Google, nubi in arrivo?

I dati rilevati da comScore dicevano la verità; il valore di Google scende del 40%


Tutto e il contrario di tutto. Questa formula potrebbe sommariamente riassumere l’essenza stessa di Google, il grande colosso di Mountain View, proprietà dei giovani-senza-cravatta Larry Page e Sergey Brin. Nel giro di soli dieci anni il valore e le potenzialità della società californiana sono saliti alle stelle, ma oggi ricerche di mercato sull’efficienza della pubblicità online dichiarano come le entrate economiche non siano affatto quelle auspicate, soprattutto per la grande G che su questo settore del mercato aveva deciso di investire tanto da farne la propria filosofia di sopravvivenza nella rete. L’idea non poteva essere malvagia: imprese e aziende pagano la pubblicità solo nel momento in cui il consumatore di riferimento, interessato dallo spot, clicca sullo stesso per dirigersi verso il prodotto desiderato. Ma questa sorta di polizza assicurativa sulla capacità, o meno, di raggiungere il potenziale acquirente è meno redditizia del previsto. Businessweek ha infatti recentemente pubblicato i risultati di una meticolosa analisi effettuata dalla società comScore (letteralmente, il punteggio del “.com”) dalla quale si evince come la pubblicità online, qualunque sia la sua natura grafica e tecnica, stia lentamente perdendo terreno e diminuendo la sua efficacia. Il 50% dei click, sempre secondo comScore, sarebbe infatti da attribuire solo al 6% dei naviganti, un numero tanto ridotto da non potere essere tradotto in un aspetto interessante per il mercato. Inoltre, se considerato che quello stesso 6% di internauti sono, secondo lo studio fatto, persone o nuclei familiari con reddito basso, è inevitabile concludere che probabilmente nemmeno tutta questa fettina percentuale raggiunga i negozi per acquistare i prodotti o ottenere i servizi pubblicizzati in rete. Questo meccanismo inverso sta colpendo tutti i big di internet, tra i quali in particolare spicca Google, che secondo le stime avrebbe perso circa 120 miliardi di dollari di capitalizzazione. Così il 2008 porta con sé i primi dubbi sui modelli di crescita degli spot online, nonostante siano riusciti in breve tempo a garantire un indiscusso successo a fenomeni del calibro di Facebook o Asmallworld. (Marco Menoncello per NL)

Questo sito utilizza cookie per gestire la navigazione, la personalizzazione di contenuti, per analizzare il traffico. Per ottenere maggiori informazioni sulle categorie di cookie, sulle finalità e sulle modalità di disattivazione degli stessi clicca qui. Con la chiusura del banner acconsenti all’utilizzo dei soli cookie tecnici. La scelta può essere modificata in qualsiasi momento.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi strumenti di tracciamento sono strettamente necessari per garantire il funzionamento e la fornitura del servizio che ci hai richiesto e, pertanto, non richiedono il tuo consenso.

Questi cookie sono impostati dal servizio recaptcha di Google per identificare i bot per proteggere il sito Web da attacchi di spam dannosi e per testare se il browser è in grado di ricevere cookies.
  • wordpress_test_cookie
  • wp_lang
  • PHPSESSID

Questi cookie memorizzano le scelte e le impostazioni decise dal visitatore in conformità al GDPR.
  • wordpress_gdpr_cookies_declined
  • wordpress_gdpr_cookies_allowed
  • wordpress_gdpr_allowed_services

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi
Send Mail 2a1 - Google, nubi in arrivo?

Non perdere le novità: iscriviti ai canali social di NL su Facebook, TelegramWhatsApp. News in tempo reale.

Ricevi gratis la newsletter di NL!