Inchiesta sulle tv locali di Napoli: assunzioni simulate di praticanti

Sequestrati circa 1.500.000 euro. Gonfiato di molto il numero dei redattori dipendenti


da Franco Abruzzo.it

L’istruttoria penale ha alle spalle le inchieste di Nello Cozzolino (www.iustitia.it) sui praticanti iscritti nel Registro in numero impressionante (tra i quali anche un assessore provinciale). L’organico di Teleregione e dell’emittente collegata Quarto Canale era formato negli anni scorsi da 38 unità (8 professionisti e 30 praticanti).

Napoli, 21 ottobre 2008. Quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari ed un decreto di sequestro preventivo emessi dal gip presso il Tribunale di Napoli, nonchè tre decreti di sequestro preventivo disposti dal pm, per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione di fatture per operazioni inesistenti, falso ideologico in atto pubblico ed altro. Destinatari delle misure cautelari sono l’imprenditore campano operante nel settore televisivo regionale, Giuseppe Giordano, la moglie, Domenica Sarnataro, legale rappresentante della Italia Mia Group Spa, detentrice dell’emittente «Italia mia», il figlio Ciro, legale rappresentante della Mimmagiò snc. ed il nipote Ciro Giordano, legale rappresentante della Piazza Italia srl. L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli nei confronti delle emittenti televisive locali beneficiarie di contributi pubblici per il sostegno dell’informazione, ha permesso di pervenire all’identificazione, quali autori dei reati contestati, di 13 persone e di accertare l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa due milioni di euro.

Le indagini – è spiegato in una nota del procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore e del procuratore aggiunto Aldo De Chiara – hanno consentito di portare alla luce un’articolata struttura di cointeressenze societarie, sorretto da un sistematico ricorso a false fatturazioni, funzionali non solo a frodare il fisco, ma anche a determinare un fittizio incremento del volume dei ricavi delle società televisive, criterio fondamentale per la quantificazione dei contributi statali erogati annualmente dal Ministero delle Comunicazioni. Inoltre è emerso, un sistematico ricorso, da parte delle società televisive, alla simulazione delle assunzioni di giovani praticanti giornalisti ed alla dichiarazione di tipologie di rapporti di lavoro diverse da quelle reali, preordinato all’aggiramento di altro specifico criterio stabilito per la concessione dei contributi pubblici. Contestualmente è stata eseguita anche una perquisizione domiciliare nei confronti di un giornalista, già direttore editoriale di Italiamia e Italiamia 2, indagato per concorso in truffa ai danni dello Stato, emissione di f.o.i. e falsità ideologica in atto pubblico. Sono poi stati notificati sette avvisi di garanzia, per abuso d’ufficio, nei confronti del presidente e di cinque attuali componenti del CO.RE.COM. Campania, oltre che del suo precedente presidente. Altri quattro avvisi di garanzia sono stati notificati ad altri indagati rappresentanti o gestori delle società indagate. Le misure cautelari patrimoniali, adottate in relazione alla nuova disciplina legislativa concernente alla responsabilità degli enti e della persone giuridiche derivante da reato, hanno interessato, oltre che Italia Mia Group spa, anche Teleregione srl, società televisiva detentrice del marchio televisivo Italiamia 2, amministrata da Michele Giordano, figlio di Giuseppe Giordano e Videonola srl gestita da Alba Giuseppina Pandico ed hanno consentito di sequestrare circa 1.500.000 euro per indebite contribuzioni percepite dalle società in questione. (ANSA).

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TV: TRUFFA A NAPOLI; FALSE FATTURE E GIORNALISTI ‘FANTASMÀ

Napoli, 21 ottobre 2008. False fatture per operazioni inesistenti, attraverso una società fittizia di televendite, emesse allo scopo di aumentare il fatturato e ottenere rilevanti contributi dallo Stato. È uno dei meccanismi della presunta truffa che ha portato all’emissione di ordinanze di custodia nei confronti dei vertici della emittente tv locale Italiamia. Ma dall’inchiesta emerge anche un altro sistema su cui si sarebbe fondata la truffa: gonfiare il personale dipendente, e in particolare giornalistico, per accedere ai fondi pubblici. In base al numero dei giornalisti in organico che dà luogo a un punteggio insieme con gli altri requisiti, infatti, viene riconosciuto dal Corecom (sei componenti dell’organismo di controllo regionale risultano indagati) il cosiddetto «premio contributivo». Le indagini hanno evidenziato che «la società Teleregione Campania, nella persona del suo procuratore speciale Giuseppe Giordano (uno degli arrestati, ndr) non è stata in grado di esibire i contratti relativi ai rapporti di lavoro, nè tali contratti erano stati rinvenuti dalla polizia giudiziaria nel corso di perquisizioni presso la sede dell’emittente». Gli accertamenti dunque sono stati «svolti attraverso l’esame dei libri matricola e l’escussione dei testimoni». Dagli interrogatori spunta anche il nome del senatore del Pdl Sergio De Gregorio. Come in quello, ritenuto particolarmente significativo, reso da un giornalista, Luigi Clarizia. «Furono Sergio De Gregorio, per il quale ho lavorato presso Dossier Magazine e L’Avanti, e Giovanni Lucianelli (destinatario di un decreto di perquisizione, ndr), con il quale avevo lavorato presso Cronache di Napoli, che mi proposero la sottoscrizione di un contratto con l’emittente Italiamia facente capo a Giordano. La proposta doveva essere un vero e proprio contentino per il fatto che lavoravo da anni per De Gregorio senza percepire alcuna retribuzione se non qualche regalia sporadica». Clarizia spiega poi: «Per le emittenti facenti capo a Giordano non ho di fatto mai lavorato, nè prodotto alcun servizio o testo. Nel periodo di assunzione presso Italiamia ho lavorato per Dossier magazine e per l’Avanti. Da Italiamia non ho mai ricevuto retribuzioni pur avendo firmato le buste paga». «Stranamente la settimana scorsa – spiega poi il testimone al pm – mi è stata recapitata una busta bianca contenente un promemoria con informazioni sulla società Italiamia, sulla retribuzione che avrei percepito, sui colleghi di lavoro che avrei conosciuto». (ANSA).

