DTT. Tv locali, Nord Italia: Sandro Parenzo scatenato all’inseguimento di Santoro. Ma i conti sono in rosso

Mediapason, il gruppo televisivo lombardo che fa riferimento a Sandro Parenzo, alla prova dei fatti, è tra quelli che meglio si sono mossi nel marasma che il passaggio al digitale terrestre ha portato nel quadro dell’emittenza locale.

Scontato per alcuni: il DTT premia i grandi e, come i più attenti osservatori avevano preventivato, le piccole emittenti saranno inesorabilmente inghiottite dal nuovo standard a cui aspiravano nella duplice veste di operatore di rete e fornitore di contenuti. Un falso eldoradio, pronto a succhiare investimenti onerosi spalmando gli ascolti su un numero di pretendenti sempre più elevato (tanto che la maggioranza degli operatori locali rimpiange il mercato analogico contingentato). E alla crisi finanziaria ed alla maggior competizione, si aggiunge l’accanimento di un governo che tenta in ogni maniera di mettere i bastoni tra le ruote agli editori indipendenti, sottraendo risorse economiche e frequenziali. Scontato, dicevamo in apertura, che il gruppo di Parenzo, che comprende emittenti come Telelombardia, Antenna 3, Top Calcio 24 e Milanow, si sia quindi organizzato in direzione di un ampliamento sostanziale della propria offerta pronto a collocarsi immediatamente dopo l’offerta nazionale. E i risultati paiono ora premiare questa decisione, se è vero che i primi tre dei quattro canali editi occupano il podio sul piano degli ascolti in Lombardia. Chiunque cerca di far concorrenza alle sue reti, nella regione più popolata d’Italia, resta schiacciato dall’affezione del pubblico per le principali tv di Mediapason, che ha consolidato un distacco notevole rispetto ai concorrenti. Gap che Parenzo vuole aumentare ancora, come dimostra il recente annuncio di un piano d’espansione verso il Veneto – con una possibile riedizione in chiave locale dei canali Milanow e Torinow – e verso la capitale, dove – anche lì – vorrebbe riproporre il format della tv dedicata alla città, oltre a tentare di coagulare quella fetta di tifosi di calcio (circa il 20% dell’intero panorama nazionale) che non tiene per nessuna delle tre storiche squadre italiane (Milan, Inter e Juventus) ma per una delle crescenti realtà del Sud Italia (oltre a Roma e Lazio, Napoli e Palermo in testa).Telelombardia%20sede - DTT. Tv locali, Nord Italia: Sandro Parenzo scatenato all’inseguimento di Santoro. Ma i conti sono in rosso C’è chi dice che il successo di Parenzo e compagnia sia legato al suo antagonismo nei confronti del modello berlusconiano di televisione. Ma gli osservatori critici probabilmente dimenticano che Parenzo è nato e cresciuto televisivamente proprio alla corte del Cavaliere, da cui al contrario di molti altri non ha mai preso le distanze. Parenzo era parte del gruppo che diede i natali a Canale 5, con “Confalonieri, Galliani, Dell’Utri, Bernasconi. – dice in un’intervista apparsa pochi giorni fa sul Giornale di Sallusti – Lavoravamo 14 ore al giorno. Con Berlusconi che la sera indicava gli uffici della Rai e diceva: vedete, loro vanno a casa alle 17, se noi lavoriamo il doppio vinciamo”. Restò lì dal 1980 al 1984, “quattro anni straordinari”, commenta. Nonostante questo, però, ha sempre avuto l’etichetta di editore di sinistra, circostanza alla quale replica dicendo: “Io prendo insulti da destra a sinistra, mi danno del leghista o del comunista. Se ti attaccano tutti vuol dire che stai facendo una buona tv” mi dice sempre il professor Berlusconi”. Nonostante questo, però, da editore puro, vedendo i tentennamenti di Rai e La7 nei confronti di Michele Santoro e del suo team, Parenzo si è lanciato in un’idea che vedrebbe l’ex conduttore di Annozero al centro del suo progetto. “Ci stiamo pensando – dice -, il digitale ha aperto molti spazi. Sono 17 anni che io e lui ci diciamo sempre la stessa cosa: “Ah quanto sarebbe bello fare una televisione nuova”. “Un canale tematico si rivolge ad un pubblico specifico – spiega -, non è generalista. E poi è un modello che funziona, e io faccio l’editore”. E chi l’accusa di faziosità ribatte: “Lui (Santoro, ndr) ha elaborato un linguaggio televisivo unico in Europa. Un mix di teatro, fiction e talk show, straordinario. Fazioso lui? Perché Vespa no? Io credo che non esistano giornalisti non di parte. Altrimenti si fa l’Ansa”. Parenzo invece non fa l’Ansa ma è un editore capace di captare i bisogni del pubblico e i nuovi trend e metterli in video. Nonostante questo, però, i conti della sua azienda sono costantemente in rosso. Nel 2009, infatti, Mediapason ha perso 2,3 milioni di euro e nel 2010 il rosso è salito fino a 3,5 milioni. Trend confermato dai dati del primo semestre di quest’anno. Qual è il problema, allora? “Il bilancio è in rosso per un complesso di ragioni – spiega l’editore a ItaliaOggi – In primis abbiamo fatto investimenti nella rivoluzione digitale per 30 milioni di euro e questo ha effetti sui conti. Poi c’è una crisi generale dell’economia – continua – e quando i consumi precipitano le aziende tagliano i budget per la pubblicità. Infine c’è una certa pigrizia degli investitori e dei centri media – conclude – che hanno sistemi consolidati di allocazione dei budget, e che non vogliono fare troppi sforzi per pianificare i nuovi mezzi, le tv locali. Tuttavia sono ottimista: i primi sei mesi del 2011 ricalcano il 2010 ma il mercato in generale sta calando”. La moltitudine di tv locali i cui palinsesti sono incentrati su film, telefilm e cartoni animati, infatti, sta per essere risucchiata nel vortice del digitale. Mediapason, che invece ha sempre puntato su contenuti di natura differente, informazione e nuovi format come le tv all sport e tematiche dedicate alle grandi città, continua la sua marcia. (G.M. per NL)

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