Pubblicità. Il mercato accelera nel 2017: il web super la tv. Ma l’Italia fa eccezione

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Proprio il 2017 sarà ricordato come l’anno di un sorpasso storico, che difficilmente riceverà una replica: gli investimenti destinati al web, ad oggi, dovrebbero riuscire a superare in maniera determinante quelli rivolti alla tv. Lo aveva già previsto Advertising Expenditure Forecasts di ZenithOptimedia, verso l’inizio del 2016 ed in queste ultime settimane l’intuizione si è rivelata fondata e quindi subito divenuta oggetto di ulteriori studi. La spesa globale per l’Internet advertising crescerà del 13% sul finire del 2017, sino ad arrivare a 205 miliardi di dollari, con una share del 36,9% sul totale degli investimenti pubblicitari, in crescita rispetto al 34,0% del 2016. pubblicità tv 300x262 - Pubblicità. Il mercato accelera nel 2017: il web super la tv. Ma l'Italia fa eccezionePer la prima volta nella storia in questo settore, gli investimenti su internet supereranno quelli destinati alla tv, che nel complesso ammonteranno a 192 miliardi di dollari. Da notare, tuttavia, che per quanto si siano registrate da sempre cifre da capogiro, la crescita di internet sembra rallentare gradualmente rispetto agli anni precedenti: +17% nel 2016 vs un +20% del 2015; +13% nel 2017, +12% nel 2018 e +10% entro il 2019 (incrementando comunque di circa 23-24 miliardi di dollari ogni anno).
In questo particolare contesto, sarà di vitale importanza che piattaforme ed editori, affrontino all’unisono le valide preoccupazioni degli inserzionisti riguardo la visibilità e la sicurezza dei brand, al fine di assicurarne una crescita sostenibile e salda. Con il mercato che sta diventando sempre più maturo, gli inserzionisti avranno, come ovvio, maggior urgenza di sapere con certezza che i loro annunci vengano visualizzati in ambienti appropriati, per raggiungere i vari utenti in modo sempre più esatto. Il quadro italiano non è differente: infatti, per quanto si sia sempre registrato un aumento costante ed assolutamente deciso negli ultimi anni, si è notato come i tassi di crescita in Italia per l’anno 2017 risultino essere più moderati rispetto a quelli globali. Dalle cifre si percepisce che, dopo una chiusura del 2016 al +3,7% verso l’anno precedente, per il 2017 si attende una crescita del mercato pubblicitario italiano pari al 2,2%. NBC Milano Bmw 2 300x139 - Pubblicità. Il mercato accelera nel 2017: il web super la tv. Ma l'Italia fa eccezioneCrescita che viene confermata anche per gli anni successivi: +2,4% nel 2018 e +1,8% stimato per il 2019, ma senza più riuscire a raggiungere i picchi economici delle scorse annate. Nel nostro paese la TV resta per ora il medium dominante all’interno delle pianificazioni, con un 47% di share, ma saranno in particolar modo i canali DTT e satellitari a crescere, sia in termini di audience che di investimenti pubblicitari come avvenuto repentinamente nel resto dei paesi occidentali e non solo.
È proprio in rapporto al mondo digitale e principalmente dei social che il 2017 garantirà un trend positivo, con una crescita prevista del 7,5%, dovuta al potenziamento delle campagne video e agli investimenti devoluti sui portali più utilizzati.  Il tutto accelerato anche dal passaggio della pianificazione al programmatic, che permetterà di raggiungere i consumatori in modo sempre più mirato. Il mobile rimane protagonista in termini di fruizione: la connessione a internet attraverso smartphone e tablet continua ad aumentare a doppia cifra.antenna trasmittente UHF 300x179 - Pubblicità. Il mercato accelera nel 2017: il web super la tv. Ma l'Italia fa eccezione
Opportuno dedicare interesse anche all’andamento degli investimenti pubblicitari indirizzati alla Stampa; decresce l’investimento in questo settore: quotidiani e magazine subiscono per la prima volta un decremento atipico cominciato già dal 2016: rispettivamente del 6% e del 3,9%. Conseguenza questa, del cambiamento nelle abitudini dei consumatori sul reperimento delle notizie in seguito alla maggiore consultazione di internet e dei social network; sono infatti sempre più numerosi coloro che non prendono più in considerazione i quotidiani e le riviste come prima fonte di informazione. (E.M. Per N.L.)

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