La riforma delle tlc approvata dal Parlamento europeo

Via libera dell’Europarlamento alla proposta di riforma del settore delle Tlc messa a punto dalla Commissione europea, ma con un ridimensionamento dell’Authority unica prevista da Bruxelles


ADUC.it

Accolgo favorevolmente il voto del Parlamento Ue sulla costituzione del regolatore europeo, anche se sara’ piu’ piccolo di quello proposto dalla Commissione” afferma il commissario Ue ai Media Viviane Reding, sottolineando che “purtroppo il nuovo regolatore non sara’ responsabile della sicurezza delle reti“, come prevedeva il testo normativo di Reding. La rigorma prevede anche la riduzione delle tariffe.
L’Europarlamento ha inoltre dato luce verde al progetto di separazione funzionale che consente ai regolatori nazionali di decidere di procedere allo scorporo gestionale della rete dai servizi, solo in casi estremi, per garantire lo sviluppo della concorrenza. Adesso la palla passa ai ministri competenti dei paesi membri.
L’associazione che rappresenta alcuni dei principali operatori del settore delle Tlc, Etno, ha accolto con favore il voto del Parlamento europeo sul pacchetto telecomunicazioni e sull’introduzione di nuove misure per accelerare il dispiegamento di reti ad alta velocità. “Tuttavia, l’Etno rimpiange l’approvazione di emendamenti contraddittori che porteranno ad una indebita regolazione delle nuove reti in fibra ottica e rimane molto preoccupata dalle nuove misure sulla separazione funzionale“, si legge in una nota.
L’inclusione di misure equilibrate per incoraggiare gli investimenti da parte di tutti gli operatori e consentire una buona condivisione del rischio da parte degli investitori e di chi chiede l’accesso è un segnale positivo, visto l’attuale peggioramento della performance nel settore delle telecomunicazioni europee“, ha spiegato Michael Bartholomew, direttore di Etno.
Nonostante l’introduzione di nuove condizioni per la sua applicazione, la mera introduzione della separazione funzionale nella lista dei possibili rimedi rischia di creare ulteriore incertezza e scoraggia seriamente gli investimenti in nuove reti.
Etno continua a ritenere che non ci sia nessuna giustificazione per l’inclusione di una tale drastica, costosa e irreversibile misura.

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