Catricalà: “Gli Ordini sono un baluardo della deontologia professionale. Non vanno aboliti ma riformati”

“Mentre alcuni Ordini si sono mostrati collaborativi la maggior parte di essi si è invece mostrata assai meno pronta e disponibile”. E’ quanto ha sottolineato il presidente dell’Antitrust in un’audizione alla Camera


dalla newsletter del sito Franco Abruzzo.it

Roma, 28 giugno 2007. “Mentre alcuni Ordini si sono mostrati collaborativi la maggior parte di essi si è invece mostrata assai meno pronta e disponibile”. E’ quanto ha sottolineato il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà in un’audizione di fronte alle commissioni Giustizia e Attività produttive della Camera sulla riforma delle professioni. Catricalà di fronte ai parlamentari ha sintetizzato l’adeguamento attuato dagli Ordini rispetto alle norme contenute nel decreto Bersani del luglio 2006, secondo i primi risultati di un’indagine avviata dalla stessa Authority. Tra quelli che hanno dimostrato spirito di collaborazione, Catricalà ha citato geometri, periti industriali e farmacisti ”che hanno inviato una nuova bozza del codice deontologico in cui sono stati recepiti quasi tutti i suggerimenti proposti dai nostri uffici”, ha precisato. Ma nella maggior parte dei casi non è stato così, mentre per il presidente dell’Antitrust è necessario “porre un freno al proliferare del sistema ordinistico e degli albi che francamente costituisce un apparato di controllo sproporzionato e costoso”. Nel ribadire quanto già detto nella Relazione annuale presentata martedì scorso al Parlamento e cioè che gli Ordini non vanno aboliti ma riformati, Catricalà ha precisato che la riforma delle professioni è auspicata ”non per una questione ideologica, ma perché secondo noi gli Ordini sono un baluardo della deontologia professionale e probabilmente altri giudici potrebbero essere impropri”. Ciò detto in tema di esclusive, è necessario capire se trovano giustificazione in termini di rapporto ”costi-benefici”. In tema di tariffe, l’Antitrust ”non ha niente in contrario a che si ponga un tetto” ma si deve ”riuscire ad avere la piena trasparenza dei contratti”. (Val/Col/Adnkronos) 28-GIU-07 16:45

PROFESSIONI: ANTITRUST, NON ABOLIRE ORDINI MA RIFORMARLI

Roma, 26 giugno 2007. ”Non è necessario abolire gli ordini, ma riformarli”. Lo ha detto il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà nella Relazione annuale dell’Autorità in cui si legge che ”occorre costruire i percorsi di accesso alla professione sì da assicurare l’adeguata preparazione del professionista senza bloccare l’ingresso di nuovi concorrenti”. Il compito precipuo degli Ordini ”è la promozione della qualità delle prestazioni, il continuo aggiornamento dei professionisti, la tutela dei clienti prima che degli iscritti. E’ questo il salto di qualità che ci si attende”, conclude. (Val/Gs/Adnkronos) 26-GIU-07 12:53

PROFESSIONI: MANTINI (DL), IMPORTANTI INDICAZIONI CATRICALA

Roma, 28 giugno 2007. Pierluigi Mantini, della Margherita, afferma che il presidente dell’Autorità antitrust, Antonio Catricalà ”ha fornito indicazioni utili e importanti” sulla riforma delle professioni in occasione dell’audizione alle Commissioni Giustizia e Attività produttive. Mantini, che è relatore sul provvedimento, afferma di condivedere ”il giudizio favorevole di Catricalà sulla trasformazione della legge delega in una legge quadro di principi che anticipi i tempi della necessaria riforma delle professioni”. Inoltre, il parlamentare condivide ”l’idea che alcune professioni, come gli avvocati, i notai e i medici, debbano avere norme ordinamentali specifiche”. Il parlamentare aggiunge che ”l’intera relazione, che si basa sul ragionevole equilibrio tra concorrenza e qualità e su funzioni non corporative degli ordini professionali, sarà assunta come ispirazione del testo base che presenteremo nelle prossime settimane”.(ANSA). COM-GRZ 28-GIU-07 18:57

GIORNALISTI – L’Antitrust chiede la rimozione del Tariffario

Roma, 8 maggio 2007. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti è stato convocato il 3 maggio scorso in audizione dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva avviata ad inizio d’anno, per verificare l’adeguamento degli ordini professionali ai principi di concorrenza. Nell’ambito di tale indagine l’Autorità ha inteso inoltre verificare l’adeguamento delle norme di autoregolamentazione alle previsioni dell’art. 2 della legge Bersani n. 248/2006.

Nel corso dell’audizione l’Antitrust ha preso atto che le norme deontologiche dell’Ordine non contengono alcun divieto in materia di pubblicità delle attività giornalistiche e di costituzione di società interdisciplinari tra gli iscritti. L’esistenza, tuttavia, di un Tariffario di compensi minimi sia pure “non inderogabili” produce sicuramente, ad avviso dell’Autorità, l’effetto di uniformare i comportamenti di mercato degli iscritti in merito al prezzo di vendita del servizio. La fissazione di tariffe costituisce, quindi, secondo l’Autorità, una restrizione della concorrenza tra gli operatori del settore, essendo una indicazione volta ad uniformare il prezzo di vendita del servizio e ad alterare il libero gioco della concorrenza.

Nonostante sia stato fatto presente dalla rappresentanza del Consiglio che in realtà il tariffario assolve principalmente allo scopo di difendere una posizione contrattuale debole come quella del giornalista che svolge spesso, in regime di precarietà e di sfruttamento, una prestazione autonoma che solo fittiziamente può essere qualificata come servizio d’impresa, l’orientamento dell’antitrust è di chiedere la rimozione del tariffario. Di tale richiesta dovrà farsi carico il Consiglio nazionale che risulterà eletto nella ormai prossima tornata elettorale. (www.odg.it)

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