Il critico del “Corriere della Sera” e la signora della tv generalista: parabola (decrescente) di un giudizio negativo.
Maria De Filippi è il simbolo della televisione generalista, quella televisione che ha creato i miti di oggi, il tronista, l’arte d’apparire in televisione e che pare il coronamento, magari non finale ma certamente del mondo di oggi, di quel cammino, iniziato alla fine degli anni settanta e consolidatosi nel corso degli ottanta e novanta, intrapreso dalla tv commerciale, che ha mutato i costumi della società, le ambizioni dei giovani, la voglia sempre più spasmodica, di apparire e di sfondare, pur senza doti particolari, per il sol fatto d’apparire. Non è un giudizio preventivamente negativo, per quanto alcune interpretazioni parliano di “imbarbarimento dei costumi”, ma di una presa d’atto d’un cambiamento, radicale, di cui i programmi della De Filippi (ma non solo) rappresentano attualmente il punto più alto (o più basso, a seconda dei gusti).
Dall’altra parte della barricata c’è Aldo Grasso, il critico televisivo per eccellenza, uno di quelli di cui si può dire che abbia quasi inventato la sua professione. Lavora per il “Corriere” e rappresenta quell’elitarismo di chi la tv la guarda, l’azzanna, ne succhia il linfa, ma non l’approva in massima parte.
In quanto critico, Grasso ha più volte incentrato la propria attenzione sui programmi della De Filippi, sul loro effetto televisivo, sulle masse che riesce a coinvolgere, trasformandosi in fenomeno sociale e socializzante. Ed il giudizio che ne è scaturito non è certo tenero. “Maria è brava ma è sopravvalutata – si legge in uno dei suoi recenti scritti sul “Corriere” – ma per me una che ha inventato i tornisti meriterebbe l’esilio”. Non le manda certo a dire. Scorrendo gli archivi di via Solforino, si vede che nel 2003 Grasso già intravedeva una sorta di “pericolo” negli intenti pedagogici dell’altra grande invenzione della signora Costanzo: la scuola di “Amici”. “Invece di formare personalità, come si dice nel gergo pedagogico – diceva – le dissocia e le rimodella, con l’aiuto dei professori. Per formare tante figlie di Maria. Di qui il meritato entusiasmo che circonda la De Filippi”. E, ancora, nel 2004: “ma che tipo di tv fa la Signora? Ma la più vecchia che esista, la tv pedagogica […] la Signora fa l’insegnante travista da ballerina o da dark lady. E così stravince nel target a istruzione elementare”.
Insomma, tenero Grasso non lo è mai stato con i programmi di Maria. E ne ha ben donde. “Meriterebbe l’esilio”, dice. Suvvia, quello dalla tv magari sì, ma ce l’aggiunga il buon Grasso. Non vorremmo tornassero alla luce riecheggiamenti da ventennio”. (G.M. per NL)