Scomparso Giorgio Faletti: dalle radio e tv libere verso l’affermazione come artista poliedrico

Giorgio Faletti, attore, scrittore, pittore, cantante, poliedrico personaggio, leggenda da quarant’anni ci ha lasciato. Dopo essersi sottoposto nella primavera scorsa a una serie di cure a Los Angeles è morto il 6 luglio all’età di 63 anni all’Ospedale Molinette di Torino stroncato da un tumore ai polmoni.

Nel 1975 Faletti iniziò a collaborare con l’emittente Radio Asti, la prima radio privata della sua città natale per poi trasferirsi a Milano in veste di pubblicitario e di attore al Derby Club. Nel 1979 collaborò a TeleAltomilanese; nel 1981 ad Antenna 3 Lombardia per poi approdare, nel 1986, ad Italia 1, dove propose personaggi come "Il Testimone di Bagnacavallo", "Carlino il ragazzo dei giunbotti", "Il cabarettista mascharato", "Suor Daliso", "La guardia giurata", "Vito Catozzo" ed "Il predicatore millenarista", entrando con battute e motti a far parte dell’universo giovanile. Negli anni ’90 fu cantante a Sanremo interprete del proto rap "Signor Tenente", pilota a due rally automobilistici valevoli per il Campionato del Mondo (Sanremo ’92 e Montecarlo ’98) ed articolista per la rivista Autosprint. Nel nuovo millennio fu romanziere di successo con libri di imprevisto sucecsso (primo "Io uccido") per oltre 4 milioni di copie vendute, tradotti in venticinque lingue e pubblicati, oltre che in tutti gli Stati d’Europa, anche in Sud America, in Cina, in Giappone, in Russia e negli Stati Uniti. Nel 2006 recitò nel film "Notte prima degli esami" interpretando lo spietato docente di lettere che alla fine stringe un forte legame col protagonista. Di sé ricordava: “Era il 1976. Eravamo nel pieno degli anni di piombo quando “incontrai” Milano. Venivo da Asti con una laurea di giurisprudenza, un po’ di talento da una parte e tanta esperienza dall’altra. Chiedevo alla metropoli la possibilità di divertire la gente e di divertirmi. Mi sono divertito da matti, dato che Milano viveva un periodo magico dal punto di vista della comicità della vivacità culturale. C’erano compagni di avventura davvero fantastici. Abatantuono, Teocoli, Boldi, Francesco Salvi, Paolo Rossi. Dobbiamo molto a quella Milano. Era una città che si proponeva con generosità, pur badando al concreto. Oggi questo non accade più. C’è un clima da brividi, con la gente spaventata dal carovita e un po’ preoccupata per la criminalità. Quando ho rivisto alcune esibizioni ho provato molta commozione, forse perché non so quale sarà il mio futuro. Non so ancora se sono un autore di successo o un attore senza scritture. E’ comunque vero che, per chiunque abbia passato trent’anni della sua vita su un palcoscenico, smettere di colpo crea una forte crisi di coscienza. Siamo arrivati alla fine di questo ciclo e ci tengo a sottolineare che per me si è trattato di un debutto nelle vesti di narratore televisivo. Si potrebbe pensare che per uno abituato in venticinque anni a fare televisione, a stare in rapporto col pubblico in diverse versi, invece non è stato così, ti posso garantire che ogni volta è la prima volta. E mi ha fatto piacere riscoprire anche dei personaggi dei quali non conoscevo alcune sfaccettature e alcuni dettagli. La Milano di oggi non è da buttare, ma non è più “da bere”, questo si. Ma è cosmopolita, operosa, in forte crescita. Ancora con il cuore in mano, nonostante tutto. Con i suoi tram che sprizzano ancora poesia e ne tratteggiano le arterie. Il difetto, antico, peraltro, risiede nel ritmo forsennato con cui si insegue il lavoro. Per starle al passo, bisogna correre come matti… Sono affezionato a questa metropoli che, sono sicuro, diventerà come New York, anche se sto pensando di trasferirmi all’Isola d’Elba dove ho una casa… Non sopporto il traffico, lo smog, i clacson. A una certa età il bene più prezioso diventa il tempo che, se perso, nessuno ti può restituire. Stare seduto per ore in un auto, in un ingorgo, diventa un supplizio… Se decidessi di andarvi porterei via l’offerta culturale di Milano, suddivisa fra cinema, teatro e mostre… La vita ha spesso una trama pessima. Preferisco di gran lunga i miei romanzi. La leggenda non vive. La leggenda vive dopo la morte". (R.R. per NL) 

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