Pubblicità. Dopo la Radio, anche la Tv inverte il segno: buone le performance del 2014 di Publitalia (Mediaset)

“Positività” è la sensazione che si respira nell’aria e che trapela dalle parole dell’a.d. della concessionaria Publitalia ‘80 e di Mediaset, Giuliano Adreani.

I primi quattro mesi dell’anno prospettano chiudersi con un pareggio sull’anno precedente. Il che, visto il periodo, è da considerarsi un bel risultato. Nel merito, dopo un primo trimestre altalenante, aprile è andato molto bene per il settore pubblicitario del Biscione, registrando, come ha riferito lo stesso Adreani, “nei primi 15 giorni un tutto esaurito, vendendo ogni spazio come non accadeva da tempo. Purtroppo ci sono state troppe festività nella seconda parte del mese, ma comunque puntiamo a chiudere i primi quattro mesi con un andamento decisamente migliore rispetto al mercato pubblicitario italiano, che invece continuerà a perdere sensibilmente nel confronto con l’anno precedente”. La nuova organizzazione messa in campo dall’a.d. vede Publitalia dedita alla raccolta sui canali free del dtt, Digitalia ’08 concentrata sulla pay tv e Mediamond interessata ai siti internet, alla carta stampata e al mondo delle radio: “siamo gli unici a offrire un portafoglio così ampio e le cose stanno andando bene. I nuovi canali del digitale terrestre nel 2014 hanno una raccolta in crescita e lo stesso vale per il web; siamo inoltre soddisfatti dell’accordo con Italiaonline (società di diritto lussemburghese direttamente controllata dalla Libero Acquisition S.a.r.l., che fa capo all’egiziano Naguib Sawiris, già proprietario in Italia di Wind Telecomunicazioni e protagonista a livello mondiale nel settore delle telecomunicazioni, ndr)”. Italiaonline dal febbraio 2013 raggruppa tutti i brand e gli asset di Matrix S.p.a. e di Libero S.r.l., dando vita al più grande gruppo digitale italiano, nonché terzo player del mercato web nel nostro paese, dopo Google e Facebook. In proposito Adreani ha tenuto a sottolineare: “ci tenevo parecchio a entrare in questo mondo, ci ho lavorato per un anno e mezzo, ho provato a parlare con tutti, Google compreso, ma con questi soggetti è difficile stringere alleanze. Con Naguib Sawiris, invece, ci siamo riusciti e a Italiaonline stiamo fornendo contenuti preziosissimi, come ad esempio le milioni di visualizzazioni per il Grande Fratello”. La cura Adreani e il binomio Publitalia-Mediamond funzionano e fanno bene anche al comparto radio e alla stampa: si soffre sempre, ma molto meno in paragone al 2013 “questo perché la radio si vende bene insieme alla tv, grazie all’ottima sinergia tra i due mezzi. I periodici Mondadori inoltre vengono inseriti in pianificazioni integrate con i nuovi canali del dtt, e la cosa piace molto ai clienti”. Mediaset insomma scommette molto sul 2014, con la certezza che si rivelerà migliore rispetto a quello precedente (quando i ricavi pubblicitari registrarono una pesante perdita del -11,4%,) e affronta impavida e a testa alta l’estate dei Mondiali di calcio in Brasile (trasmessi in esclusiva da Rai e Sky), proponendo nuove pianificazioni e nuovi contenuti. E all’orizzonte, come ricorderanno i lettori, c’è anche il sussurrato progetto di alleanza con Al Jazeera e Canal Plus. L’ottimismo per il futuro del gruppo di Cologno Monzese emerge anche dalle parole di Piersilvio Berlusconi, a margine dell’assemblea per l’approvazione del bilancio 2013 tenutasi ieri, “stiamo dialogando con vari gruppi internazionali che si interessano a Premium: nel 2013 i ricavi sono cresciuti del 6,6% in un mercato pay italiano che invece è calato, e nei primi mesi del 2014 si registra già una crescita del 3%. Abbiamo un progetto internazionale, ma non dobbiamo necessariamente vendere Premium. Sia l’acquisto dei diritti della Champion’s League dal 2015 al 2018, sia la partecipazione all’asta per i diritti della serie A, verranno finanziati dai nostri ricavi, senza dover chiedere aiuto ad altri soggetti”. Nel corso dell’assemblea societaria, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ha espresso parole dure contro i colossi multimediali Google, Facebook e Amazon, tacciandoli di praticare una forma di “neocolonialismo sul mercato italiano”. “Gli operatori di internet – ha poi aggiunto – generano utili e ricavi nel nostro paese, ma non pagano qui le tasse. Il nostro mercato è per loro soltanto una ricca miniera da sfruttare: nulla resta qui da noi”. Il Biscione lotta con le unghie e con i denti, gioca tutte le carte utili per imporsi sul panorama mondiale e per rivaleggiare con i big: dopo un periodo di necessari risparmi, come ha spiegato Confalonieri, è forte la voglia di tornare a investire nel core business e di mostrare quel carattere che è stato indispensabile per il progetto d’acquisto dei diritti della Champion’s League. (V.R. per NL)
 

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