Crossmedialità, Fiorello: Grasso va fuori tempo e definisce sul Corriere “una fesseria” la visual radio, scambiando il medium per il messaggio

Fiorello, Aldo Grasso, La Pennicanza

Il critico radiotelevisivo Aldo Grasso, il 05/11/2025, sul Corriere della Sera, ha commentato il nuovo radio show di Radio 2 La Pennicanza con Fiorello, contestando il senso della nuova radio che vive di schermi, interfacce ed ubiquità mediale, definendo la visual radio “una fesseria”. E così dimostrando di aver perso di vista l’evoluzione tecno-comportamentale, confondendo il mezzo col device.
Il che, per un critico radio-tv della sua esperienza e notorietà, è piuttosto grave.

Sintesi

Aldo Grasso, sul Corriere della Sera del 05/11/2025, trattando del nuovo programma dell’anchor man Fiorello su RAI Radio 2, La Pennicanza, ha definito la visual radio una “fesseria”, per aver distrutto il fascino dell’invisibile.
Ma il critico confonde il mezzo con il device, ignorando l’evoluzione del consumo radiofonico verso schermi, interfacce e fruizione ubiqua.
Richiamando McLuhan (“il medium è il messaggio”) la visual radio non snatura la radio, ma, piuttosto, ne estende il linguaggio in un mondo dominato dai display.
Una società dove molti esercizi pubblici arrivano a mantenere gli schermi tv accesi su un canale pur somministrando nell’ambiente un audio diverso da quello d’origine.
La componente visiva, come ha spiegato Giovanni Alibrandi (Rai Radio2) a NL, “non sostituisce l’audio, lo accompagna”.
Dati e norme lo confermano, dal World Radio Day 2025, che ha riconosciuto la visual radio come un’identità consolidata, all’In-Vehicle Visuals Report, che ha certificato che l’83% degli utenti guarda gli spot radio sui display delle auto americane, fino alla delibera Agcom 390/24/CONS, che ha incluso la radio tra i servizi da porre in evidenza sulle smart tv.
Con la sua declinazione tv, la radio non perde l’invisibilità: semmai la trasferisce alla luce ed alla grafica, restando sé stessa.
Fiorello rappresenta questa transmedialità naturale, fluida tra broadcast, streaming e social.
Quindi, se di fesseria dobbiamo parlare, essa, semmai, è non vedere come la radio sta cambiando. Anzi, è cambiata.

La fesseria di Aldo Grasso

L’editoriale di Aldo Grasso sul Corriere della Sera ha riacceso un dibattito cruciale: la visual radio è davvero una “fesseria”, come sostiene il critico, o rappresenta, piuttosto, la naturale evoluzione di un medium che da un secolo sopravvive proprio perché cambia forma restando se stesso?
La risposta, come dimostrano i più recenti studi e le stesse nuove linee guida Agcom sulla prominence (ex Del. 390/24/CONS), è che la visual radio non è un esperimento estetico, ma una necessità tecnologica, commerciale e socio-cultural-comportamentale.

Fiorello, la radio come salute e come rito quotidiano

Nel suo editoriale del 05/11/2025 per Il Corriere della Sera, Aldo Grasso descrive Rosario Fiorello come un folletto, capace di “fare spettacolo solo con il telefonino”. La sua trasmissione, La Pennicanza, in onda sulla pluralità di vettori lineari broadcast (FM/DAB/DTT) e IP di Rai Radio 2on demand su RaiPlay, rappresenta per il critico un esercizio di vitalità creativa. Ma anche un esempio di ibrido imperfetto: non più radio e non ancora televisione.

Il circuito chiuso di Grasso

Secondo Grasso, l’aggiunta delle immagini distruggerebbe il fascino dell’invisibile, sostituendo la potenza dell’immaginazione con una televisione da sorveglianza, una specie di tv a circuito chiuso. Eppure, il paragone con la salute non è casuale: Fiorello stesso sostiene che “fare radio è come fare 8.000 passi al giorno per stare bene”.

La radio resta

È un modo per dire che la radio resta, prima di tutto, un esercizio di vitalità collettiva, un flusso costante che unisce persone, piattaforme e linguaggi. Ed è proprio questa continuità, più che la nostalgia, che oggi definisce la sua evoluzione.

