Pirateria. la presidenza del Consiglio dei Ministri inaugura un nuovo Comitato

Nato a gennaio il Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale. E si prosegue nel dar retta al governo. Tra i compiti del Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale sono previsti il coordinamento delle azioni per il contrasto del fenomeno, lo studio e la predisposizione di proposte normative nonché l’analisi e l’individuazione di iniziative a vario titolo comprendenti, tra le altre, la stipula di appositi codici di condotta e di autoregolamentazione. A leggere queste parole di presentazione ognuno di noi, non troppo sfiduciato della situazione politica italiana, potrebbe pensare che in realtà la mossa sia geniale o che il Comitato sia l’ultima ricetta o invenzione per combattere la pirateria. Pubblichiamo, solo per fare capire di cosa si sta parlando, il testo della lettera aperta inviata al Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale e la relativa risposta.

Egregio Professore,
il mondo della cultura digitale italiana negli ultimi mesi ha assistito da spettatore all’istituzione prima e all’insediamento poi del comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale da Lei coordinato, apprendendo, peraltro, della Sua intenzione di concludere i lavori di tale Comitato entro sessanta giorni.
La brevità di tale intervallo di tempo in relazione alla complessità delle questioni sottese alla regolamentazione della materia nella quale il Suo Comitato è chiamato ad elaborare proposte e soluzioni costituisce, come comprenderà, un elemento di grande preoccupazione per le associazioni di categoria, gli addetti ai lavori ed i consumatori ed utenti di contenuti culturali digitali.
Infatti, come riteniamo Le sia noto, il tema della pirateria digitale e multimediale costituisce solo un aspetto – rectius una patologia – della più ampia materia relativa alla circolazione dei prodotti culturali in formato digitale, alla loro accessibilità per via telematica ed alla necessaria attività di promozione della creatività e, più in generale, dello sviluppo culturale del Paese cui Governo ed Istituzioni non possono sottrarsi.
Una regolamentazione utile ed efficace di tale materia ha, a nostro avviso, per presupposti indefettibili, studi ed analisi – indipendenti e con metodo scientifico – circa le cause, gli effetti e le dimensioni del fenomeno della pirateria digitale e multimediale nonché sulle conseguenze dell’adozione di eventuali misure sanzionatorie e di enforcement dei diritti di proprietà intellettuale anche in relazione all’Ordinamento europeo ed ai trattati e accordi internazionali cui il nostro Paese ha aderito.
È a tutti evidente l’inidoneità dell’attuale quadro normativo – non solo in materia di diritto d’autore – a disciplinare il fenomeno della circolazione dei contenuti digitali in ambito telematico così come, di conseguenza, l’esigenza di procedere a delineare un contesto legislativo idoneo a tutelare i diritti e gli interessi dei creatori di opere dell’ingegno fruibili in formato digitale e, ad un tempo, quelli degli utenti e fruitori delle medesime opere che, peraltro, le nuove tecnologie abilitano a trasformarsi, essi stessi, in autori e creatori di ulteriori opere attraverso un virtuoso processo di moltiplicazione del patrimonio culturale globale.
Tale situazione, tuttavia, non può e non deve spingere il Parlamento ed il Governo a commettere – come già accaduto in passato – l’errore di varare nuove misure antipirateria esclusivamente in una logica di emergenza e senza un’analisi preventiva basata sull’impatto della norma sullo sviluppo del mercato e, in generale, sulla società.
Il contrasto alle diverse forme di illecita messa a disposizione di contenuti nelle reti digitali necessita di risposte equilibrate e basate anche sulla contestuale adozione di incentivi e misure di ampio spettro per favorire la creazione di un’offerta legale di contenuti digitali secondo modelli trasparenti e flessibili, offerta che rappresenta uno dei più efficaci strumenti per disincentivare l’accesso ai contenuti senza il consenso dei titolari dei diritti.
In questa prospettiva soluzioni e principi enucleati nel disegno di legge pubblicato in Rete nei giorni scorsi ed attribuito alla SIAE – che ne ha, tuttavia, poi smentito la paternità – non risultano condivisibili ed appaiono insuscettibili di garantire in modo efficace lo sviluppo e la promozione della cultura digitale nel nostro Paese, risultando, al contrario, idonee ad ostacolarla.
Alla luce di tali considerazioni, i firmatari della presente, Le chiedono:
(a) di voler rappresentare al Governo l’esigenza di modificare tempi e modalità di lavoro del Comitato tecnico antipirateria trasformandolo in un tavolo aperto sul più generale tema della circolazione dei prodotti culturali digitali per via telematica;
(b) di invitare a partecipare a tale tavolo, per l’intera durata dei lavori, i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei consumatori, il mondo dell’impresa, gli addetti ai lavori ed esperti della materia;
(c) di commissionare ad enti ed istituti di ricerca super partes i citati studi sulle cause, gli effetti e le dimensioni del fenomeno della pirateria digitale e multimediale nonché sulle conseguenze che eventuali misure di enforcement potrebbero produrre sul terreno, ad esempio, della libertà di manifestazione del pensiero a mezzo Internet o, piuttosto, dell’esercizio, da parte dei cittadini, dei propri fondamentali diritti civili e politici per via telematica;
(d) di coinvolgere nel processo di studio ed elaborazione di possibili soluzioni normative gli esperti che hanno sin qui presieduto il comitato permanente per il diritto d’autore nonché l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni e quella Garante per la privacy ed il trattamento dei dati personali;
(e) di pubblicare su piattaforma aperta tutti i documenti prodotti nel corso dei lavori del comitato, dando così opportuna trasparenza alla sua attività che concerne una materia di ampio interesse per cittadini ed imprese.
È ferma convinzione dei firmatari della presente che, solo per questa via, il Governo, il Parlamento e le Istituzioni tutte possano dimostrare di avere effettivamente compreso che la Cultura – soprattutto nella Società dell’informazione – costituisce il più prezioso tra i beni comuni e che, pertanto, la sua promozione e la circolazione dei prodotti culturali costituiscono diritti insopprimibili dei cittadini.

