Editoria, bilanci in rosso: il New York Times accetta le inserzioni in prima pagina

Secondo la Newspapers Association of America, nel terzo trimestre 2008 gli introiti pubblicitari dei quotidiani statunitensi hanno fatto registrare un calo del 18%, ossia 2 miliardi di dollari


(Franco Abruzzo.it) – La spesa totale della pubblicità sui giornali è stata di 8,94 miliardi di dollari contro i 10,92 miliardi nel trimestre dell’anno scorso. La pubblicità online ha fatto registrare nel terzo trimestre un aumento del 7,21 %. La National Newspapers Association è molto preoccupata e lo dice chiaramente. Il portavoce dell’associazione ha affermato: “Per il momento non vediamo una immediata soluzione del problema. Forse dobbiamo convincerci che la pubblicità sulla carta stampata perde sempre più terreno di fronte alla pubblicità molto meno costosa online”.

Benny Manocchia

New York, 5 gennaio 2009. Assediato dalla crisi economica il New York Times apre alla pubblicità in prima pagina: il più influente quotidiano americano ha messo da oggi in vendita una banda alta cinque centimetri in uno spazio finora considerato il ‘sancta sanctorum’ delle notizie. È stata la CBS che si è aggiudicata il primo spot a colori sulle copie distribuite oggi: «È una opportunità eccitante per i nostri inserzionisti di raggiungere lettori colti, ricchi e influenti in tutto il paese», ha proclamato il New York Times in un comunicato. Per la Old Gray Lady (questo il soprannome del quotidiano della famiglia Sulzberger) è una straordinaria concessione per far fronte a bilanci in profondo rosso. (ANSA).

USA. NYT CEDE, PUBBLICITÀ SFONDA IN PRIMA. A CBS PRIMO SPOT A COLORI. RIMEDI ESTREMI A CRISI ESTREMA.

New York, 5 gennaio 2009. A crisi estrema rimedi estremi: assediato dalla recessione il New York Times apre alla pubblicità in prima pagina. Il più influente quotidiano americano ha messo da oggi in vendita una striscia alta cinque centimetri in uno spazio finora considerato un ‘sancta sanctorum’ inviolabile delle notizie. Il primo spot a colori sulle copie distribuite oggi è stato acquistato a un prezzo imprecisato dalla rete tv Cbs: «È una opportunità eccitante per i nostri inserzionisti di raggiungere lettori colti, ricchi e influenti in tutto il paese», ha proclamato il New York Times in un comunicato. Per la Old Gray Lady (questo il soprannome del quotidiano della famiglia Sulzberger) è una straordinaria concessione per far fronte a bilanci in profondo rosso. Altri giornali, tra questi il Wall Street Journal di Rupert Murdoch, UsaToday del gruppo Gannett e il Los Angeles Times del gruppo Tribune da qualche settimana in bancarotta considerano da tempo normali le inserzioni in prima pagina, ma per i puristi dell’informazione – e tra questi il New York Times e il Washington Post – la pagina di apertura del giornale era sempre stata terreno riservato esclusivamente alle news. Gli ultimi dati della raccolta pubblicitaria hanno indotto il New York Times ad abbassare il ponte levatoio consentendo alle forze del commercio di invadere il più importante spazio del giornale destinato all’informazione. In linea con il resto delle testate americane, in novembre la Vecchia Signora in Grigio aveva riportato un calo del 20 per cento degli introiti e per mantenersi in salute è ricorsa a rimedi estremi. Uno degli ultimi passi per sanare la crisi di liquidità è stata l’ipoteca accesa sul suo asset più prezioso: il grattacielo di 52 piani sulla Ottava Avenue di Manhattan. La società che fa capo al clan Sulzberger possiede il 58% dell’edificio e i consulenti immobiliari dovranno trovare una serie di strumenti finanziari che portino a una rapida iniezione da 225 milioni di dollari per far fronte ai costi di due linee di credito da 400 milioni di dollari l’una. Il gruppo Times Co. sta cercando inoltre di vendere la quota del 17,5 per cento nella squadra di baseball dei Red Sox. E almeno un interlocutore si è fatto avanti per comprare il Boston Globe. La vendita della pubblicità in prima pagina è l’estremo compromesso: il Times non ha voluto indicare ufficialmente le tariffe per l’acquisto di uno degli spazi di real estate più pregiati del giornale, ma i tempi sono duri – ha scritto oggi l’esperto di media dello stesso New York Times Richard Perez-Pena – e non è chiaro quanto gli inserzionisti colpiti dalla crisi saranno disposti a pagare. (ANSA)

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