Live Earth: la scure perbenista si scaglia contro alcune parolacce pronunciate dagli artisti

Grande successo per la giornata di mega-concerti, sparsi su sette continenti, contro il global warming. Ma parte della critica se la prende solo per alcune volgarità pronunciate dalle star


Oltre un milione di biglietti venduti in tutto il mondo; otto mega concerti più tre mini concerti (tra cui uno, in Antartide, contava 17 spettatori) sparsi su sette continenti; due miliardi di spettatori, collegati via tv, radio e web. Madonna (foto), Red Hot Chili Peppers, Metallica in diretta da Wembley; Bon Jovi e i Police dal Giant Stadium di New York; Snoopy Dogg da Amburgo; Lenny Kravitz da Copacabana in Rio de Janeiro, sono solo alcuni dei 118 artisti di fama internazionale che hanno dato il loro appoggio alla causa della salvaguardia del globo contro il global warming, ovvero il surriscaldamento della terra. Questi i numeri difficilmente smentibili dell’enorme manifestazione musicale globale, promossa dall’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore, e dall’associazione Save Our Selves, il cui nome completo è “Live Earth – The concert for a climate crisis” (ossia, Terra in diretta, concerto per un clima in crisi). La manifestazione, quindi, ha avuto un grosso successo, anche grazie alla forte promozione (ed alla data in cui è stata organizzata, il 7/7/07, una sorta di meltin pot tra le sette meraviglie del mondo, le sette virtù e i sette peccati capitali) ed alla presenza di artisti internazionali di primo piano; ha visto interessati ben sette continenti, con decine, centinaia di migliaia di spettatori nei luoghi cult, come lo stadio di Wembley a Londra o il Giant Stadium di New York e, addirittura, solo 17 persone (i componenti della base britannica Rothera, che studiano i cambiamenti del clima e l’evoluzione biologica della Penisola Antartica) ad ascoltare, in diretta globale, i Nunatak in Antartide.
Come spesso accade, però, la genuinità del messaggio è passata in secondo piano (per una parte della critica) rispetto alle polemiche montate nei giorni successivi il concerto circa parolacce pronunciate da alcuni artisti e mandate in diretta televisiva (i concerti erano trasmessi in diretta reale, senza quei pochi secondi di differita che spesso servono proprio a cancellare parolacce e volgarità in generale: “Si chiamava Live Earth e doveva andare in onda live, dal vivo”, ha risposto alle critiche, in modo ironico, il portavoce della Bbc) dalla tv inglese Bbc, responsabile della mancata censura. Un fuck pronunciato da Phil Collins, Jhonny Borrell (cantante dei Razorlight) e dai comici Chris Rock e Ricky Gervais; un motherfucker ( letteralmente, “qualcuno dedito all’incesto con la propria madre”, come si è tenuto a sottolineare dalle colonne del “Corriere”) urlato da Madonna per invitare gli spettatori a saltare, sono bastati per aizzare l’ira del mondo perbenista contro la manifestazione, ponendo in posizione di subordine le motivazioni ambientaliste che, politica a parte, dovrebbero stare a cuore a tutti. La Bbc, con il consueto stile impeccabile, non ha fatto tardare la diffusione di un comunicato di scuse: “Abbiamo chiesto agli artisti di non dire parolacce, ma a volte si sono lasciati trasportare. Siamo stati molto veloci nel chiedere scusa e nel tenere sotto controllo quello che andava in onda e ci spiace se qualcuno si è sentito offeso”. Se qualcuno realmente si è sentito offeso, però, per una volta, in virtù di una così nobile causa, potrebbe anche soprassedere. (Giuseppe Colucci per NL)

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