Digitale terrestre, questione LCN: in attesa che Agcom disciplini, arriva l’idea dell’autoregolamentazione. Si autoproclama il “Comitato LCN”

Questo periodico per primo (due anni fa!) aveva lanciato l’allarme sui numeri LCN (logical channel number), la funzione che permette agli operatori di rete di indottrinare i decoder (predisposti) assegnando ai programmi dei propri bouquet una numerazione prestabilita a monte (salva la possibilità di modifica dell’utente, con operazioni, però, generalmente complesse e vanificate ad ogni refresh).

A riguardo, avevamo registrato, al tempo, il colpevole silenzio dei rappresentanti delle emittenti locali, indifferenti o incoscienti davanti ad iniziative più o meno evidenti dei grandi player che tentavano (riuscendovi) di precostituire condizioni fattuali per un più facile avvicendamento nei telecomandi dell’utenza nella fase della futura migrazione tecnologica. Poi, troppo tempo dopo, qualche struzzo aveva tolto la testa dal terreno e si era accorto che, nel frattempo, il mondo intorno a lui era cambiato. E aveva cominciato a gorgheggiare, comunque nella sostanziale, consueta, indifferenza. Nell’editoriale di questa settimana, infine, avevamo dato conto del piagnisteo coccodrillesco dei messi delle piccole e medie emittenti alla riunione del CNID (acronimo accattivante del Comitato Nazionale Italia Digitale). Ora, sulla vicenda, ci giunge l’ennesimo comunicato di Retecapri (già impegnata in un’azione di protesta mirata a conseguire un secondo mux) che ci informa (in realtà lo aveva già fatto negli stessi termini il CNT-TPD, di cui Retecapri è associato essenziale….) di aver proposto la convocazione di "un’assemblea degli operatori avente l’Agcom come organizzatore, per trovare una soluzione concordata da tutti" solo al cui esito negativo avrebbe potuto essere auspicata "una decisione generale dell’Agcom". Secondo l’editore di Retecapri, Costantino Federico, la proposta sarebbe "piaciuta a molti, tra cui Luca Balestrieri della RAI, ma ha trovato il secco “no” di Stefano Mannoni, commissario dell’Agcom, il quale vorrebbe, al limite, che l’accordo fosse prerogativa dell’associazione DGTVi", la quale, sempre secondo Federico, avrebbe "la grave pecca di non rappresentare l’intero panorama dell’emittenza televisiva italiana ma solo una parte principale, valga per tutte il duopolio Rai-Mediaset ed un ristretto numero di tv locali". Ad ogni modo, c’informa la stazione dei faraglioni, "forte dei pareri favorevoli espressi da diversi rappresentanti di tv, associazioni e istituzioni, ha ritenuto di poter andare avanti promuovendo un incontro tra tutti gli operatori per tentare di trovare un accordo congiunto, e se nel frattempo l’Agcom resterà cieca a tale iniziativa e ritenesse di adottare decisioni ricadenti non solo sulle due emittenti ricorrenti ma su tutte, senza prendere atto dell’esito di tale riunione, non si escluderebbero azioni di tutela legale". E in effetti, da altre parti, ci è pervenuta copia di una missiva datata 25/09/2009 con la quale un autoproclamatosi "Comitato LCN" avrebbe convocato una riunione a Roma per il giorno 6 ottobre alle ore 15.00 (o in alternativa il 7 ottobre alle 10.00) in luogo da comunicarsi "in un secondo momento, secondo le adesioni ricevute". Obiettivo dell’incontro: determinare "un metodo condiviso di assegnazione delle numerazioni di posizionamento sulle piattaforme DTT ed, eventualmente, per la predisposizione di un codice di autodisciplina dell’uso delle medesime numerazioni". Tanti auguri, anche se i buoi ci paiono ormai molto lontani dalla stalla che si vorrebbe chiudere.

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