La vicenda si infittisce. Come in ogni mito che si rispetti, anche per quanto riguarda Facebook, non è ben chiaro come siano andate le cose in origine. E se per i gli antichi greci e i romani dall’incertezza nascevano le leggende, nell’america dei nostri giorni l’indeterminazione è invece terreno fertile per le cause legali. Cerchiamo di fare un po’ d’ordine: la leggenda narra che il popolare social network sia stato creato nel 2004 da tale Mark Zuckerberg, studente della Harvard University. Da allora Zuckerberg è stato letteralmente baciato dalla fortuna: a lui la sorte ha riservato fama, soldi ed onori come a nessun altro (“Google coppia” esclusa, naturalmente) era mai capitato. E tutto questo per aver inventato un software che permetteva a migliaia di suoi coetanei di essere virtualmente connessi, condividere pensieri, parole ed immagini. Quando le più importanti realtà del settore, da Microsoft a Yahoo, hanno cominciato a percepire il potenziale di siti come Facebook, per il nostro Zuckerberg sono cominciati i guai: alcuni suoi ex compagni di università gli hanno fatto causa sostenendo che il nostro eroe gli avesse praticamente copiato l’idea. A prima vista verrebbe da dire: “Chiaro che ci provano, chi non lo farebbe?”. Il problema è che queste cause non sembrano proprio una boutade, pare invece stiano andando a buon fine. La prima pratica legale è ascrivibile a tre studenti, fondatori di un sito molto simile a Facebook chiamato ConnectU. I tre sostengono che Zuckerberg gli abbia copiato dei file proprio mentre stava lavorando per loro, nella veste di programmatore. La cosa buffa è che a quanto pare Zuckerberg è stato anche licenziato per la sua scarsa produttività! Ora, proprio mentre questa prima causa si sta per concludere con una sorta di patteggiamento, veniamo a sapere dell’esistenza di un altro “pretendente al trono”. Si tratta di Aaron Greenspan, anche lui formatosi alla Harvard University, che sostiene di essere stato il primo ad aver usato il termine Facebook, in connessione con HouseSystem, un sistema pensato esclusivamente per il networking sociale degli studenti della rinomata università americana. Tutto questo sei mesi prima che Zuckerberg lanciasse Facebook. Risultato: un bel contenzioso presso l’ufficio Marchi e Brevetti USA. Problemi in vista per Zuckerberg quindi. Resta da capire se queste cause mineranno non solo il suo portafoglio ma anche la sua reputazione. C’è da scommettere che, vista la fortuna derivante da Facebook, Zuckerberg non farà fatica ad assoldare i migliori avvocati disponibili sulla piazza e a contenere i danni. Ma poi? Chi potrà avere ancora fiducia nel compagno di banco che ha copiato qualcosa di molto più importante del compito di matematica? (Davide Agazzi per NL)