Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale: basta leggi “emotive”subito dopo i fatti di cronaca

Intervento del presidente al convegno degli avvocati organizzato dalla Camera Penale di Milano: venerdì sciopereranno contro il pacchetto sicurezza del governo


Una serie di bordate contro il governo al convegno degli avvocati, organizzato ieri dalla Camera Penale di Milano, che precede lo sciopero, concordato per domani, per protestare contro il pacchetto sicurezza del governo. Nello specifico, gli avvocati reputano incostituzionali tre punti del decreto, emanato all’indomani dell’omicidio di Tor di Quinto. Il primo: che si possa essere espulsi anche solo per il comportamento di un familiare, contrastando in maniera palese il principio per cui la responsabilità penale è personale. Il secondo: che sia prevista l’espulsione per “imperativi motivi di sicurezza pubblica”, di una genericità tale che violerebbe il principio di tassatività dell’articolo 13 della Costituzione. Il terzo, infine: la problema che, in alcuni casi, l’allontanamento dal nostro Paese, disposto dalle autorità di pubblica sicurezza, possa essere eseguito prima ancora della convalida da parte del giudice, vanificando il controllo della legittimità dell’atto.
In tal proposito, al convegno, è intervenuto Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, che ha duramente bacchettato il governo sull’intempestività di questi provvedimenti ad hoc, emanati soltanto all’indomani di importanti fatti di cronaca. “Bisognerebbe vietare ai politici di fare leggi nelle 96 ore successive a un fatto di cronaca – ha arringato Onida – oramai è come se compito di una legge fosse rispondere a ognuno dei fatti ingigantiti dall’influenza deleteria dei mezzi d’informazione. Di colpo tutti ubriachi al volante? D’improvviso tutti piromani? Succede un delitto e si arriva alla crisi internazionale con la Romania? Così i giornali e le tv stendono tappeti rossi ai piedi di governi che vogliono legiferare sotto l’onda dell’emergenza e far politica criminale su base emotiva. Battersi contro questo modo di legiferare è un dovere”. Onida ha, infine, sottolineato, però, come la scelta di scioperare, per protestare contro queste decisioni, sia sbagliato: “in passato è servito più che altro a tirare in lungo i processi”. (Giuseppe Colucci per NL)

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