Editoria. Lettori sempre più sfuggenti, annoiati e distratti. E i metodi di scrittura si adeguano, con periodi brevi e titoletti à gogo

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Lettori sempre più svogliati e disattenti influenzano lo stile di scrittura dei giornalisti ed il layout degli articoli sul web.
L’antica scaletta dei temi da trattare, l’ordine di presentazione e la concatenazione logica che lega i vari punti tra loro cedono il passo a logiche sempre più vincolanti su tempi e livello di attenzione dei lettori.

I principi di scrittura giornalistica…

Dello schema classico della scrittura giornalistica sopravvivono, per ora, tre principi. Ma opportunamente adattate alla mutazione del comportamento dei lettori sul web.

Non seppellite il lead

Il primo è attacco (il lead, l’introduzione, che spesso determina il fallimento di un articolo, da cui il famoso monito redazionale: “Non seppellite il lead!”), di sovente costituito da un aneddoto introduttivo (l’anectodal lead) per catturare immediatamente l’attenzione dell’utente.

Le 6 sentinelle

Il secondo, almeno tendenzialmente, è la risposta alle 6 domande tendenziali del lettore (chi, quando, dove, perché, cosa, come) durante lo sviluppo dell’articolo.

La conclusione

Il terzo e ultimo, che sopravvive però – come vedremo – solo in qualche misura, è la conclusione.

… in tre righe il billboard attraverso l’ABC

Il punto è che i tre elementi sono tutti concentrati nelle altrettante righe iniziali, attraverso una sintesi che fa da cartellone pubblicitario (il billboard), sviluppato attraverso la tecnica dell’acronimo ABC, che riconduce ai requisiti di accuratezza, brevità e chiarezza.

Doppio fine

Il quale ha la doppia finalità di erogare, comunque, i contenuti salienti della notizia al pubblico – per assicurare il fine ultimo del giornalista, cioè la somministrazione dell’informazione – e stimolare il prosieguo nella lettura. Cioè, probabilmente, la cosa oggi più difficile.

Orizzontali e verticali

Chiaramente, a subire maggiormente questo degrado sono i portali di informazione generalista, mentre gli organi di informazione più verticali ne risentono meno, in forza di un pubblico più motivato all’approfondimento (il cd. feature), legato dall’impiego di verbi attivi ed esempi concreti delle fattispecie esaminate.

Amplificazione della rilevanza

Anche se pure le testate specializzate hanno dovuto adeguarsi ai continui cambiamenti di abitudini e stile, esponendo gli elementi utili a riassumere il senso ed amplificare la rilevanza dell’argomento trattato nelle prime tre righe dell’articolo.

Il viandante del web

Cioè quelle che molto probabilmente saranno comunque lette anche dal lettore casuale.

Engagement

D’altra parte, è noto ad ogni web journalist, nell’introduzione ci si gioca l’engagement. Cioè la capacità di indurre il lettore a provare interesse al tema e quindi a proseguire nella consultazione dell’articolo.

Incipit e speed reading

È quindi essenziale  che le prime frasi siano chiare, accattivanti e capaci di presentare l’argomento in modo sintetico ed esaustivo.

I.A.

E che l’articolo sia accompagnato da un’immagine quanto più originale e d’impatto possibile, per la quale spesso ci si fa aiutare dall’Intelligenza Artificiale generativa (come nel caso di questo stesso pezzo).

La Domenica del Corriere

Con poi si traducono attualmente in immagini molto simili a quelle dei disegnatori della Domenica del Corriere degli anni ’60 e primi ’70. Che avevano le stesse finalità, a ben vedere.

Ingresso diretto nell’argomento

Un impatto immaginifico così forte (quantomeno per gli articoli più studiati) che ormai produce l’inutilità di procedere alla spiegazione delle ragioni per cui si affronta l’argomento, dandolo per scontato. Ed entrando di corsa sul tema.

Sviluppo del tema

Dopo la finalità di ingaggio, il secondo ostacolo che incontra il giornalista è nello sviluppo del tema, cioè la trattazione vera e propria dell’argomento, che deve mettere il lettore in grado di conoscere tutte le vicende ad esso relative.

Titoletti

Ma poiché, come detto in apertura, il moderno utente si annoia facilmente, per mantenere elevata la soglia d’attenzione occorre comporre paragrafi di breve durata, interrotti da numerosi titoletti che, come il titolo principale, hanno il compito di stimolare il prosieguo della lettura.

Necessità pratica

Ma i titoletti, come verificabile anche in questo articolo, hanno un’altra finalità più pragmatica: creare gli spazi per l’inserimento dei banner, le pubblicità. Cioè la fonte di sostentamento della testata, quando essa non ha altre finalità (per esempio promuovere una corrente).

Le conclusioni

Meno impegnativo appare l’ultimo step, quello delle conclusioni, in quanto se il giornalista è stato così abile da stimolare i lettori fino al termine dell’esame di merito dell’argomento, sarà relativamente agevole ottenerne l’attenzione sulla sintesi conclusiva.

Opinioni personali cedono il passo alle ipotesi di sviluppo

La quale, a differenza del passato, più che contenere le opinioni personali di chi scrive, attiene alle previsioni di possibili sviluppi o della messa in luce delle diversi implicazioni relative al fatto, soprattutto per quanto riguarda gli articoli di approfondimento.

Una nota positiva

E, a proposito di conclusioni e prospettive, in un presente piuttosto cupo per il giornalismo online, la progressiva caduta del muro del SEO con regole che imponevano uno stile di scrittura per certi versi primordiale.

Ossessione

Parliamo delle ripetizioni ossessive di una parola chiave originale, dei tag, della meta descrizione, dello slug, dell’utilizzo di periodi eccessivamente ridotti, della soppressione di punto e virgola a favore del tombale punto, ecc. con notevole fatica per i lettori.

Algoritmi più intelligenti

Abomini sostituiti da un esame qualitativo da parte di algoritmo artificialmente più intelligente, lasciano quantomeno sperare in un ritorno di embrioni di stile giornalistico. (M.L. per NL)

 

 

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