Tv, la più amata dagli italiani

Se ne parla di continuo, ma il web non ha ancora sorpassato la tv


Qualche giornalista ha ammesso che potrebbe trattarsi della rivoluzione più annunciata, e allo stesso tempo più rinviata, della storia (senza dimenticare tutti i rumors sul GPhone, che in questo caso sarebbero dei concorrenti più che validi). È opinione comune infatti che il web, grazie proprio alla sua massiccia infiltrazione nelle “popolazioni tecnologiche”, stia di gran lunga sorpassando, per ore guardate, la tv. Addirittura qualche settimana fa, l’Osservatorio Multicanalità del Politecnico di Milano avrebbe eletto il 2008 ad anno nel quale sarebbe stato ufficializzato il predominio di internet sulla tv tradizionale. Probabilmente le previsioni non sono poi così corrette: i dati Auditel, per esempio, non hanno ancora registrato cali vertiginosi di pubblico televisivo: il totale dei minuti visti di televisione è infatti lo stesso dell’anno scorso. Strano? Assolutamente no, soprattutto se consideriamo quattro fattori fondamentali per l’analisi delle differenze tra le due piattaforme. Inanzitutto esiste una frattura generazionale, secondo la quale gli adolescenti abbasserebbero la media dei fruitori di Tv. Il dettaglio importante è che questa fascia d’età guarda la televisione solo due ore e mezza al giorno (solo?), tempo da considerarsi raddoppiato per i telespettatori over trenta che si allineano intorno alle quattro ore al giorno (non è troppo?). Inoltre a fare la differenza, almeno sui più giovani, è la qualità del tempo trascorso con i media, per lo più dedicato a zapping selvaggio, alternato e sovrapposto alla navigazione in internet. Il secondo aspetto, che sottolinea quanto le previsioni del Politecnico siano ancora un po’ azzardate, è definito “desiderabilità sociale”: i dati raccolti, nelle ricerche realizzate sulla base di interviste, possono non essere corretti, se considerata la sincerità altalenante degli intervistati. La Tv gode infatti di pessima reputazione, al pari di un contenitore di idee di scarsa qualità culturale, estremamente ripetitivo, ed è il motivo per cui molti telespettatori preferiscono non ammettere di guardarla così tanto. Al contrario il web offre scelte illimitate: a quanto pare alcuni connazionali dichiarano di utilizzarlo così tanto per apparire al passo coi tempi. Altro motivo per cui vale la pena riconsiderare la “rivoluzione televisiva” annunciata è una questione di terminologia: Tv e televisore non sono la stessa cosa. Il televisore è il contenitore attraverso il quale accediamo al contenuto, alla Tv. Ma i contenuti televisivi possono essere trasmessi anche via web. Questo sarebbe il motivo per cui gli internauti, pur navigando in internet, potrebbero essere ancora considerati fruitori di televisione. Il caso più noto è quello di Heroes, popolarissima serie tv inglese, la cui visione è stata erroneamente censita da Nielsen. Questo perché gli adolescenti amanti della serie preferiscono guardarla attraverso il loro computer. Per finire, uno dei punti più caldi della questione è celato (e nemmeno troppo) dietro il fattore pubblicità. In Italia la pubblicità è particolarmente concentrata, tra l’altro come in nessun altro paese, sul mezzo generalista. Ne consegue che qualunque segnale di minor consumo televisivo (anche microscopico) viene facilmente annunciato come rivoluzione. Ma la rivoluzione, a quanto pare, dovrà attendere. (Marco Menoncello per NL)

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