L’avevano anticipato: sarebbero stati giorni caldi quelli coincidenti con la progressione autunnale. Ma non dal punto di vista meteorologico, bensì a livello politico ed economico. La crisi finanziaria si sta traducendo in affanno reale: la pubblicità ne risente, l’agonia delle radio locali continua (e va addirittura a teatro) e sebbene Audiradio non abbia riservato particolari novità sul fronte degli ascolti delle emittenti nazionali (sulle superlocali la situazione, come sempre, è più eterogenea), la radio nel suo insieme ha registrato un pericoloso calo di utenti. Che non è chiaro dove siano finiti, anche se la sensazione è che i nuovi media e le nuove tecnologie abbiano avuto qualche responsabilità . Sul piano politico, i ripetuti allarmi a riguardo dello stato di abbandono degli organi periferici del MSE-Com lanciati da qualche mese a questa parte da questo periodico (praticamente il solo ad essersi interessato della vicenda) si sono rivelati, purtroppo, fondati. La Direzione Generale del MSE-Com ha infatti invitato gli Ispettorati a pianificare gli interventi esterni solo nel nuovo esercizio finanziario, perché i soldi, in breve, sono finiti. Ergo, istruttorie bloccate e problemi irrisolti sine die per l’utenza. E ciò si è saputo solo perché alcuni Ispettorati hanno immediatamente e responsabilmente allertato l’utenza. Con buona pace dei vertici politici del MSE, che, in una totale incoscienza, si dilettano a cercare la propria identity. Intanto, più di qualcuno comincia a chiedersi se, in questa contingenza negativa, abbia veramente senso anticipare lo switch-off analogico/digitale nelle macro-aree italiane, anche in considerazione del fatto che i contributi per le tv locali nel 2009 saranno ulteriormente (e sensibilmente) ridotti. E ciò proprio quando se ne avrebbe maggior necessità , posto che gli editori verranno chiamati ad investire somme notevoli per l’adeguamento degli impianti alla nuova tecnica trasmissiva (sulla quale ci sono ancora enormi incognite tecniche e sociali). Sul fronte radio, poi, non ne parliamo: il digitale “tradizionale” (ormai si è riconosciuto e codificato convenzionalmente anche il nulla…), semmai si trovasse ancora qualcuno pronto a scommetterci veramente, è destinato a rimanere nel limbo per molto, molto tempo ancora. Unico segnale di conforto: chi sta coi piedi per terra e ha capito che le nuove tecnologie non necessariamente sono un pericoloso concorrente, ma potrebbero essere un formidabile alleato.
