DTT, switch-off Lazio: tra poche ore Roma sarà all-digital. In regione preoccupano gli art. 30 D. Lgs. 177/2005. Affari d’oro per il sat

Mentre non sono ancora sbrogliati alcuni nodi che potrebbero condurre all’oscuramento totale di intere aree minori (per lo spegnimento dei cd. "art 30 D.Lgs 177/2005") o di alcuni programmi (per la dimenticanza di impianti modificati dall’AGO nel Master Plan), inizia la migrazione laziale verso il digitale.

Entro le 10 di lunedì 16 ottobre Roma sarà la prima metropoli europea esclusivamente digitale. Secondo alcune stime, oltre il 90% delle famiglie romane si sarebbe dotato di un decoder per il digitale terrestre. Calcoli però non condivisi da altri osservatori, che riducono anche di molto la percentuale, evidenziando come la migrazione tecnologica stia piuttosto rafforzando la presenza della tv satellitare, che sta allegramente pasteggiando sull’agonia analogica (in area hanno avuto un boom i nuovi abbonamenti a Sky ed anche Tivùsat ha dichiarato tra 1000 e 1500 nuove tessere al giorno nell’ultima settimana). Intanto, se prendiamo favorevolmente atto che, dopo la denuncia di questo periodico (ripresa da molti altri organi d’informazione), la provincia di Rieti ha siglato un accordo con RAI per l’illuminazione delle aree disagiate (fino ad ora illuminate da impianti degli enti locali ai sensi dell’art. 30 D. Lgs. 177/2005), è da registrare come non sia ancora stata risolta la questione della dimenticanza di impianti modificati dalla magistratura civile nel Master Plan predisposto dal MSE-Com. Mette in guardia sugli aspetti pericolosi della transizione anche il CNU (Consiglio Nazionale Utenti), l’organo istituito presso l’Agcom, che avverte che "Il digitale è un’occasione importante per disporre di maggiore offerta televisiva, ma non é costo zero per gli utenti. Nel Lazio troppi cittadini hanno dovuto sostituire le loro vecchie antenne, e nelle zone più interne alcuni paesi, necessariamente, devono affidarsi alla piattaforma satellitare Tivùsat perché la qualità del segnale non è ottimale", spiega l’ente in una nota, aggiungendo che Tivùsat "prevede un decoder a carico del cittadino, mentre sarebbe stato meglio se fosse stato fornito in comodato d’uso gratuito dalla Rai. I problemi si riproporranno a giugno, quando saranno riaperte le case estive, e molti laziali verificheranno che il loro impianto non è adatto a ricevere il digitale".

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