Grillo, Grillo e ancora Grillo: ogni parola del comico, ormai, diviene spunto per giornalisti e politici ma rischia di tramutarsi in noia per tutti gli altri

Ieri prima puntata di “Annozero” sul ciclone-Grillo, stampa e politica non parlano d’altro: non si starà esagerando?


Alla fine ha ottenuto ciò che voleva: ha vinto. Anzi, ha stravinto. Perché Giuseppe Grillo, in arte Beppe, di professione comico, che in tv non va da oltre vent’anni (e che ieri ha perso una ghiottissima occasione per tornarci…), s’aspettava che dopo il V-Day si sarebbe, finalmente, parlato un po’ più di lui e delle sue battaglie. Ma, di certo, non così tanto. Forse troppo.
I politici, prima impreparati, poi irritati e indi impauriti, fanno a gara per commentare qualsiasi sua esternazione (anche quelle insulse); i giornalisti si dividono tra chi, sentendo in pericolo le propria “castina” lo attacca e chi, cavalcando l’indignazione popolare, lo elogia; critici, sociologi, esperti di comunicazione incensano o bacchettano il suo stile “gridato”, volgare, strafottente, a volte esagerato. C’è, addirittura, chi, dall’8 settembre, non fa altro che indagare, spulciare, andare a cercare qualche magagna nel passato del comico. E, della serie errare humanus est, a volte ci riesce. E’ stato pubblicato da “L’Unità” e ripreso da “ItaliaOggi”, infatti, un piccolo memoriale scritto da un certo Franco Innocenti. Il nome non dice nulla ai più, ma il signor Innocenti era un dirigente dell’allora Pci, divisione di Dicomano, un paesino di 5mila anime in provincia di Firenze, dove negli anni ottanta la Festa dell’Unità, ricorda Innocenti, “era famosa perché ogni anno richiamava decine di migliaia di persone con in programma sempre una serata ogni dieci gironi, un cantante, una band oppure un comico di grido”. Nei lontani primi anni ottanta un comico di grido era certamente Beppe Grillo, tant’è che fu chiamato per lo spettacolo conclusivo della Festa. Risultato: pioggia a dirotto, pochissimi paganti e lo show si tramutò in un flop. A quel punto, Grillo ed il suo impresario pretesero ugualmente la somma pattuita, nonostante la penuria di spettatori aveva fatto entrare nelle casse dei poveri organizzatori molto meno denaro di quanto s’aspettassero. “Volle i soldi per intero” – ricorda Innocenti, oramai fuori dal giro della politica – “mi ricordo, 35 milioni delle vecchie lire a fronte di un incasso poco superiore ai 15 milioni. Da buon taccagno genovese se ne strafregò della situazione, del tempo, del pubblico, dell’evento, dei compagni a sudare per fare le bistecche, prese i 35 milioni in contanti e scappò con il malloppo”. Questa testimonianza viene da un uomo che ha dovuto indebitarsi per ripagare il danno economico provocato da quella sciagurata serata di venticinque anni fa. Ora, se servirà questo aneddoto ad aizzare moralisti e demagoghi questo si vedrà nei prossimi giorni. Certo è che comunque, dalla notizia, il buon Grillo non ne esce benissimo (come del resto fu per la nota questione del motoscafo altamente inquinante…).
Ieri, intanto, show del comico genovese a Codroipo, in provincia di Udine. Durante lo spettacolo, svoltosi in contemporanea con l’elogio che prevedibilmente Santoro ha dedicato alla battaglia di Grillo durante la “prima” di “Annozero”, quello che è stato definito “forcaiolo” e “tritura-politici” ha risposto alle affermazioni di un Mazza irriverente: “…e se ti sparasse nel c..o?”, riferito al fantomatico “pazzo” che dovrebbe “premere all’improvviso il grilletto”, aizzato dalle parole di un (eccessivo) Grillo. Mentre lo showman se la prendeva con Mazza, comunque, su Raidue si consumava una piccola rivolta, una piccola (neanche tanto) “cellula” del V-Day prendeva vita dall’unione in fronte di Santoro, Travaglio e Sabina Guzzanti. Puntata di “Annozero” dedicata al tema dell’anti-politica e conseguente attacco incrociato a tutte le parti politiche. Bersaglio preferito, neanche a dirlo, il ministro “d’indulto e giustizia” (per dirla alla Travaglio), Clemente Mastella, deriso e sbeffeggiato per tutta la serata, nonché preso di mira dalla rubrica del giornalista, “Arrivano i mostri”, durante la quale il collaboratore de “L’Unità” ha affermato duramente che “nel 2000 fu testimone di nozze del braccio destro di Provenzano. Quando fu eletto disse ‘sarò più vicino ai detenuti che ai magistrati’. E’ stato di parola”. Da par loro, comunque, i politici non incassano certo senza rispondere ed infatti, proprio oggi, giungono alle orecchie dell’opinione pubblica, le parole irritate di Casini e dello stesso Mastella, che denunciano le gravi offese e le minacce ricevute in rete dal “popolo di Grillo” (che a lungo andare potrebbe diventare per il comico un pericolosissimo boomerang, se non moderato…) nelle ultime settimane. Altro che “vaffa”. L’unico, comunque, che sembra immune al ciclone è Silvio Berlusconi. Al Cavaliere pare non importare nulla dell’antipolitica e della battaglia contro partiti, “caste” e chi più ne ha più ne metta. Voci di corridoio affermano, comunque, che il leader di Forza Italia avrebbe commentato che “tanto l’antipolitica colpirà più la sinistra che noi” e “ritengo Grillo la peggiore costola della sinistra”. Il Grillo salta sempre più in alto. Speriamo non si bruci all’avvicinarsi del sole. (Giuseppe Colucci per NL)

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