Mosca, dieci arresti per svelare il “complotto” per l’uccisione di della reporter

Un anno dopo l’omicidio della Politkovskaja si parla di una possibile soluzione


L’omicidio della giornalista Anna Politkovskaja potrebbe essere direttamente legato ad altri due casi: la scomparsa del giornalista russo-americano Paul Klebnikov, nel luglio 2004, e del Governatore della Banca Centrale russa, nel settembre 2006. Queste sono le ultime notizie comunicate, tramite un annuncio ufficiale, dal procuratore generale russo Yurij Chaika, che certamente si augura di riuscire a chiudere i casi in un colpo solo. La tesi emersa, sostenuta dal Cremlino, ma pesantemente criticata da tutti i conoscenti della giornalista deceduta, considererebbe l’eventualità di un nucleo di mandanti esteri: questo gruppo avrebbe presumibilmente interesse a riportare indietro la Russia ai tempi del governo oligarchico. Le spiegazioni di Chaika, che non hanno soddisfatto l’opinione pubblica e tantomeno trovato appoggio tra i conoscenti dei giornalisti, hanno giustificato l’arresto di 10 presunti criminali. Tra questi, anche un certo Pavel Ryaguzov, tenente colonnello dell’Fsb, erede del Kgb: lui e altri, dal Ministero dell’Interno, avrebbero passato alla banda estera informazioni riservate sulla Politkovskaja. Il procuratore ha concluso dichiarando che la vittima conosceva e frequentava abitualmente il mandante del suo omicidio.
La giornalista russa, sorpresa in un agguato nell’ascensore di casa nell’ottobre 2006, era sempre stata molto critica nei confronti delle scelte del Cremlino. Il conflitto in Cecenia divenne la sua crociata personale per denunciare fatti e volti, tanto da meritare la stima di centinaia di colleghi giornalisti che l’hanno più volte definita l’incarnazione della coscienza professionale.
Anna Politkovskaja era stata insignita nel 2000 della “Penna d’oro”, equivalente russo del premio Pulitzer americano. (M.M.)

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