Tv satellitari, raddoppia il prelievo Iva

Una “stangata” per Sky e un colpo anche a Mediaset e Ip Tv, la tv via Internet offerta da un operatore telefonico


(Il Sole 24 Ore.com) – Il Dl varato ieri dal Consiglio dei ministri, infatti, include due misure di finanziamento che hanno fatto sobbalzare i manager delle tv a pagamento, e della piattaforma satellitare di Rupert Murdoch in particolare.
Il provvedimento prevede l’abolizione dell’Iva agevolata al 10% per la pay tv satellitare e via Internet e il loro rientro nell’Iva ordinaria al 20 per cento. Si trattava di una misura varata con la legge 507/95, che concedeva l’Iva agevolata agli abbonamenti per segnali criptati, poi precisata nel ’97 a favore degli abbonamenti satellitari e via cavo. Una misura, insomma, che intendeva incentivare lo sviluppo dei nuovi media. Sky non dà cifre ufficiali ma fonti attendibili stimano in circa 270 milioni di euro annui l’aggravio dovuto al raddoppio dell’Iva sui suoi abbonamenti. Tale misura potrebbe toccare la tv via Internet, ma solo parzialmente, perché i prodotti di Sky vengono fatturati dalla stessa Sky, senza aggravio per Fastweb o RossoAlice. Bisognerà capire se il raddoppio dell’Iva si applicherà o meno a servizi come il video-on-demand, ma non si tratta certo di grandi numeri.
Quanto a Mediaset, i prodotti e i servizi in pay-per-view, ovvero acquistati con carte prepagata, hanno già l’Iva al 20 per cento. In ogni caso Mediaset ha diffuso una nota con la quale ha espresso disappunto per «l’inserimento all’interno del decreto anticrisi» della disposizione. I canali venduti con abbonamento mensile, come i tre Gallery e il Disney Channel, invece, venduti con l’Iva al 10%, potrebbero vedersela raddoppiata, anche se la misura del 1997 non menziona il digitale terrestre ma solo il satellite e il cavo. Bisognerà attendere i chiarimenti dei ministeri competenti.
Un’altra forma di finanziamento delle misure a favore dei consumi, inserita nel provvedimento, è la riesumazione della porno-tax, che già aveva fatto capolino nell’ultima Finanziaria del Governo Berlusconi, prima della vittoria dell’Unione alle elezioni del 2006: si tratta di un’imposta supplementare “secca” del 25% su ogni introito da contenuti a luci rosse e pornografici. Sky non dà cifre ufficiali, ma gli introiti per la pay tv satellitare dei film a luci rosse si possono stimare in circa 1,5 milioni a settimana.

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