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TV: FALSE FATTURE PER 2 MLN EURO, 4 ARRESTI A NAPOLI /ANSA SEQUESTRATA EMITTENTE REGIONALE, DICHIARAVA FALSI PRATICANTI

Napoli, 21 ottobre 2008. Per ottenere maggiori contributi dal Comitato Regionale per le comunicazioni (Corecom) avevano emesso false fatture per circa due milioni di euro e gonfiato l’ organico di dipendenti. Questa l’ accusa della Procura di Napoli che ha portato all’ emissione di quattro ordinanze di custodia agli arresti domiciliari nei confronti dell’ imprenditore del settore televisivo, Giuseppe Giordano, della moglie, Domenica Sarnataro, legale rappresentante della «Italia Mia Group», che controlla l’emittente «Italia mia», del figlio Ciro e del nipote Ciro Giordano. I quattro sono accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione di fatture per operazioni inesistenti e falso ideologico in atto pubblico. Sette avvisi di garanzia per abuso di ufficio sono stati recapitati a componenti ed ex componenti del Corecom Campania, tra i quali l’ attuale presidente ed il suo predecessore. La società televisiva – secondo quanto emerso dalle indagini – aveva anche simulato l’ assunzione di giovani praticanti giornalisti e dichiarava tipologie di rapporti di lavoro diverse da quelle reali. Una perquisizione è stata eseguita dalla Guardia di Finanza nell’ abitazione di un giornalista, ex direttore editoriale di «Italiamia» e «Italiamia 2», che è indagato per concorso in truffa ai danni dello Stato, emissione di false fatture e falso ideologico in atto pubblico. Il sequestro – in base alla nuova normativa sulla responsabilità di enti e persone giuridiche – è stato disposto per «Italia Mia Group spa» ed anche per «Teleregione srl», società televisiva detentrice del marchio televisivo «Italiamia 2», amministrata da Michele Giordano, e «Videonola srl», gestita da Alba Giuseppina Pandico. Un milione e 500 mila euro di contributi percepiti dalle società e ritenuti indebiti sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza. Il Corecom – afferma il presidente dell’ organismo di garanzia Norberto Vitale – «ha svolto tutte le azioni di controllo e verifica previste dalla legge nazionale e dai regolamenti applicativi». Non è compito del Corecom, che si limita a stilare graduatorie sulla base della certificazione prodotta, prosegue Vitale – accertare eventuali falsi. Sulla stessa linea l’ ex presidente dell’ organismo di controllo, Samuele Ciambriello che si dice «sereno e fiducioso» che nel corso delle inchiesta emergerà la correttezza del proprio operato. «Il tempo è galantuomo, e noi l’abbiamo già dimostrato nelle altre vicende che hanno interessato il Corecom», aggiunge Ciambriello. (ANSA).

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ASSOSTAMPA: SCONCERTO PER QUANTO E’ EMERSO DALLE INDAGINI

Napoli, 22 ottobre 2008. «Quanto emerge dalle indagini della Procura di Napoli sul mondo editoriale giornalistico della Campania è sconcertante. Il fatto che le indagini svolte, da quanto si è appreso, rivelino un sistematico ricorso da parte delle società televisive alla simulazione dell’assunzione di giovani praticanti giornalisti e alla dichiarazione di tipologie di rapporti di lavoro diverse da quelle reali, preordinato all’aggiramento di altro specifico criterio stabilito per la concessione dei contributi pubblici, impone un intervento immediato ed unitario da parte di tutte le strutture della professione sia a livello locale sia a livello nazionale -proprio perché la figura del giornalista viene strumentalizzata, svilita, utilizzata semplicemente come merce e spesso merce di scambio- e, in sinergia con chi ha il potere di legiferare, ciascuno nei propri ambiti e nei propri ruoli, metta fine alle illegalità ed alle frodi ed alle possibilità di compierle». Lo ha detto il presidente dell’Assostampa Campania, Enzo Colimoro. Nel corso di una nota inviata ai giornali, Colimoro dice ancora che «secondo quanto riscontrato dalla Procura, in Campania ci sarebbe un torbido mercato di assunzioni di comodo che falsano il panorama complessivo di giornalisti effettivamente operativi sul territorio e troppo spesso sotto ricatto. Il fatto, già grave di per sè – prosegue Colimoro – si fa ancora più grave in una regione come la Campania in cui il numero dei giornalisti disoccupati è altissimo e le possibilità di accesso alla professione sono rare e complicate». Il presidente dell’Assostampa Campania ha poi sostenuto che «vanno riviste le leggi ai sensi delle quali vengono ripartiti i fondi ministeriali per le emittenti locali in particolare la 448/98, che premia le aziende anche in virtù del numero di giornalisti professionisti assunti, la legge sulla comunicazione – mai varata in Campania – e la legge 9/2002, la legge istitutiva del Corecom, non ancora applicata e già obsoleta». Infine il presidente dell’Assostampa ritiene che «Corerat-Corecom, l’Assostampa della Campania non può che ribadire quanto sottolineato più volte e cioè la necessità di nominare un organismo che abbia al suo interno provate professionalità, effettivi esperti di comunicazione e non semplici rappresentanti di partiti o aree politiche». (Adnkronos)

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