Fasipress: lo schiaffo al collega è uno schiaffo a tutta la categoria

Venerdì scorso un redattore de Il Napoli (testata del gruppo Epolis) è stato schiaffeggiato dal capo della Polizia Municipale


(Fasipress.it) – Venerdì scorso un collega, Alessandro Migliaccio, redattore de Il Napoli (testata del gruppo Epolis) è stato schiaffeggiato dal capo della Polizia Municipale, Luigi Sementa. Che lo ha fatto sotto gli occhi di tutti, in presenza di altri due giornalisti. Non entriamo nel merito del grave episodio: chi sceglie la violenza al confronto dialettico ha sempre e comunque torto. E chi deve rappresentare l’ordine, garantire la sicurezza ai cittadini, far rispettare per primo la legge, non può (e non deve) comportarsi in questo modo.
Chiediamo piuttosto all’assessore con delega alla Polizia locale, Luigi Scotti e al sindaco, Rosa Russo Jervolino, di aprire un’inchiesta e di adottare gli opportuni provvedimenti disciplinari.
Ci rivolgiamo poi al Difensore civico, Giuseppe Pedersoli, affinché intervenga sollecitamente e si esprima con la chiarezza e la determinazione propri del suo Ufficio.
La Città di Napoli non merita d’essere teatro di simili episodi che ne danneggiano l’immagine. E i giornalisti hanno il diritto – sancito dalle leggi dello Stato – di poter lavorare in modo sereno, senza pressioni di alcun tipo né tantomeno aggressioni. Di svolgere cioè il proprio compito liberamente.
La Fasipress, Federazione Autonoma Stampa Italiana, intende ribadire la necessità che il giornalista sia rispettato come persona e come professionista dell’informazione.
In merito a quanto accaduto, oltre che a garantire al collega Alessandro Migliaccio ogni possibile assistenza, si riserva di valutare la possibilità di adire vie legali contro chi si è reso responsabile del grave atto. E di prendere in considerazione, sin d’ora, l’evenienza di chiedere di costituirsi parte civile in tutti i procedimenti che avranno come parte lesa giornalisti che subiscono intimidazioni (o aggressioni) nello svolgimento del proprio lavoro. Riteniamo doveroso, al di là e al di sopra della solidarietà, ribadire che l’offesa al collega è da interpretarsi come un’offesa a tutta la categoria.

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