proprio il premier Dimitri Medvedev. (L.B. per NL)

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