Ad un passo dall’e-Government?

Entro il 2010 l’amministrazione pubblica italiana si trasferirà online


Ci sono paesi in Europa dove puoi rinnovare il passaporto o la patente direttamente online (per esempio l’Austria). Ci sono paesi in Europa dove sul web puoi ottenere il permesso per ristrutturare una casa (Slovenia, Portogallo, ancora Austria), o dove puoi consultare tutti i volumi presenti nelle diverse biblioteche pubbliche (Inghilterra). Ci sono altri paesi in Europa dove le buone intenzioni non mancano, ma le complicazioni maturate dalle amministrazioni consentiranno di sfruttare completamente la vasta gamma di servizi telematici, rivolti al cittadino, solo entro, e non prima, il 2010 (trattasi naturalmente dell’Italia). Secondo Il Sole 24 Ore (edizione odierna), l’Italia, a seguito di una ricerca mirata a mostrare il grado di presenza e sofisticazione dei servizi pubblici online, avrebbe ottenuto solo il sedicesimo posto in una classifica alla quale aderiscono tutti e 27 i paesi membri dell’Unione europea (prima di noi anche l’Estonia). Questo significa che, nonostante siano stati attuati, soprattutto negli ultimi due anni, dei decisivi cambiamenti a favore dell’informatizzazione di alcuni specifici servizi, il traguardo non è ancora così vicino come potrebbe sembrare. E se escludiamo servizi di settore come la fatturazione online o il collocamento telematico, è la comunissima posta elettronica a non essere ancora utilizzata come si deve. Secondo Beatrice Magnolfi, sottosegretario alla Funzione pubblica, il problema più diffuso tra le amministrazioni è l’utilizzo delle tecnologie informatiche o di internet solo per interventi di “back office” con la cui espressione si intendono tutte le operazioni esistenti tra uffici di una stessa area. Il cambiamento arriverà solo nel momento in cui i meccanismi di “front line” (al contrario, trattasi delle operazioni attivate dagli uffici nei confronti del cittadino) saranno a pieno regime su quei servizi che possono essere tramutati in qualche semplice click. Da qui parte la richiesta della Finanziaria, rivolta alle amministrazioni, alle scuole e alle università, di passare ai servizi Voip di telefonia, non appena saranno scaduti i servizi in corso, e di utilizzare più email, con l’obiettivo di eliminare progressivamente l’ingente volume di materiale cartaceo annualmente archiviato. E sulla posta elettronica la Finanziaria vuole fare leva in modo più incisivo: la minaccia è quella di ridurre del 30% i fondi destinati al cartaceo a tutti gli enti che continueranno ad utilizzare carta oltre il 50% del necessario. La data di scadenza per il completo (presunto) passaggio all’informatizzazione è il 2010, come concordato dal nuovo quadro strategico della Commissione europea per l’informazione e i media, lanciato nel 2005. Nell’attesa sarà curioso capire come verranno impiegati i dipendenti pubblici espropriati “telematicamente” del proprio lavoro. (Marco Menoncello per NL)

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