Audiradio: prime riflessioni sui dati

Perché qualcuno sale e perché qualcuno scende


Mentre a Cologno Monzese Lorenzo Suraci ed il suo staff stappano con gioia bottiglie di champagne del più pregiato, per festeggiare quasi un milione di ascoltatori in più in un anno, è probabile che a pochi metri di distanza, negli uffici tricolore di Radio Italia, dopo aver letto i risultati Audiradio, l’aria sia piuttosto pesante e quindi i respiri affannati.
Lo diciamo da tempo: l’attuale assetto della radiofonia italiana premia soprattutto segnali robusti (certamente abbinati a prodotti di qualità) e chi non investe in questa direzione ne paga (dolorosamente) le conseguenze.
Anche a Napoli si brinda festosamente all’avvicinamento ai due milioni di ascoltatori di Kiss Kiss, il cui dato di 1.667.000 va attribuito alla linea editoriale più pulita ed alla forte implementazione dei segnali.
A Roma, nell’ufficio direzionale di Montefusco pure immaginiamo si festeggi (anche se siamo convinti che gli investimenti ultramilionari effettuati in frequenze nel nord Italia facevano sperare qualcosa in più all’editore…) ma, allo stesso tempo, con ogni probabilità, si guarderà con timore al tallonamento di RTL 102,5 a distanza ravvicinatissima dalla rete capitolina: un’altra spallata e l’emittente lombarda assegnerebbe un duro colpo soprattutto psicologico alla collega (nel giorno medio, perché nei sette giorni RDS è già stata palesemente sconfitta…).
Bene anche in RAI, soprattutto per la splendida performance di Radiodue, dove il prodotto Fiorello ha ancora una volta dimostrato il proprio peso (ma di ciò dubbi, in realtà, non ve ne erano, anche se probabilmente nessuno si aspettava un risultato di questo tipo…). Riflessione profonda dovrebbe invece essere destinata da RAIWAY e da Autostrade spa alla spaventosa situazione di Isoradio, la cui ragione d’esistere in questo stato merita attenzione.
Non bene in casa L’Espresso, dove il dato positivo di Dee Jay non sembra all’altezza delle percentuali di incremento degli altri competitori (RTL, Kiss Kiss, RAI e RDS) e, soprattutto, dove probabilmente ci si aspettavano migliori risultati per Capital e, forse, m2o. Purtroppo, a nostro avviso, finché nel potente gruppo editoriale si continuerà a sottovalutare profondamente l’importantissimo aspetto tecnico-strategico dell’organizzazione aziendale (fiore all’occhiello, invece, di RTL), difficilmente la triade di emittenti potrà tornare a raggiungere obiettivi rilevanti…
Anche in casa Hazan il buon risultato di 105 non compensa in maniera sufficiente lo stallo di RMC, sulla quale grava – a nostro avviso – la necessità di procedere ad un significativo sviluppo della rete diffusiva e ad un affinamento della programmazione.
Concludiamo con R101, per la quale Mondadori molto probabilmente si aspettava di più dei 1.347.000 ascoltatori, dopo gli intensi investimenti promozionali effettuati e le decine di milioni di euro spesi in frequenze. Difficile in questo caso stabilire le motivazioni dello scarso risultato, anche se le numerose (troppe, invero) disfunzioni che hanno interessato la rete diffusiva nell’ultimo anno certo non hanno giovato al processo di fidelizzazione dell’utenza, a prescindere dall’indubbia bontà del prodotto editoriale.
Complessivamente, quindi, una tornata ricca di spunti per profonde riflessioni.
Per quanto ci riguarda, ci riserviamo una più affrondita analisi sulla scorta dei risultati delle locali che andremo quanto prima ad analizzare su queste pagine.

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