L’errore concettuale di Grasso

La posizione di Grasso è quella di molti osservatori che leggono la transizione digitale con le lenti della radio analogica.
Ma come diceva Marshall McLuhan con il suo famoso “il medium è il messaggio”, ciò che trasforma la comunicazione non è il contenuto, ma la struttura del mezzo. La visual radio non è dunque un’anomalia della radio, un abominevole tertium genus tra radiofonia e televisione o una versione imperfetta della seconda, come pretenderebbe Grasso, ma una delle sue forme contemporanee di ricezione.

Confondere mezzo e messaggio

Ascoltare un programma radiofonico su un televisore non trasforma la trasmissione in tv, così come ascoltarlo via smartphone non lo trasforma in telefonata. Il televisore, come lo smartphone o lo smart speaker, è solo uno degli ormai tanti terminali di accesso all’audio.

Ma quale voglio ma non posso!

Ridurre la visual radio a “tv del voglio ma non posso” significa non cogliere il nodo del problema: non è la radio ad aver invaso la televisione, ma il pubblico ad aver spostato il suo centro percettivo verso gli schermi. In un contesto dominato dal display, il silenzio visivo è percepito come assenza. Di qui l’esigenza di riempire lo schermo con immagini complementari, non per vanità estetica, ma per continuità percettiva.

Lo conferma il comportamento degli utenti

Un nostro articolo del 2024 (“Lo strano comportamento dei locali pubblici che sintonizzano le visual radio con l’audio di Spotify o YouTube”) già aveva evidenziato un dato curioso e per certi versi sorprendente: molti bar, palestre e negozi lasciano accesi i canali visual radio diffondendo però musica differente da quella del canale video. Ciò dimostra che il contenuto ha acquisito una funzione ambientale visiva non necessariamente coincidente con quella sonora.

Oltre lo schermo

Non è un dettaglio marginale: il pubblico non guarda la radio come guarderebbe un film, ma mantiene il contatto visivo con la fonte sonora, stabilendo una relazione di prossimità costante.

Trasferimento della (in)visibilità

In questo scenario, la radio non perde (in)visibilità: la trasferisce dal suono alla luce, dal timbro alla grafica, dalle parole ai gesti. E questo passaggio segna la continuità, non la fine, del linguaggio radiofonico.

La visual radio è l’estensione naturale del medium

Ogni medium è un’estensione dei sensi umani. La visual radio è, letteralmente, il riempimento visivo dell’udito: uno strumento che accompagna, integra e rafforza l’esperienza sonora. Non sostituisce la voce, ma la proietta in un ambiente multicanale dove il pubblico interagisce contemporaneamente con vista, tatto e udito.

La trasformazione radiofonica di Alibrandi

Come dichiarato pochi giorni fa a Newslinet da Giovanni Alibrandi (neodirettore di Rai Radio 2), quasi anticipando la gaffe di Grasso: “L’errore strategico è confondere la Visual Radio con la televisione. Il prodotto deve rimanere funzionale all’ascolto distratto. Se l’audio di base non è solido, nessun video lo salverà”. Concetto semplice, ma sfuggito grossolanamente al critico.

I dati: la componente visual è imprescindibile

Il punto di vista di Grasso non è peraltro condiviso: il World Radio Day 2025 ha raccolto testimonianze univoche dai principali operatori del settore, secondo i quali la componente visual è ormai parte integrante dell’identità radiofonica. Le interviste a conduttori, registi e manager mostrano un consenso quasi totale: “La radio che si vede non ruba spazio all’immaginazione, la amplifica”. La presenza visiva, anche minimale, potenzia il riconoscimento del brand, la retention del pubblico e la monetizzazione pubblicitaria.

In-Vehicle Visuals Report 2025

Lo studio In-Vehicle Visuals Report 2025, ha confermato che l’83% degli utenti visualizza i messaggi pubblicitari sui display automobilistici. Ciò significa che l’ascoltatore moderno è anche spettatore passivo, e che il mercato pubblicitario si è già spostato verso formati visivo-sonori integrati. Le emittenti che restano ancorate all’audio puro rischiano di scomparire dalle interfacce dei nuovi ecosistemi automotive, smart home e OTT.

