TV. Codacons: “La RAI nasconde i compensi elargiti per il festival di Sanremo e nega al Codacons l’accesso gli atti”. L’associazione: “Ricorreremo al TAR”

La Rai ha negato al Codacons l’accesso agli atti amministrativi legati ai compensi elargiti durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo.

Come si ricorderà, nei giorni della kermesse canora, venne sollevato il caso dei compensi in favore degli artisti che salirono sul palco dell’Ariston, primo fra tutti Roberto Benigni. Anche il mondo politico gridò allo scandalo quando circolò l’indiscrezione circa la cessione, da parte della Rai, dei diritti delle partecipazioni del comico sulla tv di Stato da sfruttare per l’home video. Diritti valutati in quei giorni in 350 mila euro, ma che per alcuni potevano arrivare addirittura a 2 milioni di euro. Il Codacons decise allora – nell’interesse dei cittadini che finanziano l’azienda attraverso il canone – di presentare una formale istanza d’accesso in base alla legge 241/90, in cui chiedeva alla rete di Stato di prendere visione del contratto stipulato dalla RAI con l’artista Paolo Bonolis per la conduzione e la direzione artistica della 59° edizione del Festival di Sanremo, e dell’accordo, atto o contratto in virtù del quale la RAI avrebbe riconosciuto all’artista Roberto Benigni la corresponsione di una ingente somma di denaro quale corrispettivo per l’intervento dello stesso durante lo stesso Festival, nonchè ogni altro vantaggio traducibile anche in termini economici. Arriva oggi la risposta dell’azienda che nega al Codacons l’accesso a tali atti e, di fatto, impedisce ai cittadini di conoscere i compensi elargiti per il Festival. Diniego motivato dalla Rai, tra l’altro, da "insussistenza e comunque inidonea rappresentazione e motivazione sul punto dell’interesse qualificato… e quindi effettivo, serio, fondato, non emulativo nè esplorativo o riconducibile a mera curiosità o al generico comune interesse alla trasparenza’. "Il rifiuto della Rai è un fatto grave – commenta il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – e ci costringe a ricorrere al Tar del Lazio perchè obblighi la rete di Stato alla trasparenza e a mostrarci come vengono spesi i soldi dei cittadini e l’entità dei compensi legati al Festival di Sanremo".

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