Editoria. Deaglio abbandona la direzione di Diario; Rebotti è il nuovo direttore

L’ex direttore continuerà a scrivere per il settimanale. Si punta sull’innovazione mantenendo i valori tradizionali basati sulla controinformazione e sulle inchieste fatte alla vecchia maniera, che contraddistinguono da sempre la testata


Enrico Deaglio (foto), all’età di 61 anni, lascia la direzione di Diario, settimanale da lui creato nel 1996 come supplemento dell’Unità, e trasformatosi poi in settimanale indipendente nel 1997. A sostituirlo arriverà Massimo Rebotti, 40enne che ha diretto per quattro anni Radio Popolare. Scherza Deaglio sulla sua decisione: “Alla mia età non è più il caso di fare il direttore”, e prosegue, “un po’ per il bene del giornale un po’ anche per sé stessi” (tratto dall’edizione odierna di ItaliaOggi). Diario dal 2008 è diventato quindicinale anche per far fronte alle esigenze economiche. La diffusione è stabile sulle 10mila copie, ma grazie ad alcuni numeri monografici è riuscito a toccare una vetta di 100mila copie. Si ricordano infatti il numero dedicato al G8 di Genova con il motto “Non lavate questo sangue” in riferimento all’irruzione nella scuola Diaz; oppure ancora il numero dedicato alla memoria dell’Olocausto e l’inchiesta fatta sui brogli elettorali del 2006. Il settimanale, finanziato da Luca Formenton, e dotato di una piccola redazione, si è sempre caratterizzato per le inchieste fatte alla vecchia maniera, votate alla controinformazione e incentrate anche sugli approfondimenti culturali. Ha collaborato per Diario Enzo Baldoni, ucciso in Iraq nel 2004 lasciando una ferita nella redazione. Deaglio durante la sua carriera, oltre ad aver scritto per numerose testate come La Stampa, Il Manifesto, Epoca, Panorama e l’Unità, annovera esperienze persino in campo televisivo. Ha partecipato alla realizzazione di Mixer di Giovanni Minoli su Raidue e ha condotto programmi quali Milano Italia, Ragazzi del ‘99, Così va il mondo,Vento del Nord e l’Elmo di Scipio. Si dedica particolarmente alla documentaristica realizzando una fortunata serie di dvd dal sapore antiberlusconiano come “Quando c’era Silvio” e “Uccidete la Democrazia!”, una sorta di denuncia sui presunti brogli elettorali del 2006. A causa di quest’ultimo, il direttore fu indagato dalla procura di Roma con l’accusa di diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose, oltre che “atte a turbare l’ordine pubblico”. E ancora, più recenti sono i documentari dal carattere storico come “Gli imbroglioni” e “L’ultima crociata” (2008). Una fervente attività giornalistica, che sta giungendo al termine. Ma di Deaglio sentiremo ancora parlare perché egli stesso spiega: “Io continuerò a scrivere per Diario, a dare qualche consiglio. Anche la televisione non mi interessa più. Leggerò e scriverò”. A proposito della scelta di Rebotti, l’ormai ex direttore dichiara: “Sono contento che abbia accettato la proposta. Ci accomunano un grande gusto per il giornalismo indipendente, la qualità e l’originalità dell’informazione, le inchieste e la voglia intatta di fare resistenza contro la mucillaggine invadente o come la si vuole chiamare”. E prosegue: “Come disse una volta Bill Clinton quando giochi a tennis dopo i cinquant’anni certi colpi ti vengono ancora, altri no. Lo smash te lo sei dimenticato e vorresti che il campo fosse più piccolo”. C’è aria di cambiamento nella redazione di Diario per dare spazio a nuove idee rimanendo però nello stesso tempo in linea con la tradizione. Dal canto suo, infine, Rebotti dichiara: “Ho accettato l’incarico perché non credo che, come ha detto Nanni Moretti, in Italia l’opinione pubblica sia morta. Si è soltanto indebolita e un giornale come Diario può funzionare come un ottimo ricostituente” (tratto da www.corriere.it). (Sara Fabiani per NL)

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