Distinti saluti,

Giorgio Sebastiano, Mauro Vergari di Adiconsum
Paolo Nuti di AIIP
Marco Pierani di Altroconsumo
Michele Ficara Manganelli di Assodigitale
Dino Bortolotto di Assoprovider
Leonardo Chiariglione, Stefano Quintarelli di Dmin.it
Enzo Mazza di FIMI
Marco Pancini di Google Italia
Stefano Trumpy di Isoc Italia
Guido Scorza dell’Istituto per le politiche dell’innovazione
Roberto Scano di IWA ITALY – International Webmasters Association Italia
Juan Carlos de Martin Centro NEXA su Internet & Società – del Politecnico di Torino
Pier Luigi Dal Pino di Microsoft
Vittorio Bertola di NNSquad Italia

Ed ecco la risposta del Coordinatore del Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale, prof. Mauro Masi, e del Vice Coordinatore, cons. Salvatore Nastasi: perle di saggezza.

"Il Comitato è impegnato a definire una serie di audizioni di esponenti delle associazioni e delle categorie rilevanti per il tema trattato. Di tutte si darà conto sul Forum che è stato aperto in Rete proprio per far partecipare – come sta già accadendo – tutti coloro che ritengano di avere qualcosa di motivato da dire in argomento. Il Comitato, che ha natura e composizione istituzionale chiaramente definite, sta al contempo elaborando propri studi e approfondimenti tecnico-scientifici: anche di questi sarà dato pubblico conto e chi vorrà potrà commentarli e/o proporne di propri. Non esistono conclusioni precostituite, né limiti temporali cogenti. Né meno che meno intenti censori che sarebbero, oltre che antistorici, tecnicamente poco attuabili nonché di discutibile efficienza. In questo senso è stato chiarissimo il Ministro Bondi alla conferenza stampa di presentazione del Comitato. Ci stiamo chiedendo chi e perché voglia tentare in tutti i modi (anche quelli più goffi e ridicoli, affermando palesemente il falso) di attribuire al Comitato motivazioni che assolutamente non ha".

Ci sarebbe poco da aggiungere dopo aver letto la risposta. Una cosa è certa: questa è l’ennesima mossa per dimostrare di aver messo in atto almeno un tentativo, senza in realtà aver tentato nulla di proficuo o di sensato. Affrontare il problema della pirateria attraverso un forum, lo scambio verbale tra addetti ai lavori, pirati, politici, economisti, gente comune, anziani in pensione, ragazzini delle scuole medie, massaie e chi più ne ha più ne metta, non significa combattere il fenomeno, ma creare solo una cortina fumogena. (M.P. per NL)

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