Editoria: il regolamento sui contributi apprezzato da FNSI e FIEG. Un primo passo, ma ora urge riforma del settore

Soddisfazione è stata espressa dalla Federazione Italiana Editori Giornali e dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana con riguardo al testo del regolamento, approvato dal Consiglio dei Ministri, di semplificazione e riordino della disciplina di erogazione dei contributi diretti e indiretti all’editoria.

La nuova regolamentazione, varata lo scorso 18 novembre a seguito dell’ottenimento del parere del Consiglio di Stato e delle competenti Commissioni parlamentari del Senato e della Camera, viene in particolare apprezzata in quanto tutela l’occupazione giornalistica, la regolarità dei rapporti di lavoro e premia quei giornali che vengono effettivamente venduti nelle edicole. Come reso noto dal Governo in una nota, vengono infatti eliminate dal calcolo le copie vendute in blocco e quelle attraverso lo strillonaggio. Inoltre il parametro di calcolo della tiratura è stato sostituito da quello relativo alle copie effettivamente distribuite Diventa obbligatoria la certificazione, da parte di una società di revisione, della distribuzione complessiva e della vendita e sono previste maggiori misure di controllo. L’obiettivo è appunto erogare i contributi a chi svolge effettivamente l’attività editoriale. Non solo. Il provvedimento, a tutela del lavoro giornalistico, prevede una riduzione delle agevolazioni fino al 20% per le realtà prive di un numero minimo di giornalisti dotati di regolare contratto di lavoro e, con riguardo alle cooperative editrici, stabilisce l’accesso ai contributi solo per quelle composte in prevalenza da giornalisti ed in cui la maggioranza dei soci sia titolare di un rapporto di lavoro subordinato. Tali previsioni sono state accolte con favore dagli editori, in quanto, come spiegato dal Presidente della FIEG, Carlo Malinconico, vengono posti a base della contribuzione diretta parametri, quali il numero delle copie distribuite e non solo tirate ed il numero dei giornalisti assunti, che “caratterizzano le iniziative assistite come realtà editoriali serie e concrete”. Per tale motivo, secondo Malinconico, il nuovo regolamento “costituisce un primo importante passo nella direzione, da un lato, di tutelare i giornali con autentica vocazione editoriale e, dall’altro, di evitare ogni utilizzo strumentale dei contributi da parte di soggetti privi di genuini intenti editoriali”. Sulla stessa linea si pone la FNSI, che plaude ad un testo che “rimette al centro i temi della qualità dei giornali e dell’essenzialità del lavoro giornalistico” e che dà “un peso fondamentale all’occupazione regolare dei giornalisti”. “Giornali senza giornalisti non possono esistere, né tantomeno possono percepire fondi pubblici ricorrendo ad artifizi formali” – si legge in una nota diramata sul sito della FNSI. “Su questo versante viene introdotto un elemento di rigore, tanto più perché l’occupazione di coloro che sono chiamati a trasferire sui giornali i frutti di un lavoro professionale qualificato viene “pesata” in relazione all’obbligo del rispetto del contratto di lavoro, del rapporto a tempo pieno e della regolarità contributiva verso l’Inpgi nel corso dell’intero anno considerato per i contributi (…)”. La nuova disciplina costituisce però sia per la FIEG che per la FNSI solo un primo passo, a cui dovranno seguire ulteriori previsioni che possano garantire una maggiore certezza sul diritto al contributo. A riguardo, se il Presidente della FIEG invita ad un “ripensamento sul cosiddetto “diritto soggettivo” la cui cancellazione crea non pochi problemi alla continuità operativa delle testate interessate”, la FNSI invoca una riforma del settore, in quanto “ (…) la conferma, con il regolamento, della cancellazione del diritto soggettivo di base per le testate ammissibili a contributo, in assenza di riforma quadro e di certezze per un periodo di transizione definito, sono condizioni che alimentano ulteriori criticità”, oltre a quelle derivanti dall’incertezza sull’entità dei contributi pubblici. (D.A. per NL)

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