Il riconoscimento normativo: la prominence anche per la radio

Il quadro regolamentare va nella stessa direzione. Con la delibera Agcom 390/24/CONS, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha elaborato le misure per la prominence dei SIG (Servizi di Interesse Generale, le emittenti lineari dotate di testata giornalistica) includendo anche i canali radiofonici tra i servizi di rilievo sulle interfacce digitali per le smart tv.
Un riconoscimento che sancisce la transizione dalla radio invisibile a quella esponibile, dove l’identità grafica, i loghi e le animazioni diventano elementi di competitività.

Fiorello come metafora della transmedialità

Proprio in questo contesto, Fiorello rappresenta molto più di un intrattenitore radiofonico. È l’emblema della transmedialità naturale, capace di muoversi tra piattaforme senza soluzione di continuità. La sua Pennicanza vive simultaneamente su radio, televisione e web, incarnando la logica del flusso continuo, l’ambiente mediale totale.
E per fare ciò Fiorello non cambia linguaggio, lo adatta: la sua voce resta la stessa, ma trova nuovi spazi per esprimersi – dallo smartphone al DTT, fino al reel.

Non è la BBC, ma quasi

È la stessa filosofia che guida le strategie di BBC Sounds e, per rimanere in Italia, di RTL 102.5, dove la radio è pensata come ecosistema convergente, non come canale isolato. In questo senso, Fiorello non tradisce la radio: la traghetta nel suo futuro naturale, quello dell’ubiquità e della contaminazione.

La nuova estetica dell’ascolto: la voce si vede

La radio visiva introduce un nuovo tipo di estetica, fondata sull’ibridazione sensoriale. L’ascoltatore non è più immerso solo nel suono, ma in una scenografia dinamica fatta di grafica, movimento e presenza. È un’esperienza “ambientale”, dove la voce si vede per essere ricordata. E ciò che era invisibile diventa riconoscibile, quindi monetizzabile.

Continuazione psicologica dell’ascolto audio in tv

Del resto, il pubblico di oggi cerca familiarità visiva anche nell’audio, perché l’immagine conferma la fonte e la rende affidabile. È lo stesso principio che regola il successo degli speaker digitali: la fiducia si costruisce attraverso la percezione di presenza. La radio visiva non è dunque una deviazione, ma la continuazione psicologica dell’ascolto.

L’insegnamento mancato

Pur superata per molti versi, la filosofia di McLuhan ha ancora almeno un’attualità: ogni medium, quando evolve, ingloba il precedente. La radio che si guarda, non nega la radio che si ascolta: la completa. E Fiorello, con la sua leggerezza istintiva, rappresenta l’intuizione che Grasso razionalmente rifiuta: la radio oggi si ascolta con gli occhi aperti.

Il vero errore non è “far vedere la radio”, ma non voler vedere come la radio sta cambiando

E se il medium è il messaggio, come scriveva McLuhan, allora la visual radio è il messaggio della nostra epoca: un linguaggio fluido, multisensoriale, che abbatte la distinzione tra ascoltare e guardare. Fiorello lo ha capito; Grasso, stavolta, no.

Questo sito utilizza cookie per gestire la navigazione, la personalizzazione di contenuti, per analizzare il traffico. Per ottenere maggiori informazioni sulle categorie di cookie, sulle finalità e sulle modalità di disattivazione degli stessi clicca qui. Con la chiusura del banner acconsenti all’utilizzo dei soli cookie tecnici. La scelta può essere modificata in qualsiasi momento.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi strumenti di tracciamento sono strettamente necessari per garantire il funzionamento e la fornitura del servizio che ci hai richiesto e, pertanto, non richiedono il tuo consenso.

Questi cookie sono impostati dal servizio recaptcha di Google per identificare i bot per proteggere il sito Web da attacchi di spam dannosi e per testare se il browser è in grado di ricevere cookies.
  • wordpress_test_cookie
  • wp_lang
  • PHPSESSID

Questi cookie memorizzano le scelte e le impostazioni decise dal visitatore in conformità al GDPR.
  • wordpress_gdpr_cookies_declined
  • wordpress_gdpr_cookies_allowed
  • wordpress_gdpr_allowed_services

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi

Ricevi gratis la newsletter di NL!

SIT ONLINE abbonamento circolari Consultmedia su scadenze ordinarie e straordinarie settore radio-tv-editoria: [email protected]

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER