Diritti Tv serie A: la telenovela si conclude come previsto, con Sky e Perform vincitori. Mediaset spera ancora, la Rai si salva in angolo

diritti Tv

Assegnati i diritti Tv della serie A per il prossimo triennio dopo un anno di tentativi e a soli due mesi dal nuovo campionato (una situazione che ha del surreale in rapporto al passato e alla Francia, per esempio, dove si sono appena assegnati i diritti Tv dei campionati dal 2020 in poi).
Alla fine parevano tuttavia (quasi) tutti soddisfatti, al termine di una lunga giornata (quella di mercoledì 13 giugno) dove il copione stavolta è stato alla fine rispettato e le cose per i diritti Tv, che questo periodico segue da vicino da tempo, sono finalmente andate come era logico andassero fin dall’inizio: Sky, che ha il predominio assoluto della pay-tv (e non solo) in Italia, si aggiudica così il bottino grosso dei diritti Tv (i due pacchetti principali) e ci spende mica poco, mentre il pacchetto meno pregiato va agli inglesi di Perform, che ora si affacciano sul serio sulla scena puntando a un’offerta calcistica on line di rilievo.

Mediaset, che nella pay-tv ormai è poca cosa, prova a non sparire del tutto e avvierà trattative – annuncia – per avere qualcosa o tutto (in sub-concessione) dagli assegnatari: il messaggio sembra rivolto soprattutto a Sky, che con Mediaset ora ha buoni rapporti e sta pian piano ‘integrando’ Premium (pur avendo dichiarato di non volerla acquisire, ma si vedrà nei prossimi mesi se acquisirà intanto la piattaforma tecnologica e operativa, che è importantissima, come si sa).
C’è poi il capitolo della Rai: la Lega, si dice su richiesta di Perform, aveva escluso per la prima volta la diffusione di immagini in chiaro (regolata da apposita assegnazione, pur di importo modesto) prima delle 22 della domenica, cosa che avrebbe ucciso ‘90° minuto’ e i ricordi calcistici di tanti di noi. La protesta molto forte (anche nei Tg) allestita dall’azienda pubblica (pressata anche dai sindacati al suo interno), che pure ha i vertici in scadenza, ha avuto un qualche esito: la Lega Calcio bandirà così il prossimo mese – in aggiunta agli altri pacchetti già previsti – un’offerta di diritti Tv in chiaro per gli highlights dalle ore 19 della domenica sera. Non pare proprio una manna dal cielo ma la Rai si salva in angolo e fa festa.

Che ne è stato invece di Mediapro? Gli spagnoli (aiutati da Marco Bogarelli, che dunque non ha abbandonato il settore) non volevano proprio convincersi di aver perso la partita, le hanno provate davvero tutte ma si era capito da qualche tempo che l’esito di questa infinita competizione sui diritti Tv era in qualche modo ‘obbligato’: Sky aveva vinto in Tribunale (anche con l’ultima sentenza di martedì 12 giugno) e alla fine anche le squadre più riottose si erano convinte a lasciar perdere l’ultima difesa di Mediapro, dando ragione al duo Malagò-Miccichè che ha prevalso nella fase finale di un ‘torneo’ durato la bellezza di 12 mesi tondi.
Niente canale calcistico di Mediapro, dunque, fra tre anni magari si vedrà. E magari potrà essere evitata anche un’ulteriore coda legale fra Lega e Mediapro (che non a caso non ha presentato alcuna offerta in quest’ultimo bando), se si troverà ‘la quadra’ sui 64 milioni già versati alla Lega dagli spagnoli e che la Lega naturalmente si vorrebbe tendenzialmente tenere.

Ma alla fine quanti soldi avrà la Lega Calcio di serie A che per un anno ha cercato di alzare i prezzi in qualsiasi modo, allungando i tempi in modo incredibile?
Naturalmente il minimo richiesto complessivo di 1,10 miliardi all’anno era ‘pro-forma’: si è chiuso a trattativa privata attorno ai previsti 970 milioni circa, ma ci sarà l’opportunità di un ‘bonus’ per la Lega (pari a una cifra che è stata quantificata con generosità fino a un massimo di 100-150 milioni all’anno) se le cose per i broadcasters assegnatari andranno particolarmente bene in termini di abbonamenti e ricavi.
Analizziamo in dettaglio le assegnazioni, ricordando che stavolta la Lega aveva attribuito i diritti ‘per prodotto’ e non per piattaforma: si vendevano cioè in esclusiva gli eventi, le partite stesse (con le loro fasce orarie dal sabato al lunedì). L’altra clausola rilevante (che sembrerebbe a occhio studiata per evitare eventuali accuse in chiave antitrust) è che un solo broadcaster (cioè Sky) poteva avere al massimo due dei tre pacchetti principali e non tutti e tre. Il terzo è infatti andato a Perform, come detto.

Ma come potranno i tifosi vedere tutte le partite senza due abbonamenti o anche tutte quelle di una sola squadra? Ci si penserà nei prossimi giorni ed è plausibile che si chiuda un accordo fra Sky e Perform proprio a questo scopo. In questa ulteriore partita potrebbe avere una fetta di diritti anche Mediaset, come vedremo.
Ora, però, vediamo sul serio le assegnazioni.
La Lega Nazionale Professionisti Serie A ha comunicato che l’assemblea ha approvato all’unanimità l’assegnazione dei diritti per la trasmissione delle dirette di campionato a pagamento per le stagioni sportive 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021. Sono stati assegnati:
– a Sky Italia il Pacchetto 5 (detto anche Verde) avente ad oggetto i diritti audiovisivi di 3 partite a giornata: sabato alle 18, domenica alle 15 e domenica sera, con nuovo inizio alle 20.30;
– a Sky Italia il Pacchetto 6 (Giallo) avente ad oggetto i diritti audiovisivi di 4 partite a giornata: sabato e domenica alle 15, domenica alle 18 e lunedì alle 20.30;

– a Perform il Pacchetto 7 (Azzurro), avente ad oggetto i diritti audiovisivi di 3 partite a giornata: sabato alle 20.30, domenica alle 12.30 e alle 15 (la domenica alle 15 ci saranno dunque tre sole partite).
I tre pacchetti sono stati assegnati per un corrispettivo fisso complessivo pari a 973,3 milioni di euro medi all’anno e una componente variabile in funzione anche della crescita del numero di abbonati al calcio dei broadcasters.
“Si tratta di un riconoscimento importante per il calcio italiano – ha detto il presidente della Lega Serie A Gaetano Miccichè – , il cui valore non è solo sportivo ma anche di occupazione, indotto e contributo alla crescita economica dell’Italia: il calcio oggi è tra le prime 10 industrie del nostro Paese”.
In un suo comunicato Sky ha invece confermato di aver acquisito i diritti per la trasmissione in diretta esclusiva di 266 partite a stagione per le edizioni 2018/19, 2019/20 e 2020/21 del campionato di calcio. Per ogni giornata su Sky saranno trasmesse 7 partite su 10, il 70% dell’intero torneo. In diretta esclusiva due anticipi del sabato (ore 15 e ore 18), due match della domenica pomeriggio alle 15, quello delle 18, oltre al posticipo della domenica sera alle 20.30 e la novità del Monday Night lunedì alle 20.30. Le partite in esclusiva saranno quindi più del doppio rispetto alle precedenti stagioni e includeranno 16 dei 20 top match.
Questo per ora, per il resto, si vedrà, come detto.

Ma c’è ancora una cosa importante da dire. La Lega stilerà sì ancora il calendario delle partite ma saranno le Tv (dunque Sky e Perform) a decidere in buona misura quali incontri ‘top match’ saranno trasmessi nei vari orari previsti. La flessibilità del passato sembra dunque esclusa, d’ora in poi, anche se bisognerà pur tener conto anche delle partite di Champions e Europa League.
Si diceva di Mediaset. Il suo comunicato di ieri sera sembra abbastanza chiaro: Il bando per i diritti Tv della Serie A era totalmente squilibrato. Basta pensare che fino a oggi i pacchetti per il digitale terrestre avevano sempre contenuto tutte le partite delle migliori otto squadre italiane. Mentre il bando di oggi offre 3- 4 match per turno, oltretutto senza club chiaramente definiti e quindi senza nessun appeal per i tifosi delle singole società. Nonostante questo, per tutelare i diritti di visione dei clienti Premium, Mediaset ha partecipato per il pacchetto meno penalizzante (il Pacchetto 6) offrendo una cifra rilevantissima, un totale di 600 milioni di euro in tre anni.


E ora, malgrado l’esito delle assegnazioni, Mediaset si è mossa immediatamente per far riconoscere a favore degli abbonati Premium il diritto di accesso alla Serie A attraverso i ‘diritti di ritrasmissione’, uno strumento che è stato definito perfetto per scongiurare l’obbligo dei telespettatori a sottoscrivere diversi abbonamenti per poter vedere tutte le partite della propria squadra.
Stiamo già procedendo a richiedere per iscritto agli aggiudicatari dei diritti le condizioni della ritrasmissione dei match per i clienti Premium sul digitale terrestre”.
Con quest’ultima richiesta il quadro sembra completo, a questo punto, e il calcio si conferma l’elemento-base di tutti gli equilibri televisivi italiani. (M. R. per NL)

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