Il governo di Cuba tenta di sabotare il meeting dei blogger dell’isola: intimidazioni a Yoani Sanchez e ai suoi colleghi. Ma il meeting si tiene ugualmente

La vincitrice del concorso Best of Blogs convocata dal Ministero degli Interni: cancelli il meeting. Stessa sorte per la collega Claudia Cadelo. Ma qualcosa sull’isola sta cambiando.
 
La due giorni d’incontri (5 e 6 dicembre), alla fine, s’è tenuta lo stesso. Sono stati incontri in cui si è discusso delle nuove tecnologie telematiche da utilizzare, specie per il bisogno di aggirare le restrizioni del regime, e si è discusso delle esperienze personali dei blogger, ogni giorno alle prese con i tentativi di portare avanti un’attività osteggiata dal governo. Niente di particolarmente politico, anche se, si sa, in un contesto come quello cubano, la politica è intrinseca in ogni gesto, come viene definito dalle autorità, “contrarrevoluciònario”.
Il meeting in questione, però ha rischiato seriamente di saltare a causa delle interferenze e delle pressioni degli organi governativi, spaventati, nella loro anacronistica visione dello Stato, dalla riunione di pochi giovani al passo coi tempi, vogliosi di cambiamento e potenzialmente pericolosi proprio perché portatori di conoscenza in un microcosmo in cui la conoscenza è privilegio di pochi ed in cui questi pochi fanno di tutto perché questa non si privilegio di tutti. Yoani Sanchez, dicevamo, ha ricevuto un mandato di convocazione, così come Claudia Cadelo. Quest’ultima ha pubblicato sul suo blog una foto che la ritrae con il mandato tra le mani ed una scritta “I love Minint”, io amo il Ministero degli Interni. Enrique del Risco ha visto proprio in quella foto, con la blogger sorridente e, nonostante il timore che ancora incute la politica del regime, sicura di sé. Perché fa parte di un movimento più ampio, un movimento che il governo castrista non potrà fermare con due mandati di comparizione e le intimidazioni per non far svolgere un blogger meeting. Ecco come del RIsco riassume il suo pensiero, dalle pagine del suo blog: “Il sorriso e l’orgoglio che traspaiono evidenti annullano ogni sensazione di paura. La sfida, la complicità. La scritta di sfondo, che dice tutto il contrario [di ciò che intende], rivela un senso dell’umorismo spesso riservato a questioni più frivole. I tempi stanno cambiando, perchè lei sa di non essere sola, e che in questo momento tutti noi – sicuramente un po’ preoccupati – ne stiamo guardando la foto”.
Facciamo un passo indietro, a quando la blogger più ricercata e più apprezzata di Cuba (la Sanchez tiene anche una rubrica sul settimanale italiano d’informazione internazionale, “Internazionale”) viene convocata dalla polizia. Ecco come anche lei, dalle pagine del suo Generaciòn Y, descrive l’accaduto: “L’incontro è stato breve, dai toni accesi. Nell’ufficio siamo in tre, e uno dei due funzionari, con voce baritonale, si è presentato come agente Roque. Affianco a me, il più giovane, che non mi toglie gli occhi di dosso, dice di chiamarsi Camilo. Dicono di lavorare per il Ministero degli Interni, e non vogliono ascoltare quanto ho da dire: l’incontro segue un copione prestabilito, e nulla distoglierà la loro attenzione dal canovaccio. Sono dei professionisti dell’intimidazione. Il tema dell’incontro non mi ha certo sorpreso: si avvicina la data del meet-up dei blogger cubani, che staimo organizzando da sei mesi, senza farne mistero e urlandolo ai quattro venti, e il Ministero vorrebbe cancellarlo. Circa mezz’ora dopo, lontani dalle uniformi e dalle foto dei leader appese al muro, proviamo a ricostruire quanto è stato detto. ‘Vi avvertiamo: frequentando e tenendo i contatti con gli elementi controrivoluzionari avete superato i limiti della nostra sopportazione. [Questa condotta] non vi qualifica a dialogare con le autorità cubane. L’attività prevista nei prossimi giorni non può svolgersi. Da parte nostra, prenderemo ogni iniziativa necessaria, faremo le opportune denunce e intraprenderemo ogni azione necessaria [ad impedirne lo svolgimento]. Quest’incontro non sarà tollerato, specialmente ora, che stiamo cercando di recuperare i danni subiti da ben due uragani’”. Il riferimento agli uragani, effettivamente, sfiora il comico. Quasi quanto la risposta che qualche tempo fa diede uno dei ministri cubani, nel corso di un incontro con dei gioavni universitari, alla domanda del perché alla popolazione dell’isola fosse proibito spostarsi all’estero, conoscere quello che c’è fuori dai confini nazionali. “Immaginate come sarebbe trafficato il cielo e tutti si spostassero in aereo”. Fortunatamente qualcosa sta cambiando, lo si legge nel sorriso si Claudia Cadelo, quasi orgogliosa del suo mandato di comparizione firmato dal Ministero degli Interni, che nel suo blog, Octavo Cerco, pubblica un post dal titolo quasi provocatorio di “Me too!”. Il suo sorriso, assieme alla scritta “I love Minint” è uno spot dei tempi che cambiando a Cuba. Percè lei non è sola, come non è sola Yoani Sanchez e le decine di giovani che cercano di cambiare l’isola dall’interno. Chissà se i gerontocrati se ne accorgeranno in tempo per battere una ritirata dignitosa o se proveranno sino all’ultimo a non farsi schiacciare dall’onda. (G.M. per NL)
 
 

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