USA: radio via etere in caduta libera – IPOD all’attacco

Crisi nelle radio analogiche statunitensi e difficoltà pure per le radio satellitari?


Riprendiamo dal sito Radio Passioni , cui abbiamo dedicato una recensione qualche giorno fa, un’interessante notizia, che mostra quanto a volte siano distanti i mercati radiofonici americani ed europei.
Nel pezzo, a sua volta ripreso da un articolo de Il Sole 24 ore, si parla di crisi delle radio satellitari USA a bassa quota (XM e Sirius), che invece nel nostro continente, e segnatamente in Italia, hanno destato un grande interesse in occasione del recente rilascio delle prime autorizzazioni da parte del MinCom (per trasmissioni in DAB-S).
Si fa altresì riferimento a presunte difficoltà delle radio analogiche via etere statunitensi (aggredite dalle nuove tecnologie IPOD e DAB-C/Web), le cui valutazioni sarebbero in caduta libera, mentre in Italia i valori degli impianti FM non accennano a scendere (anzi, negli ultimi mesi si è registrato un nuovo aumento sulle piazze più calde, quali quella milanese e, in genere, le città metropolitane del nord).
Pare invece reggere il sistema IBOC (HD Radio, cd FM digitale), che si avvia a divenire negli USA lo standard più diffuso per la migrazione in tecnica numerica della radiodiffusione sonora.
A riguardo, mentre in Italia si parla sempre di più di DRM in FM (abbiamo all’argomento dedicato spazio la scorsa settimana) ed il de profundis sembra definitivamente intonato per il DAB-T Eureka 147 anche dal ministro Gentiloni, si raccoglie l’anticipazione che in Francia sarebbero in procinto di iniziare le sperimentazione di un sistema IBOC (DAB-T HD Radio) in grado di superare l’handicap della spaziatura tra portanti limitrofe inferiore a 400 KHz (che fino ad ora ha reso non applicabile nel nostro paese tale tecnologia).(NL)

da Radio Passioni

“Diversi post fa mi sono occupato del problema della “svalutazione” commerciale e pubblicitaria della radio, un fenomeno ormai vistoso in un mercato come quello statunitense, dove le stazioni tradizionali soffrono alquanto per il combinato disposto della concorrenza interna della radio satellitare e per quella esterna di Internet e podcasting. In agosto della questione si era occupata, da Los Angeles, Daniela Roveda per il Sole 24 Ore, con un articolo che Gigi Nadali mi aveva puntualmente riportato da Dagospia”Daniela Roveda per “Il Sole 24 Ore”

La diffusione degli iPod sta mietendo un’altra vittima, il settore radiofonico americano. Ieri la CBS Corp ha deciso di vendere alla Entercom quattro stazioni radiofoniche in aree urbane dove gli indici d’ascolto sono in calo, mentre la Abc potrebbe essere costretta a rinegoziare il prezzo delle 22 stazioni vendute alla Citadel Broadcasting il febbraio scorso, sempre per lo stesso motivo: il numero di ascoltatori continua a scendere.
La crisi del settore radiofonico tradizionale si somma a quella della neonata radio via satellite, un servizio a pagamento che consente a chiunque di sintonizzarsi su stazioni radio operanti in qualsiasi area del globo. Nessuna delle due società di un settore considerato molto promettente fino a un anno fa ha generato un profitto, anzi l’anno scorso le perdite complessive della Sirius Satellite Radio e della XM Satellite Radio Holdings hanno superato il miliardo e mezzo di dollari.
La crisi delle radio tradizionali era stata attribuita in parte alla diffusione della radio via satellite, e in parte alla diffusione degli iPod.Ormai sugli iPod e sugli analoghi apparecchi MP3 è possibile scaricare non solo musica ma anche programmi radiofonici distribuiti via Internet. Prima di salire in macchina, ad esempio, l’utente può scaricare dal computer all’iPod quello che desidera sentire e ascoltarlo durante un viaggio senza interruzioni pubblicitarie.
Non è chiaro cosa abbia causato l’ulteriore calo degli indici di ascolto negli ultimi sei mesi, ma di fronte al peggiorare della situazione alcune societa’ hanno preso le dovute iniziative. La CBS quindi ha venduto per 262 milioni di dollari le stazioni radio di Austin in Texas, di Rochester nello stato di New York, di Memphis in Tennessee e di Cincinnati in Ohio alla Enterprise Communications; quest’ultima ampliera’ il suo raggio d’azione a 22 aree geografiche degli Stati Uniti. Il segmento radio era diventato un onere nei bilanci della CBS, e infatti il fatturato dell’ultimo trimestre era sceso dell’1% proprio per il calo della raccolta pubblicitaria presso le sue 179 stazioni radio. In luglio la CBS aveva gia’ eliminato 115 posti di lavoro nel segmento radiofonico.
La ABC invece aveva preso gia’ lo scorso settembre la decisione di vendere 22 stazioni radio alla Citadel Broadcasting per 2,7 miliardi di dollari, metà in contanti e metà in azioni Citadel. Una clausola contrattuale prevedeva tuttavia che la porzione in contanti salisse di 250 milioni di dollari (da 1,4 a 1,65 miliardi) nel caso in cui il valore delle azioni Citadel fosse sceso nel frattempo al di sotto di un certo livello. Le quotazioni della Citadel sono infatti calate del 27% tra febbraio e oggi, in gran parte per le difficoltà finanziarie del gruppo radiofonico della Disney, dove il cash flow quest’anno dovrebbe diminuire secondo le ultime previsioni del 15%.
Se la crisi delle radio AM e FM sta lentamente peggiorando, quella della radio via satellite pare ancor più preoccupante. Wall Street ha dimostrato la sua sfiducia nel futuro delle due societa’ del settore spingendo le quotazioni della Sirius al ribasso del 44% e quelle della XM al ribasso del 60% quest’anno. Molti temono che la situazione si deteriorera’ ulteriormente a fine anno, quando molte offerte promozionali per abbonamenti gratis arriveranno a scadenza.
(ripreso da Dagospia 23 Agosto 2006)

Della questione si è occupato oggi anche il New York Times, con un pezzo che parla delle intenzioni, da parte della potente Clear Channel, di cedere diverse stazioni radio nei mercati pubblicitariamente poco redditizi.

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