da Franco Abruzzo.it
Roma, 24 giugno 2008. Se il governo confermerà, come prevede il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 18 giugno, che le somme complessivamente stanziate nel bilancio dello Stato per l’editoria costituiscono il limite massimo di spesa entro il quale erogare i contributi pubblici al settore, assesterà un altro colpo al pluralismo dell’informazione, in quanto l’incertezza dell’ammontare dei contributi, erogati entro l’anno successivo, inficerebbe bilanci già approvati. È l’allarme lanciato dall’assemblea nazionale di Mediacoop, l’Associazione nazionale delle cooperative editoriali e della comunicazioni e dei media non-profit. «Avevamo apprezzato – il sottolinea il presidente di Mediacoop, Lelio Grassucci – l’annuncio del sottosegretario Bonaiuti di voler confermare la scelta dei contributi diretti e la sua affermazione che spetta al Parlamento la ridefinizione dei soggetti fruitori e la garanzia dell’erogazione dei contributi». Ora, invece, secondo Mediacoop, il decreto legge approvato dall’ultimo Consiglio dei ministri «delinea un intervento attraverso norme di semplificazione che, a fronte di uno squilibrio finanziario tra stanziamento e fabbisogno, finisce per modificare norme e ridurre diritti sostanziali, senza alcun criterio ed indirizzo propri nella definizione delle deleghe, affidando al governo un potere del tutto discrezionale».
Secondo Mediacoop, nel 2008 per coprire il fabbisogno del Dipartimento editoria occorrono almeno altri 170 milioni ed è «indispensabile che, in occasione dei provvedimenti che il governo adotterà insieme al Documento di programmazione economica e finanziaria, si provveda a reperire gli stanziamenti necessari». Per gli anni successivi, andrebbero invece incrementati i fondi triennali con risorse aggiuntive. Per l’associazione, il problema della differenza tra stanziamenti e fabbisogno va risolto una volta per tutte stabilizzando la quantità delle risorse per l’editoria e cercando eventuali risparmi solo attraverso l’eliminazione di abusi o di norme che permettono un uso improprio dei fondi pubblici. «Siamo contrari – dice Grassucci – alla soppressione dell’intervento pubblico e a tagli indiscriminati e uguali per tutti». Un’ipotesi, quest’ultima, che finirebbe per colpire in modo grave le realtà editoriali no-profit e le cooperative di giornalisti. (ANSA).
Editoria. Bonaiuti: “Dl su trasparenza, contributi in Finanziaria”.
Roma, 24 giugno 2008. Abbiamo introdotto nel Decreto legge una norma che premia chi distribuisce o vende realmente le copie e chi tutela l’occupazione giornalistica, cosi’ come ci e’ stato richiesto a gran voce da tutte le forze in Parlamento, compresa l’Italia dei Valori”; questa norma “non c’entra niente con il rifinanziamento dei contributi diretti che e’ tutt’altra partita da regolare all’interno della Legge Finanziaria, come sempre”.
A precisarlo, in una nota, e’ il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, che, rispondendo a Giovanna Melandri, ministro ombra delle Comunicazioni del Pd, e Giuseppe Giulietti, sottolinea come “chi e’ dentro e chi e’ fuori dai contributi per l’editoria lo stabiliscono soltanto le leggi varate dal Parlamento sovrano e non certo un regolamento che dovra’ essere approvato entro 60 giorni con tutte le garanzie istituzionali”.
Bonaiuti ricorda quindi che l’articolo in questione e’ “una regola destinata a produrre trasparenza e moralita’ nell’editoria”. “Viene il sospetto, a meno che l’opposizione non chiarisca subito questo inspiegabile equivoco – conclude – che quanti chiedono la riforma dell’editoria a parole non la vogliano poi realmente nei fatti”. (MF-DJ)